Del progetto di IBM per portare Linux su mainframe di classe enterprise ne avevamo già parlato, ed ora presentiamo un piccolo rinnovamento.
IBM non si è limitata a migliorare ed aumentare la potenza hardware delle macchine dedicate al progetto, ma ha deciso di lavorare anche sul software usato o sviluppato con esse implementato alcune novità:
- ottimizzazione di Cloudant – database che memorizza le informazioni in formato JSON, tanto caro alle applicazioni per i dispositivi mobili;
- ottimizzazione di StrongLoop – tutta una serie di tool per sviluppo applicazioni Javascript basate su node.js, particolarmente usato per applicazioni web;
- porting di Ubuntu – già erano disponibili Red Hat e SUSE, ma arriva il frutto della collaborazione con Canonical (prima chicca).
- porting di GO – linguaggio di programmazione inventato e sviluppato da ingegneri di Google, che promette di essere al contempo facile da scrivere, veloce da compilare e rapido nell’esecuzione (seconda e vera chicca);
Queste novità sono sicuramente in grado di mantenere il progetto interessante ed attuale, soprattutto se unite a tecnologie che già erano disponibili per questo sistema (come i container Docker) o al sempre crescente interesse l’IoT (Internet of Things) o il Cloud: questo mix di vecchio e nuovo sembra decisamente pronto per il futuro.
Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.
Lascia un commento