Brave: il browser veloce ed opensource

0

Brave Browser

In questi ultimi giorni, su internet si legge molto di questo nuovo browser: Brave.

Attualmente ancora in fase di sviluppo, questo browser mette l’accento sulla velocità e la sicurezza della navigazione.

Le feature proposte, come riportate dal sito, sono le seguenti:

  • Navigazione Rapida: Brave blocca i tracker e le pubblicità intrusive che possono rallentarvi durante la navigazione web.
  • Navigazione Sicura: Brave mantiene te e le tue informazioni in sicurezza, sganciandoti effettivamente dai tracker e dai malvertising (pubblicità che contengono malware e/o che trasmettono informazioni) di terze parti
  • Navigazione Migliore: con Brave si può scegliere di vedere le pubblicità che rispettano la propria privacy o che pagano direttamente il sito che le ospita. In entrambi i casi, è possibile aiutare il finanziamento dei creatori di contenuti

In pratica, Brave nasce integrando un sistema blocco di AD/Tracker, che permette di ridurre drasticamente il tempo (e la banda) utilizzati per caricare completamente una pagina. Inoltre, viene sempre utilizzata la connessione https per visualizzare i vari siti, andando a puntare all’http in chiaro solo quando l’altro protocollo non è disponibile. In questo modo la navigazione dovrebbe risultare più sicura.

La parte interessante di Brave, oltre all’essere completamente Open Source, è il fatto di basarsi su un motore scritto interamente in Javascript; dipendenza per il suo funzionamento, infatti, è NodeJS, uno dei runtime javascript più utilizzati in questo periodo.

Abbiamo provato Brave su un desktop Ubuntu GNOME 15.10, per vedere se effettivamente quanto dichiarato dal sito fosse vero; la procedura di installazione non è delle più rapide e prevede:

  • Installazione di NodeJS da binario del sito (i repository ufficial Ubuntu non prevedono la versione minima richiesta da Brave, ovvero la 5.0)
  • Installazione di una dipendenza tramite il tool npm fornito da NodeJS
  • Download del repository Brave da github
  • Compilazione delle dipendenze e del browser, sempre tramite npm

Tutta questa procedura è, comunque, ben documentata sul repository github del browser e, con un pò di pazienza, si può arrivare ad avere il browser compilato e funzionante senza grosse difficoltà.

Uno dei punti veramente di forza del browser è la velocità. Abbiamo provato a caricare dei siti particolarmente “pesanti” in termini di ad e tracker con l’ultima versione di Firefox “vanilla” (senza alcun plugin installato) e con Brave appena compilato; nel primo test, con il sito The Verge, abbiamo impiegato 60 secondi al caricamento completo dei contenuti (in realtà, il caricamento è andato ben oltre), contro i circa 4,5 secondi impiegati con Brave.
Abbiamo poi provato con Punto Informatico: anche in questo caso siamo passati dai 26,5 secondi di caricamento con Firefox a 4,3 secondi di caricamento utilizzando Brave.

Abbiamo dunque provato ad aggiungere la ben diffusa estensione AdBlock a Firefox, per vedere se ottenevamo risultati comparabili a quelli di Brave; con The Verge abbiamo ottenuto un caricamento in 23 secondi (quindi la differenza è ancora notevole), mentre Punto Informatico è stato caricato in 6,8 secondi, essendo di fatto comparabile al suo caricamento con Brave.

Le pagine, in tutti i casi, vengono ben renderizzate dal nuovo browser.

Brave - MiaMammaUsaLinux.org

Un’altra feature che abbiamo molto apprezzato è il fatto di poter creare singole schede in “Navigazione Privata”, invece di intere nuove finestre del browser come fatto dai concorrenti, così come la feature di “Sessione Partizionata”, ovvero che tiene isolati cookie e variabili di sessioni tra le diverse partizioni, permettendo quindi la possibilità di avere due o più schede aperte sullo stesso sito al quale ci si può fare login con diversi account, senza che le sessioni vadano a sovrapporsi.

Attualmente Brave è disponibile per desktop Linux, Windows e OS X, così come per mobile, sia Android che iOS. Per quanto riguarda la parte mobile, comunque, il browser non è ancora presente sugli store ufficiali, è quindi necessario scaricare il sorgente, compilarlo, ed infine caricarlo sul singolo dispositivo tramite gli strumenti di sviluppo messi a disposizione dal produttore.

Definitivamente, un progetto da tenere sott’occhio!

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.