Ecco perché quando ci si approccia a systemd è bene rimanere lucidi ed usare il cervello

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E’ una voce competente e lucida quella di Bruce Byfield che dalle pagine del suo Blog racconta la sua esperienza con systemd. Partito diffidente, come moltissime delle persone che si approcciano a systemd, Byfield si è detto da principio convinto di come questa fosse una tecnologia da criticare a prescindere, per poi trovarsi sorpreso ed affermare:

Now I am glad that I kept my mouth shut. Having spent the last few days learning about systemd, I conclude that most of the objections to systemd were premature and that, although perhaps unnecessary, it is surprisingly well-structured and easy to learn.

(Ora sono felice di aver tenuto la bocca chiusa. Avendo speso gli ultimi giorni ad imparare systemd, posso concludere che la maggior parte delle obiezioni a systemd erano premature e che, sebbene magari non necessario, è sorprendentemente ben strutturato e facile da imparare)

Sottolineiamo: ben strutturato e facile da imparare. Infatti, senza abbandonarsi alle consuete invettive contro Poettering, ed escludendo volutamente dai ragionamenti la figura del creatore del sistema di init, le conclusioni tirate dall’autore dell’articolo sono vincenti e condivisibili.
Parlando dell’architettura del progetto, la cui critica principale è sempre stata quella di violare il principio Unix di avere tanti piccoli programmi, ognuno adatto ad uno scopo, Byfield spiega che, a suo modo, systemd non viola il principio essendo esso stesso composto da tante componenti, ciascuna dedicata ad un aspetto.

In conclusione, Byfield aggiunge:

I am still not enthusiastic about systemd. However, having explored it, I can find aspects to admire about how it was implemented and I can accept the rest.

(Non sono ancora entusiasta di systemd. Però, avendolo esplorato, posso trovare aspetti ammirevoli in merito a come è stato implementato ed accettare il resto)

E ciò che viene da pensare è: non è forse quello che si dice di tutti i programmi che usiamo ogni giorno? E’ mai esistito il programma perfetto?

Concordiamo quindi con l’autore e con… Shakespeare, perché no: Molto rumore per nulla.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

32 risposte a “Ecco perché quando ci si approccia a systemd è bene rimanere lucidi ed usare il cervello”

  1. Avatar Franco Lanza
    Franco Lanza

    “molto rumore per nulla”, ovvero “non ho capito il problema, quindi il problema non esiste”.

    Chi, come me, sostiene che systemd NON sia aderente alla filosofia unix, non lo fa affermando che systemd sia un unico binario, lo so benissimo che e’ composto da tanti “pezzetti” separati.

    E non sostengo nemmeno che sia difficile da imparare, o che poettering sia il diavolo.

    Il problema e’, al di la di tutte le considerazioni di pro e contro che comunque esistono, principalmente uno:

    Systemd e’ un insieme di binari strettamente legati fra loro da interdipendenze che, per la loro natura strutturale, finisce per richiedere a troppe parti del sistema di dipendere da essi stessi in maniera molto forte al punto che, una volta che lo si inizia a usare, di fatto non e’ piu’ possibile rimuoverlo e/o farne a meno, e ha una forte tendenza a fare un hijacking completo del sistema diminuendo la superficie di liberta’ del sistemista in quanto a possibilita’ di personalizzazione e adattamento del sistema allo scopo che si prefissa di avere.

    Questo si traduce in una minore liberta’ e malleabilita’ nella gestione del sistema, e, per quando systemd possa anche funzionare bene in molte configurazioni comuni, non e’ in grado di soddisfare le esigenze di TUTTE le installazioni, come nulla lo e’ per ovvie ragioni di diverse esigenze, e quindi rimane una nicchia, diciamo un 1%, di persone che non ha piu’ modo di utilizzare la propria distro storica che usa da decine di anni magari, perche’ con systemd e’ diventata impossibile da adattare a determinati ambienti.

  2. Avatar Alessio Treglia
    Alessio Treglia

    Oh Franco ne ha dimenticata una: *lockstep upgrade* di kernel, systemd e udev. Tight coupling di kernel space con user space è male, soprattutto quando il kernel è Linux che *non rompe mai le interfacce* e che ha sempre consentito di poter utilizzare vecchie userland con kernel recenti.

