Per Linus Torvalds la vera partita Linux la giocherà contro l’hardware

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Nel corso dell’evento denominato KubeCon + CloudNative + Open Source Summit e recentemente svoltosi in Cina, Linus Torvalds, creatore di Linux, è intervenuto a proposito delle prossime sfide che la sua creatura dovrà affrontare nell’immediato futuro e, più di tutto, ciò che lo preoccupa ha un nome preciso: hardware.

La citazione per chi la sa apprezzare era d’obbligo…

È Devops.com a riportare le parole del principale sviluppatore del sistema operativo più usato di internet (© sempre in attesa di certificazione) in questo interessante articolo.

La prima minaccia è rappresentata dal modello speculativo che Intel e gli altri processori usano per accelerare le performance. Se infatti Meltdown e Spectre sono stati i malware saliti alla ribalta per primi, molti ne stanno arrivando, vedi Fallout e Zombieland e, quel che è peggio, molti ne arriveranno.

Considerato il costo da pagare per tenersi al riparo, ossia una media del 15% di perdita di performance, vien da se come sia estremamente chiaro perché le prossime sfide avverranno esattamente in questo campo da gioco.

Allo stesso tempo la seconda problematica riguarderà la legge di Moore, infatti il suo limite si sta sempre più avvicinando e questa cosa si rifletterà sui team di sviluppo, al punto da stravolgerne la modalità di lavoro. Lo sviluppatore del caso per incrementare le performance della propria applicazione non potrà più contare sul raddoppio costante della potenza computazionale dei processori.

Insomma, i circa 1500 sviluppatori del Kernel Linux hanno molte sfide davanti a loro, ed a sottolineare questo nell’articolo viene citata anche l’affermazione di Jim Zemlin, executive director della Linux Foundation, secondo cui sarà sempre più necessario che i DevOps diventino DevSecOps, professionisti capaci oltre che di sviluppare anche di prevedere e rimediare le naturali problematiche di sicurezza che inevitabilmente affliggeranno i sistemi del futuro.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

6 risposte a “Per Linus Torvalds la vera partita Linux la giocherà contro l’hardware”

  1. Avatar Marble Madness
    Marble Madness

    DevSecOps… ma queste figure non dovranno avere un po’ troppe competenze?

  2. Avatar MasterBlatter
    MasterBlatter

    Ma il 15% di perdita di performance dove lo vedi?
    Anche gli ultimi bench di phoronix mostrano un 20% solo con bench specifici che effettuano scritture/letture in memoria o cambiano contesto/thread di continuo.
    Nei test di applicazioni reali (come anche la compilazione del kernel) la differenza è sensibilmente inferiore.

  3. Avatar MasterBlatter
    MasterBlatter

    Ma il 15% di perdita di performance dove lo vedi?
    Anche gli ultimi bench di phoronix mostrano un 20% solo con bench specifici che effettuano scritture/letture in memoria o cambiano contesto/thread di continuo.
    Nei test di applicazioni reali (come anche la compilazione del kernel) la differenza è sensibilmente inferiore.

  4. Avatar Fabio Indiana Liuk Bonf

    Applicazioni che cambiano thread di continuo oggigiorno devono essere la normalità, altrimenti che ce ne facciamo di tutti sti core?
    Basta pensare a un browser… oggi ogni tab è un thread.
    Se è vero quel 20% (ma anche il 15%) è davvero preoccupante, perché anche se noi umani usiamo magari solo 1 o due applicazioni alla volta, i processi e thread avviati normalmente su cui la CPU deve fare context switch sono molti, molti di più.
    Non può esistere un “you’re using it wrong” per un processore PROGETTATO per lavorare in multithreading spinto.

  5. Avatar CharlieP
    CharlieP

    La legge di Moore si avvicina, vero, il problema infatti non è dell’hardware ma del programmatore.
    Quando le risorse erano molto più contenute si facevano sempre software ottimizzati all’osso di quel poco che si aveva, oggi invece non si ottimizza più nulla, vedasi i videogiochi, una scheda video di oggi è 50 volte (e forse sono stato buono) di una scheda di 10 anni fa ma io non noto miglioramenti dello stesso ordine di grandezza, anzi. Siamo diventati veramente pigri, e chi ci rimette è sempre il portafoglio dell’utente. Con l’avvento della fine della legge di Moore bisognerà ritornare un po’ alle origini e male non fa.

  6. Avatar Fabio Indiana Liuk Bonf

    Sicuramente noi programmatori possiamo fare di più, ma se il mio software sullo stesso hardware, perde il 15% di performance, perché il sistema operativo è giustamente costretto a fare workaround per errori di progettazione hardware (che non mi pare siano ancora stati affrontati dai costruttori con soluzioni definitive), ho tutto il diritto di prendermela, sia da utente (che per di più paga di tasca sua il ferro) che da sviluppatore.
    Avete idea di quanto tempo e costi servono ad un’azienda cercare di migliorare le performance di un software (comunque ben scritto) di un 15% o anche un 10%?

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