Emacs torna indietro per uniformità

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Come ben sappiamo, molti software liberi sono stati portati su piattaforme non libere, questo sempre a favore della libertà di scelta degli utenti.

E, spesso, quando una particolare “variente” di un software libero acquisisce una base importante di sviluppatori, vengono introdotte funzioni specifiche per il sistema (o che sfruttano specificità nelle librerie di sistema).

Questo quanto accaduto ad Emacs, il popolare editor di testo figlio di Stallman, nella sua versione 24.4, che gli ha fatto fare un salto in avanti in ambiente macOS (ai tempi OSX) grazie alla riscrittura del motore di rendering del testo basato su Core Text. Oltre a portare miglioramenti significativi nella gestione e nella visualizzazione del testo, questo motore permetteva il rendering corretto delle emoji colorate.

Non che fosse la feature definitiva, però era una cosa in più che certo non dava fastidio a nessuno.

Con la versione 25.1 questa feature è sparita, accompagnata dal seguente changelog:

On the OS X Cocoa (“Nextstep”) port, multicolor font (such as color emoji) display is disabled. This feature was accidentally added when Emacs 24.4 included the new Core Text based font backend code […]. This will be enabled again once it is also implemented in Emacs on free operating systems.

Sul porting per OS X Cocoa (“Nextstep”), la visualizzazione di font multicolori (come le emoji colorate) è disabilitata. Questa funzionalità è stata accidentalmente aggiunta quando Emacs 24.4 ha incluso il codice del backend dei font basato su Core Text. Questo sarà abilitato ancora quando verrà anche implementato in Emacs su sistemi operativi liberi.

A sottolineare questa cosa è stato lo sviluppatore Emacs Sebastian Wiesner, che nonostante contribuisca attivamente ad Emacs avendo sviluppato Flycheck, un plugin per il rilevamento degli errori di sintassi in tempo reale, è rimasto amareggiato dal passo indietro:

In the FSF’s little ivory tower of free software happiness this decision surely makes sense, but as a user, as a maintainer of a popular Emacs package that tries to deliver a great user interface, I feel like I’m being given the finger. It is a clear message that no matter what we contribute as MacOS users we will always be second-class citizen in Emacs land.

We are not welcome, and never will be.

Nella piccola torre d’avorio felice del free software della FSF [Free Software Foundation, ndt] questa decisione ha decisamente senso, ma come utente, come manutentore di un pacchetto Emacs famoso che cerca di fornire una bella interfaccia utente, mi sento come se mi avessero fatto il dito. E’ un chiaro messaggio che non importa a cosa abbiamo contribuito, come utenti MacOS saremo sempre cittadini di seconda classe nella terra di Emacs.

Non siamo i benvenuti, e mai lo saremo.

Ora, personalmente, se posso capire (o giustificare) questa decisione per garantire una certa omogeneità tra le versioni Emacs sui diversi sistemi operativi, fatico a comprenderne il senso. E’ stata volontariamente rimossa una feature funzionante e la motivazione è che i sistemi operativi liberi ancora non sono al passo con i tempi.

Sarà mai riattivata?

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.