    Mi dispiace ma un init system sviluppato da chi mette in conto in partenza di non garantire retro compatibilità è merda. M-E-R-D-A

  3. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Franco, molte tue affermazioni hanno perfettamente senso, in particolare quando scrivi “come nulla lo e’ per ovvie ragioni di diverse esigenze”. Infatti, come scrivo nell’articolo (che, ricordo, cita affermazioni altrui, che io in ogni caso condivido), non esiste la perfezione, pertanto ritengo che systemd sia un buon passo in avanti per i sistemi Linux. Beninteso: non perfetto, non splendido, ma buono.

    L’affermazione relativa al “non aver capito
    il problema” lascia il tempo che trova, ho molto rispetto per gli anziani e non sono solito
    offendere, ma posso solo dire che avendolo visto in azione systemd nell’effettuare deploy massivi in ambiente OpenStack con CoreOS e Docker ho verificato come tutto sarebbe stato decisamente più complicato senza systemd.
    Non ultimo, lungi da me fare crociate, ma se *TUTTE* (non alcune eh, tutte) le distro major hanno scelto systemd, io personalmente mi fido.

    Ma del resto “che te ne frega a te” che usi Devuan?

  4. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Alessio van benissimo le tue supercazzole, e sono sensate. La realtà dei fatti però è che ci si sta spostando sempre più verso un ambito in cui kernel space e user space saranno sempre più collegati SOPRATTUTTO in ambito Linux.
    Ascolta le parole di Shuttleworth e guarda il progetto Ubuntu Core (o Red Hat Atomic Host, o CoreOS): è chiaro l’intento generale (e orientato al cloud) di creare sistemi operativi sempre più assimilabili a… firmware. E systemd è il primo attore di questo processo…
    Poi si capisce che per te è tutta merda eh, e va benissimo, è un mondo libero. Fortuna che c’è Devuan.

  5. Avatar Cristiano
    Cristiano

    Boh, sarò io che non ho capito l’articolo ma… sì insomma, cioè… ha provato systemd, il computer funzionava, e quindi dai non è poi così male? Wow, che analisi interessante… la userò anche io la prossima volta che dovrò convincere qualcuno a scegliere una tecnologia.

    Scusa ma… esattamente a cosa lo usa Linux questo signor Byfield? A pornonavigare senza prendere virus, forse. Ma perchè non usa MacOSX allora? Ok, sacrifica tutte quelle menate opensource filosofiche inutili, ma vince driver performanti e codec cazzuti che possono riprodurre porno in 40k come se non ci fosse un domani!!! 😀

    Se però lo usi per un sistema industriale e qualcosa si ferma, che fai?

    Con la vecchia Debian eri sostanzialmente autonomo, è un software pensato con la filosofia unix nel quale c’è un tool specializzato per ogni necessità, un’idea affascinante che facilita molto il troubleshooting quando le cose vanno storte. Perchè sì da il caso che sia il tuo mestiere, essere in grado di salvare capra e cavoli quando le cose vanno storte.

    Con systemd che fai? Telefoni a Pottering? Argh, non risponde, è impegnato a litigare con qualcuno su internet che si lamenta ancora di PulseAudio. Quindi? Butto via Debian, installo tutto su una Red Hat e inizio a pagare il supporto? Forse è meglio. E forse è proprio questo il punto di tutta la vicenda.

    Porca miseria però. Io usavo Linux proprio perchè ero libero di farci quel che volevo. Sta parola *libero* che andava tanto di moda una volta nel fenomeno Linux. Ma se è software libero, perchè adesso mi devono costringere a usare ‘sto benedetto systemd?

    Persino quelli di Debian, alla faccia del sistema operativo universale.

    Forse il correttore ortografico del loro sito si è sbagliato – in fondo si sa che la roba opensource spesso è mal supportata, piena di bug e in generale un po’ scarsa. C’è venuto scritto universale, ma volevano scrivere universitario.

