Shuttleworth spiega dove andrà Ubuntu e soprattutto Canonical dopo l’OpenStack Summit di Vancouver

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Non si sono ancora placati gli echi della polemica innescata dal patron di Canonical al Vancouver Summit. Shuttleworth aveva direttamente attaccato Red Hat e VMWare di fatto sfidandole nell’affermare quanto Ubuntu fosse meglio in tutti gli ambiti di competenza.

Ebbene, stando a quanto racconta ZDNet, il papà di Ubuntu è tornato a parlare delineando e descrivendo ciò che sarà il futuro della sua azienda e del suo sistema principe, Ubuntu. Si parte con la IPO, Initial Public Offering, ossia il progetto che porterà Canonical ad essere quotata, se ci saranno compratori disposti ad investire. E proprio in merito a questo tema Shuttleworth si pronuncia così:

We will do the right thing at the right time. That’s not this year, though. There’s a process that you have to go through and that takes time. We know what we need to hit in terms of revenue and growth and we’re on track.

Faremo le cose giuste al momento giusto, che comunque non è quest’anno. C’è un procedimento da attraversare e ciò richiede tempo. Sappiamo cosa dobbiamo raggiungere in termini di guadagni e crescita ed al momento stiamo rispettando i programmi.

E se qualcuno pensa che questa crescita e questo guadagno derivino dal prodotto di punta, ossia il sistema operativo Ubuntu, sta pensando giusto. Ma non è certo il desktop ciò su cui la strategia è basata, quanto piuttosto il cloud. Infatti ad oggi i numeri raccontano di una supremazia indiscutibile, quantomeno nelle statistiche di marketing degli AWS, gli Amazon Web Services. Qui infatti la distribuzione delle istanze racconta come Ubuntu domini a quota 209.000, seguita da Amazon Linux AMI a 88.500 e Red Hat/CentOS a 31.400 (Microsoft Windows si attesta al quarto posto: 29.200).

È proprio qui il centro della strategia: il Cloud, a cui ovviamente va associato il discorso OpenStack che il buon Mark non ha esitato a sottolineare durante l’ultimo summit, mentre buona parte dei competitor hanno perso la battaglia per OpenStack, Canonical ha invece guadagnato enormemente e, secondo quanto auspica, continuerà a farlo.

Subito dopo aver spiegato come in Canonical ci siano poco meno di 600 (!) sviluppatori ad occuparsi dell’IoT (Internet Of Technologies) l’intervista si sposta sul discorso desktop environment, e sul recente passaggio a GNOME con conseguente abbandono di Unity, la cui riflessione finale è abbastanza chiara:

I do miss Unity, but I use GNOME.

Mi manca Unity, ma io uso GNOME.

Insomma, come al solito decisione e sicurezza di sé fanno di Mark Shuttleworth un interessante interlocutore anche se in ogni caso tra le righe si legge come in questa vendita ci creda moltissimo e ci stia investendo davvero tutto.

Non abbiamo nessuna Delorean disponibile per viaggiare nel futuro, ma chi lo sa, se diciamo che il 2019 sarà l’anno di Microsoft Ubuntu qualcuno se la sente di smentire categoricamente?

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

Una risposta a “Shuttleworth spiega dove andrà Ubuntu e soprattutto Canonical dopo l’OpenStack Summit di Vancouver”

  1. Avatar carlo coppa
    carlo coppa

    Ho utilizzato per anni Ubuntu e lo difeso spesso, ma oggi devo ammettere che la parola e i progetti di Mark S. hanno una credibilità attorno allo 0 e di questo un po’ mi dispiace.

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