Linux è frammentato? Sbagliato!

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Una delle cose che alcune persone dicono riguardo la piattaforma Linux è che risulta essere molto frammentata, esattamente come Android.
La realtà è che la cosiddetta frammentazione non si applica alla piattaforma Linux e, di fatto, la presenza di molte diverse distribuzioni è una cosa buona.

Android è uno degli esempi più eclatanti di “frammentazione che funziona”. Da ultime analisi, sembra che la maggior parte dei dispositivi, circa il 40%, utilizzino KitKat 4.4 ed un’altro 15% è già stato aggiornato a Lollipop 5.0. Il rimanente 45% si divide nelle versioni più vecchie dell’OS mobile di Google.

Utilizzare questo stesso metro di paragone per Linux non è corretto; il largo numero di distribuzioni presenti sembra essere il problema più grande, ma è solo un’illusione.

Principalmente sono presenti poche grandi distribuzioni; tutte le altre sono, di solito, versioni personalizzate e/o specializzate di queste ultime. Alcune nuove distro diventano “importanti” e largamente utilizzate, altre scompaiono e non vengono più mantenute; ma tutte quante condividono lo stesso core: il kernel Linux.

Nonostante distro più o meno vecchie possono utilizzare versioni più o meno nuove del kernel, quest’ultimo rimane lo stesso. L’illusione della frammentazione è spesso data dall’alto numero di ambienti desktop, gestori finestre ed altri tool di alto livello disponibili, ma sono differenze legate alle preferenze degli utenti più che altro.

La “colla” che tiene insieme tutto quanto è la licenza GPL. Esistono tante implementazioni e variazioni di questa licenza, ma una su tutte da a Linux la sua forza: il codice è liberamente scaricabile, utilizzabile, modificabile, distribuibile e, addirittura, utilizzabile per scopi commerciali; ogni modifica fatta al codice originale, però, deve essere disponibile a tutti.

Questo significa che tutti (per la maggior parte, nessun sistema è perfetto) hanno accesso allo stesso codice ed a tutte le migliorie/modifiche effettuate ad esso da un enorme numero di sviluppatori.
E questo non si applica solo al kernel Linux, ma a tutti i suoi componenti.

Quindi, alla fine, Linux non è frammentato: è un blocco solido di codice che si muove in tutte le direzioni ed in una singola direzione allo stesso tempo.
E questa, crediamo, è la ragione principale della sua sicurezza e, contemporaneamente, della sua malleabilità.

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

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