    Universitario. Ok, d’accordo. Quindi Debian è un desktop per studenti squattrinati che deve essere prima di tutto un’ottima piattaforma di sviluppo, e se vuoi – a tuo rischio e pericolo – puoi provare a farci qualche server, a tuo rischio e pericolo, che però è sempre più roba scritta da Red Hat adattata alla meno peggio per girare su Debian da qualcuno che in realtà voleva solo fare un po’ di prestigio accademico scrivendo sul curriculum che cura un software che tutti hanno sentito nominare su una distro famosa.

    Che però, se non è più universale… fondamentalmente non serve più a un cazzo.

    Oddio, forse ci sta: in fondo Linux viene da lì. Ma siamo sicuri che ritornarci voglia dire andare avanti?

  6. Avatar Alessio Treglia
    Alessio Treglia

    “Ci si sta spostando verso […]” si applica a chi è interessato nel farlo, non a a tutti. E con un buon design rispettoso dei più basilari principi di modularità e separazione netta delle responsabilità si possono pensare soluzioni applicabili a uno spettro molto più ampio di casi d’uso.

    E poi sappi che il menzionare Open Stack, Docker e CoreOS in una frase sola può anche farti credere di essere figo, ma non è sufficiente a spiegare a chi fa embedded quanto davvero c’è bisogno di systemd.

    Ragazzi, fatevelo dire: tutta questa cheap virtualization vi sta fottendo il cervello

  7. Avatar Cristiano
    Cristiano

    Boh, sarò io che non ho capito l’articolo ma… sì insomma, cioè… ha provato systemd, il computer funzionava, e quindi dai non è poi così male? Wow, che analisi interessante… la userò anche io la prossima volta che dovrò convincere qualcuno a scegliere una tecnologia!

    Ma… esattamente a cosa lo usa Linux questo signor Byfield? A pornonavigare senza prendere virus? Dovrebbe provare MacOSX allora. Via tutte le menante pseudofilosofiche opensource e dentro tutti i migliori driver/codec proprietari sul mercato: il porno è una bomba lì sopra, altro che quella merda di Linux che inizia a frullare tutto il computer perché sul tuo hardware c’è un bug del bios e il risparmio energetico funziona solo nei mesi bisestili… 😀 😀 😀

    Se però lo usi per un sistema industriale e qualcosa si ferma, che fai?

    Con la vecchia Debian eri sostanzialmente autonomo, era un software pensato con la filosofia unix, quindi c’era un tool specializzato per ogni necessità, un’idea affascinante che facilita molto il troubleshooting quando le cose vanno storte.

    Perchè sì dà il caso che sia il tuo lavoro salvare capra e cavoli quando le cose vanno storte, quindi sarà meglio essere in grado di farlo.

    Ora però c’è systemd. Che fai? Telefoni a Pottering? Non sei abbastanza importante per avere il suo numero. Quindi? Potresti pagare Red Hat, o Canonical, per avere il supporto. Sì, sarà meglio fare così. E forse è proprio questo il punto di tutta la vicenda.

    Porca miseria però.

    Io usavo Linux proprio perchè ero libero di farci quel che volevo. Sta parola *libero* che andava tanto di moda una volta nel fenomeno Linux. Ma se è software libero, perchè adesso mi devono costringere a usare ‘sto benedetto systemd?

    Persino quelli di Debian. Alla faccia del sistema operativo universale!
    Forse il correttore ortografico del loro sito si è sbagliato – in fondo si sa che la roba opensource spesso è mal supportata, piena di bug e in generale un po’ scarsa. C’è venuto scritto universale, ma volevano scrivere universitario.

    Universitario.

    Ok, d’accordo. Quindi Debian è un desktop per studenti squattrinati che deve essere prima di tutto un’ottima piattaforma di sviluppo, e se proprio vuoi, a tuo rischio e
    pericolo, per fini di test e senza assumerti nessuna responsabilità, puoi provare a farci qualche server. Poi magari ti metti volontario per manutenere un pacchetto a caso del baraccone e hai un sacco di prestigio accademico da poter spendere, puoi dire di essere quello che cura un software che tutti hanno sentito nominare di una distro famosa!

    Che però, se non è più universale… fondamentalmente a me non serve più a un cazzo.

