Dopo quasi dieci anni di attesa, Slackware si presenta con la prima Release Candidate della sua prossima major version. Le novità sono molte e tutte degne di nota.
Patrick Volkerding, il creatore di una delle primissime distro Linux, ci consegna il frutto dei suoi titanici sforzi in concomitanza con il ventottesimo anniversario della sua nascita. Com’è noto, Slackware è stata la base di molte altre distribuzioni, e ha sempre puntato verso una direzione più “UNIX-Like” possibile per quanto riguarda la gestione del sistema vera e propria, prediligendo una modalità di configurazione più semplice e diretta possibile, senza fronzoli, e soprattutto rimanendo sempre fedele alla filosofia UNIX. Questo approccio, insieme alla mancanza della gestione delle dipendenze tra i pacchetti, è stato al tempo stesso amato e criticato, ma, quale che sia la propria opinione in merito, va comunque considerato che una distribuzione Linux nasce sempre con una serie di caratteristiche scaturite dalle esigenze e dalla professionalità di coloro i quali la creano: e sono proprio queste caratteristiche che la rendono unica.
This is the Unix philosophy: Write programs that do one thing and do it well. Write programs to work together. Write programs to handle text streams, because that is a universal interface. (Doug McIlroy, Bell System Technical Journal, 1978)
Questa è la filosofia Unix: scrivere programmi che fanno una cosa, bene. Scrivere programmi che funzionano insieme. Scrivere programmi che gestiscono gli stream di testo, perché quella è un’interfaccia universale.
Slackware comunque, da parecchi anni a questa parte, fornisce numerosi strumenti che la rendono maggiormente al passo con le distribuzioni più blasonate come RedHat o Debian: è possibile ad esempio gestire l’albero delle dipendenze tramite strumenti come slackpkg+ o slapt-get. Di base inoltre, proprio per la filosofia della distribuzione, i pacchetti che compongono la distribuzione saranno sempre quanto più possibili vicini all’upstream, senza alcuna patch, al contrario di quello che accade in altre distro. Il fatto, quindi, che fossero passati quasi dieci anni dall’ultima major release, era un’anomalia che però purtroppo era dovuta alle condizioni economiche di Volkerding, che ha sempre scelto suo malgrado di rimanere fedele a sè stesso e alle sue convinzioni a scapito della sua qualità di vita (esiste anche un Patreon per sostenere la distribuzione).
Nella 15.0-RC1 salta subito all’occhio il kernel 5.13, nuovo fiammante, che supporta quindi anche i processori M1, per chi si volesse avventurare in un’installazione su hardware Apple; e la presenza di un nuovo driver thermal per Intel, accontenterà anche chi non sia già passato a AMD Ryzen. Il touchpad del Lenovo Thinkpad funzionerà out of the box. Gli appassionati di musica dovranno fare però attenzione, in quanto sono state riportate alcune issue per lo startup di jackd, essenziale per l’interfacciamento con DAW come Ardour, durante l’acquisizione della priority real-time.
Troveremo GCC aggiornato alla versione 11.2, che quindi include lo standard gnu++17 per il linguaggio C++: questo significa che si potrà sfruttare tutte le nuove feature del C++20, comprese anche alcune feature del prossimo standard C++23, e più di 95 bugfix del compilatore dalla versione 11.1. E’ importante notare che le glibc, invece, rimarranno alla versione 2.33, almeno per il momento, dato che la versione 2.34 ha portato una serie di modifiche pesanti a livello strutturale, muovendo tutte le funzioni nella libreria principale. Chi storcerà il naso sapendo le recenti news riguardo alle versioni 2.32 e 2.33, con i CVE corretti nella 2.34, potrà stare tranquillo, in quanto le fix di sicurezza saranno messe in backport sulla 2.33 di Slackware che verrà inclusa nella 15. La 2.34 verrà probabilmente inclusa nel prossimo release cycle.
In generale i pacchetti sono più bleeding edge di quelli che si trovano in Debian 11: questo, anche se potrebbe sembrare rischioso, comporta anche che anche dal punto di vista della sicurezza troveremo numerose patch che vanno ad indirizzare alcuni degli ultimi CVE usciti: un esempio lampante sono le versioni 91 di Thunderbird e Firefox della Mozilla Foundation, incluse nella distribuzione. Probabilmente, prima della release ufficiale, si riuscirà anche ad avere gli ultimi bugfix di KDE Plasma. In ogni caso, per i fan di XFCE4, la versione inclusa è la 4.16, con tutte le novità riguardanti i miglioramenti del window manager, il revamp di Thunar, il file manager, il supporto nativo di GTK+-3, e di una serie di bellissime nuove icone basate sullo standard freedesktop.
Infine Slackware continua ad essere, insieme a Devuan, una delle ultime distribuzioni che non includa Systemd tra le sue dipendenze o i suoi pacchetti. Questa potrà essere una scelta che farà storcere il naso ad alcuni (e gongolare altri), ma fa parte della Vision del suo creatore, che preferisce rimanere fedele alla filosofia UNIX, sua caratteristica principale.
Il consiglio in generale è di non farsi spaventare dalla nomea della distribuzione, che, va detto, a dispetto della sua veneranda età, e rimanendo comunque coerente con se stessa, ha cercato di stare al passo con i tempi introducendo tutta una serie di feature che permettono un utilizzo più semplice, per venire incontro anche alle esigenze di chi vuole provare ad usare Linux sul proprio desktop senza impazzire per far funzionare anche soltanto la scheda Wireless.
Sostenitore di lunga data dell’Open Source, Sysadmin ma anche programmatore, mi appassiona qualsiasi cosa nell’IT che possa permettere un’espressione di creatività. Nostalgico della filosofia dei tempi andati, ma incuriosito dalle potenzialità dei paradigmi moderni.
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