Windows 10 includerà aggiornamenti automatici e silenti. Gli UnattendedUpgrades di Ubuntu in salsa Microsoft sono un bene?

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Christine Hall di FOSS Force ha scritto un articolo nel quale evidenzia come una delle nuove funzionalità di Windows 10 rappresenti un enorme (ed a sua detta l’ennesimo) limite nel sistema e dovrebbe convincere gli utenti a rivedere i propri piani di upgrade.

Di cosa si parla? Di questo principio di funzionamento, descritto da Tim Anderson di Microsoft:

  • The Software periodically checks for system and app updates, and downloads and installs them for you.
  • You may obtain updates only from Microsoft or authorized sources, and Microsoft may need to update your system to provide you with those updates.
  • By accepting this agreement, you agree to receive these types of automatic updates without any additional notice.

Riassunto in poche parole: il sistema si aggiornerà in maniera automatica e silente, a prescindere da quanto sceglierà l’utente.

Questa cosa è un bene o un male? Secondo l’autrice dell’articolo è assolutamente male, poiché la possibilità di incappare in un errore che comprometta il funzionamento della macchina è talmente alta da sconsigliare la gestione automatica di questo genere di cose.

In Ubuntu esiste un principio simile, che si chiama unattended-upgrades e fa nella sostanza la stessa cosa. Ciclicamente controlla se per la macchina esistono aggiornamenti pendenti e li applica di conseguenza.

Ancora una volta ed anche in questo caso: questa cosa è un bene o un male?

Usando il metro di giudizio utilizzato da Anderson la risposta sarebbe chiaramente no.

Eppure…

Eppure esistono ambiti in cui questa modalità di funzionamento ha un suo specifico senso. Si pensi ai recenti problemi di sicurezza ed a come questi abbiano impattato gli utenti inconsapevoli che, purtroppo, rimangono la fetta più grande dei pc connessi ad internet. Quanti PC esposti esistono oggi nel mondo? Quanti ne esisterebbero se ci fosse un sistema di update automatico?

Lo stesso ragionamento, estremizzando, può essere applicato ai sistemi Linux: quanti sistemi vulnerabili sono presenti sulla rete a fronte di update mancati? Quanti ne esisterebbero se ci fosse un sistema di update automatico?

Ma più di tutte le altre è forse questa la domanda giusta da farsi:

A fronte della disponibilità di update del nostro sistema, quante persone ne controllano l’effettivo funzionamento, il changelog o il feedback degli altri utenti? Quante invece schiacciano “aggiorna” e basta?

Quindi, a questa stregua, non ha forse più senso avere update automatici e silenti? A voi la parola.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

7 risposte a “Windows 10 includerà aggiornamenti automatici e silenti. Gli UnattendedUpgrades di Ubuntu in salsa Microsoft sono un bene?”

  1. Avatar RiccardoC
    RiccardoC

    dipende dal sistema operativo; su linux non è mai necessario riavviare in seguito agli aggiornamenti, ma solo consigliato se viene aggiornato il kernel (ed in futuro potrebbe non essere necessario nemmeno in quel caso con gli annunciati aggiornamenti “a caldo”). In poche parole l’utente può lasciare serenamente gli update automatici, in quanto non avrà nessuna interruzione non voluta.
    Ma su windows e mac os, dove gli aggiornamenti richiedono un riavvio ogni due per tre, come la mettiamo?

  2. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Beh è tutto relativo. Per Linux, se ad esempio un upgrade inficia determinati aspetti del funzionamento di un programma, penso ad esempio alla deprecazione di una voce in un file di configurazione che precluda il riavvio di un servizio, ci sono problemi.
    Va detto cmq che molte volte anche negli upgrade manuali cose come quella che ho descritto possono accadere, perciò vale il discorso di cui sopra.
    Per quanto riguarda Win e MAC (premetto che NON HO IDEA di come funzioni la cosa) mi aspetto che il reboot venga segnalato all’utente, il quale potrà scegliere quando effettuarlo… Altrimenti sarebbe davvero un non sense…

  3. Avatar RiccardoC
    RiccardoC

    sì chiaro che ci sono i casi limite, però per esperienza la necessità di riavvio in linux è rara.
    Il discorso sugli altri sistemi era relativo agli unattended upgrades, se sono unattended mi aspetto che debbano riavviare in automatico; uso per lo più Mac Os e la domanda che ti fa è “per installare questo aggiornamento devo riavviare, lo faccio adesso o dopo?” a cui segue una lista di possibilità tipo tra un’ora, stasera, domani etc.
    Però appunto così non è propriamente “unattended”

  4. Avatar Sleeping88
    Sleeping88

    Io penso che sia un bene, tanto la maggior parte degli utenti non guarda cosa cambia da un aggiornamento all’altro e clicca solo su aggiorna. Meno responsabilità si lasciano all’utente finale meno danni può fare. Comunque aggiorno da molto tempo regolarmente molti PC con windows 7 e 8 e nessun aggiornamento mi ha creato mai problemi, di nessun tipo. Forse il quadro non è così negativo come dice l’autore…

    Oltretutto le edizioni Pro potranno posticipare gli aggiornamenti.

    Poi penso che poco dopo l’uscita usciranno programmini per inibire gli aggiornamenti automatici, ma almeno l’utente medio avrà windows sempre aggiornato 🙂

  5. Avatar aytin
    aytin

    Diepende dal servizio, ma 99 su 100 gli script di postinst provvedono al suo riavvio.
    Su windows e su mac non mi pare che avvenga un riavvio coatto ma viene data all’utente la possibilità di riavviare dopo un tot di minuti (per salvare il lavoro in corso e non avere problemi)

  6. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Sì credo sia anche il mio punto di vista: un bene, più che un male. Almeno per l’utente medio.

  7. Avatar Sleeping88
    Sleeping88

    L’utente più avanzato troverà facilmente un modo per bloccare gli aggiornamenti o comprerà la versione Pro 🙂

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