    Oddio, forse ci sta: in fondo Linux viene da lì. Ma siamo sicuri che ritornarci voglia dire andare avanti?

  8. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Alessio, ammetterai che è particolare sentirsi criticare per aver scritto “OpenStack, CoreOS e Docker” da uno che in una sola frase ha menzionato “*lockstep upgrade* di kernel, systemd e udev. Tight coupling di kernel space con user space”.
    Oh, sembra la sceneggiatura di “Amici miei” 😀 😀 😀

  9. Avatar kartone
    kartone

    A dire la verità mi sono fermato a leggere quando hai scritto “Ma… esattamente a cosa lo usa Linux questo signor Byfield?” e non per un TL;DR (che fa sempre figo dirlo…). Non credo sia l’ultimo degli idioti eh…vedi su Wikipedia, quella, per tua buona pace, è Universale e Universitaria. 😉

  10. Avatar Alessio Treglia
    Alessio Treglia

    Comprendo che tu abbia un punto di vista diverso ma tu continui a rispondere alle mie obiezioni – da te definite “sensate” poco sopra – praticamente insinuando che io tenda a “buttarla in caciara” (“supercazzola sensata” per altro e` un ossimoro).

    Ho meglio da fare che continuare a dibattere con chi fa difficolta` a ragionare su basi logiche e senza pregiudizi. Per me questa discussione finisce qui.

  11. Avatar Cristiano
    Cristiano

    Oddio, “lei non sa chi sono io” – anzi, neanche, questo è un “lei non sa chi è lui” è proprio povera come argomentazione eh! 😀

    Per me può anche essere il più bravo informatico del mondo, ma in questo articolo è stato un po’… leggerino!

  12. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Qua si sfiora il bipolarismo. Dici che systemd è merda e che chi lo apprezza non capisce nulla, ma concludi che sono gli altri ad avere i pregiudizi.
    Dì la verità, hai qualcuno che ti scrive i dialoghi, vero?

  13. Avatar Alessio Treglia
    Alessio Treglia

    > Dici che systemd è merda

    Vero.

    > e che chi lo apprezza non capisce nulla

    Falso. Non mi mettere in bocca parole che non ho detto.
    Io non ho pregiudizi, tant`e` che sul mio laptop di lavoro ho systemd, ma ***mai*** lo utilizzerei su un server in production – per i motivi guarda su

  14. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Come dici tu, buona vita.

  15. Avatar visnotjl
    visnotjl

    Situazione:
    Debian Wheezy + Openbox + LVM e altre varie.
    Stato Originale: Risulta perfettamente funzionante anche in assenza di supporti configurati per LVM e smontati per manutenzione.
    Aggiornamento a Jessie + systemd.
    Non permette più l’ avvio se i supporti LVM non sono perfettamente configurati.
    In caso di manutenzione occorre riavviare il sistema con l’ opzione (fortunatamente presente) priva di systemd.
    Soluzione: Reinstallata Wheezy. 😛

    (P.S. Nessun rumore. Quando si pianta è proprio fermo!)

  16. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Ciao, definisci “non perfettamente configurati”…

  17. Avatar visnotjl
    visnotjl

    Presenti, on line, correttamente partizionati, formattati, ready.

    es.: (estratto di fstab)
    UUID=c0560b40-b3ab-44e9-99a4-75610edd5a96 / ext4 errors=remount-ro 0 1
    /dev/sda1 none swap sw 0 0
    /dev/LVM-G1/Home /home xfs defaults 0 0
    /dev/LVM-G1/Var /var xfs defaults 0 0

    Se uno dei due volumi logici è giù per un qualsiasi motivo, systemd va in loop sulle dipendenze e non se ne viene fuori.

  18. Avatar visnotjl
    visnotjl

    Ho visto un po’ di “flames”, più stto. Adesso, forse, finalmente riesco a superare la pigrizia e mi decido a passare a FreeBSD. Che maledette “LongWords” però!

