E alla fine arriva CentOS 7 con qualcosa di nuovo rispetto a… Red Hat!

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CentOS

Diciamo la verità, alla domanda di un neofita che chieda “Ma che differenza c’è tra CentOS e Red Hat?” la risposta che i più prediligono è “Il contenuto del file /etc/redhat-release“. Questo file, che si chiama come la distribuzione madre, in CentOS contiene la stringa di testo “CentOS release versione (Final)”.

Certo, è piuttosto riduttivo banalizzare in questo modo, forse anche un poco irrispettoso nei confronti di chi contribuisce a CentOS, ma è inutile nascondersi dietro un dito: le cose hanno funzionato sino ad oggi così. Il software Red Hat è software OpenSource. Potenzialmente chiunque in possesso di una subscription, oltre che di un’enorme quantità di tempo, potrebbe prendere i sorgenti dei software Red Hat e ricompilarli modificando all’occorrenza due o tre stringhe di testo con la scritta Red Hat.
Ed il bello di questo gioco è che è tutto perfettamente legale, oltre che compatibile con la licenza GPL.

Qualcosa però ad un certo punto di questa strana storia è cambiato. Red Hat ha infatti assunto tutti gli sviluppatori CentOS inglobando per proprietà transitiva la distribuzione stessa. E così si è arrivati all’uscita di Red Hat 7, e la conseguente release di CentOS, circa un mese dopo.

Ma cosa c’è di nuovo in questa release? Qual’è l’aspetto più rilevante? Il limite primario di CentOS, per sua stessa natura è l’assenza dei software il cui marchio (e non il codice) è proprietà di Red Hat, prodotti quali Red Hat Enterprise Linux Openstack Platform, Red Hat Enterprise Virtualization, Red Hat Enterprise Storage e via dicendo.
Per ovviare a questo limite CentOS 7 introduce il concetto di varianti. Non potendo infatti CentOS fregiarsi dei software Red Hat ufficiali, viene introdotta la possibilità di creare varianti della distribuzione principale, basati e controllati dai SIG, acronimo che sta per “Special Interest Group“, gruppi volti ad agevolare l’introduzione di tecnologie specifiche nella distribuzione, vedi Ovirt, vedi Openstack e via dicendo. CentOS diventerà la base per l’evoluzione di progetti comprimari che la renderanno sempre più completa.

Se quindi tutte le altre novità, indicate con precisione nelle release notes, potrebbero essere scambiate tranquillamente per le release notes di Red Hat, l’introduzione delle varianti potrebbe davvero agevolare il salto di qualità di una distribuzione che fino ad oggi è sempre stata sorella di Red Hat Enterprise Linux, ma senza dote.

Quanto questa novità attecchirà e quanto i gruppi SIG funzioneranno (allo stato attuale delle cose è più un progetto in divenire) lo dirà solo il tempo. La scelta di quali sistemi installare sarà sempre e comunque degli utenti, ma sicuramente da questa release CentOS ha una freccia in più per il proprio arco.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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