Sei falsi miti sullo sviluppo di OpenStack sfatati

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In occasione della serie di articoli “Openstack, appunti di viaggio” torna di attualità il tema relativo all’applicabilità di questa straordinaria tecnologia ad ambiti reali. In questo interessante articolo di Eweek vengono sfatati sei miti, o preconcetti, che i neofiti approcciandosi a OpenStack ritengono verità assolute. Eccoli elencati di seguito:

  1. E’ difficile trovare un punto di partenza: un progetto così ampio spaventa, ma la realtà dei fatti è che inserirsi nel contesto OpenStack è semplicissimo, a partire dal sito ufficiale e dalla documentazione reperibile in rete (a partire dalla serie di articoli di cui sopra);
  2. E’ complicato essere operativi nel breve: modalità per provare la piattaforma ne esistono a bizzeffe ed in particolare mettere le mani su una soluzione funzionante è, per complessità, paritetico a qualsiasi altro nuovo progetto;
  3. Gli sviluppatori del progetto sono disuniti: il processo di sviluppo di OpenStack è fortemente democratico e le modifiche vengono concordate in un contesto paritetico per tutti i partecipanti al progetto;
  4. Lo sviluppo è destrutturato: basti dire che ogni sei mesi gli sviluppatori si incontrano per definire il futuro ciclo di release;
  5. La qualità è bassa: ogni nuova funzionalità, o rilascio, viene automaticamente testato, basti pensare che ogni giorno vengono completati circa 4000 rilasci;
  6. Essendo un progetto OpenSource presenta i limiti conosciuti di tutti questi progetti: la modernità insita nel progetto annulla questo mito, tanto che le differenze tra OpenStack e buona parte degli altri progetti OpenSource sono evidenti per qualsiasi nuovo sviluppatore provi ad inserirsi nel progetto.

La resistenza è, quindi, inutile. Lo si voglia o no, OpenStack è qui per restare.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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