  19. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Gli LVM sono impostati localmente o fanno riferimento a dischi iscsi o san? In ogni caso questo appare sicuramente come un problema. E se la cosa è sistematica (e quindi dimostrabile) ci vuole per forza un bugreport.
    Il punto è che, se posso chiarire, sembra che qui si stia difendendo systemd a prescindere, ma non è davvero così.
    Come scrivo sopra, nessuno dice che systemd sia perfetto, ma da qui a boicottarlo ce ne passa.
    Anche perché ad oggi è inutile opporsi, la scelta è stata fatta da *tutti*, da qui il concetto di molto rumore per nulla. Si può certamente tornare a Wheezy, tenere Ubuntu 14.4 o installare BSD, ma il futuro di tutte le distro è orientato a systemd.

  20. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Non afferro il nesso tra il flame (che certamente non mi aspettavo visto i toni pacati dell’articolo) ed il passare a FreeBSD 🙂

  21. Avatar kartone
    kartone

    Io tifo troppo per FreeBSD 😉

  22. Avatar visnotjl
    visnotjl

    Gli LVM sono impostati localmente. Lo scopo è di avere spazio facilmente estensibile non potendosi calcolare in anticipo il “trend di utilizzo”.
    Io no ho particolare antipatia per Systemd. Utilizzando Linux per impieghi professionali, devo tuttavia tener conto delle implicazioni che ha una variazione così importante alla architettura del sistema. Per intenderci: per me “/etc/hosts” sta in “/etc/hosts”. Se qualcuno me lo sposta devo rivedere: training, scripts, specifiche di manutenzione e tutte le altre disgrazie cui fa riferimento Murphy. E’ dunque necessario che la variazione sia fatta per una ragione imprescindibile.
    E’ una mia impressione (e in quanto mia criticabilissima) che le ragioni del passaggio a Systemd siano più dettate da scelte “politiche” che da reali esigenze pragmatiche. Devo anche confessare una certa reticenza a “ristudiare” qualcosa che, fino a ieri maneggiavo “ad occhi chiusi”. Per quel che mi riguarda non c’ era niente che non funzionasse nell’ avvio del sistema. Duro fatica a credere che pochi secondi in meno facciano una differenza sostanziale e che la maggioranza degli utilizzatori debba avviare cosi’ tanti processi in più da averne realmente un assoluto bisogno.
    Perdonami il tono un po’ accalorato. Tu hai tutte le tue ottime ragioni per gradire qualcosa . Io ho le mie ragioni per esserne contrariato. Linux sta sempre più sfuggendo di mano alla comunità per divenire terreno di caccia delle major che sono entrate nello sviluppo. Già adesso alcuni tool sono così complessi da essere inavvicinabili dal singolo o da un Lug. Questo si mi rattrista.

  23. Avatar visnotjl
    visnotjl

    Scusami, l’ ora era tarda e mi sono “mangiato” un pezzo di frase.
    Avrebbe dovuto essere così:
    Ho visto un po’ di “flames”, più sotto, mi dispiace. Discutere con toni pacati è indispensabile. Mi sa tuttavia che questa volta non ci sia soluzione. Adesso, forse, finalmente riesco a superare la pigrizia e mi decido a passare a FreeBSD……

  24. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Al di la del fatto che apprezzo come ti poni sulla questione posso dirti che sì, da un certo punto di vista fa tristezza anche a me l’ombra delle major sullo sviluppo, ma la realtà dei fatti è che un modello unicamente a contributo volontario non avrebbe mai potuto far progredire l’OpenSource così come lo abbiamo oggi.

    Entrando poi nello specifico su systemd posso dirti che non credo sia stato creato per accelerare il boot, né tanto meno che sia una questione politica. Semplicemente è insito nel lavoro di ogni persona la volontà di far evolvere i propri progetti ed è nella natura dell’OpenSource il concetto di fork, non fosse così avremmo solo le versioni 1 dei software. Sono convinto che gli sviluppatori di Gnome hanno tratto enormi benefici dall’iterazione con systemd e questo si rivelerà utile ai fruitori finali delle distribuzioni, agli utenti, a noi.

    Mi fido infine del giudizio di chi ha avvalorato la scelta di systemd (quindi Red Hat, SuSe, Debian, Ubuntu, per citare le “quattro”) poiché ritengo che l’occhio lungimirante delle persone che lavorano a queste distro valga ben più del mio. E’ per questo che in questi mesi ho seguito con molta attenzione pubblicando news su news la questione systemd.
    Non ho mai criticato a prescindere, ho posto l’attenzione sui temi contraddittori e cercato nel parere dei lettori di capire se e come la cosa avrebbe potuto evolversi.

    Perdona la prosopopea, ma mi sembrava giusto farti capire che ho tenuto in grande considerazioni quanto hai scritto.

  25. Avatar visnotjl
    visnotjl

    Grazie. Mi sembra che partiamo da esigenze diverse. Credo sia questa la ragione per la quale abbiamo punti di vista differenti. In ogni caso, è stato un piacere discutere con te.
    A presto.

  26. Avatar Benjamin Sisko
    Benjamin Sisko

    Senza poi considerare che systemd genera log binari… con la marea di script di analisi dei log che ho scritto, ora mi devo modificare tutto…. mi sa che mi studierò *BSD e comincerò ad andare in quella direzione.

  27. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Posto che sicuramente un grep appare più immediato, però la possibilità di poter fare così:

    journalctl –since “2015-05-18 9:50” –until “2015-05-19 03:00”

    Non mi sembra affatto male.

    Senza contare che stiamo parlando dei log di sistema, il resto dei log rimane gestito nella consueta maniera. Sinceramente non lo trovo così ostico come cambiamento…

  28. Avatar Alessio Treglia
    Alessio Treglia

    Tool per log filtering esistono “da quando l’omo invento` er Cavallo” (cit), journalctl non aggiunge nulla di nuovo.

  29. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Questa affermazione lascia il tempo che trova. E’ chiaro che la ricerca è un “di cui”, ma se stiamo a cercar di capire perché ha senso avere log binari, ad esempio per avere:
    – Controllo su chi scrive i log (non è che basta essere un processo qualunque per scriverci dentro, ad oggi è così);
    – Modalità di scrittura standardizzata e unificazione del formato dei log di sistema;
    – Indicizzazione (e sui big log è CERTAMENTE un’agevolazione);
    e sono solo i primi che mi vengono in mente…

  30. Avatar Alessio Treglia
    Alessio Treglia

    Ho capito qual e` il problema: faccio frasi troppo lunghe.

    La feature di journalctl che esalti nel tuo esempio di sopra (filtering per data, con parametri “since” e “from”) non e` nulla di nuovo poiche` da sempre esistono tool di visualizzazione e filtering dei log di sistema. Spero che ora sia chiaro.

    Dunque, sui log binari:

    – puoi avere il “controllo su chi scrive i log” SENZA log binari
    – puoi standardizzare il formato SENZA log binari

    Ti passo l’indicizzazione, serve il formato binario. Ciononostante con systemd c`e` il rischio perdere di dati in caso di filesystem corruption, e questo e` male.

  31. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Alessio, ma qual’è il tuo problema nello specifico?
    Posso capire il tuo fervore sul tema, ma trovo il tuo atteggiamento ostinato e fastidioso.
    Qui nessuno vuol fare la guerra, ma solo capire come funzionano le cose con cui noi operatori Linux abbiamo a che fare ogni giorno.

    Io penso che frasi come “con systemd il rischio perdere di dati in caso di filesystem corruption” siano ridicole…
    Mi spieghi quale sistema Linux/Unix/OSX/Microsoft ti da la garanzia di conservare i dati in caso di corruzione del filesystem?
    Sottilizzi su cose essenziali come l’indicizzazione su giga di file che potrebbero ridurre il carico sulle macchine e generalizzi su cavolate tipo che se si spacca, si spacca.
    Non si può semplicemente dire che tu questa tecnologia non la sopporti senza automaticamente sentire le tue invettive contro chi ci convive pacificamente?

  32. Avatar Daniele Ponzoni
    Daniele Ponzoni

    Franco… che dire le tue affermazioni oltre ad altri commenti fanno capire chiaramente che c’è una nutrita fascia di utenza ( di segmento pro) che ha bisogno di devuan e la aspetta come il messia… Aspettiamo con trepidazione

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