Ubuntu Touch: La fine del progetto ?

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Avevamo annunciato il debutto di Ubuntu Touch un paio di anni fa, e circa 3 mesi fa avevamo parlato di un tool sviluppato da Marius Quabeck che permetteva di installare Ubuntu touch ( e non solo ) in maniera molto semplice.

A seguito di questo e di un possibile sviluppo o espansione del progetto, da parte di Canonical arrivano brutte notizie in quanto sembrano essere tempi duri per i pochi utenti Ubuntu Phone.

Pat McGowan, responsabile di Canonical, ha dichiarato che non ci saranno nuovi modelli di Ubuntu Phone o aggiornamenti importanti per i dispositivi già in commercio.
Questo significa che al di la di eventuali bugfix o patch di sicurezza, non sono previste nuove funzioni in arrivo per gli smartphone che montano Ubuntu.

Al momento Canonical sta dedicando il proprio effort allo sviluppo del sistema desktop e del nuovo Unity 8.
Questo comporta un allungamento dei tempi per lo sviluppo del sistema mobile con il rischio di far morire tutto l’ecosistema ancor prima di completarlo ufficialmente.

Non si parla ancora di dismissione del progetto o cessazione del supporto ma accantonare un progetto per seguirne un altro può essere l’inizio della strada per la sua dismissione e Canonical dovrà decidere su cosa puntare.

Non resta che stare a vedere

6 risposte a “Ubuntu Touch: La fine del progetto ?”

  1. Avatar Lorenz
    Lorenz

    La penso anche io come te. Io ti dirò, sono anche curioso di sapere cosa si sono dette durante le loro “riunioni” e come pensassero di strappare market share ai due colossi tenendo conto che neanche Microsoft con la sua immensa forza (che mi sa che è un filo maggiore di Canonical) ce l’ha fatta. boh. Comunque si, un vero peccato. I nuovi competitor sono sempre ben accetti

  2. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Ma infatti secondo me questo è un chiaro esempio di mal gestione del “planning”. Se entri a gamba tesa e ti aspetti di diventare il padrone del mondo picchi il muso, soprattutto in un mercato come quello degli smartphone…

    Non è difficile pensare come Shuttleworth (il quale poco più che ventenne aveva venduto la sua Twathe a Verisign per 575 MILIONI di dollari) un po’ di manie di sto tipo le abbia.
    Certo avere un altro PICCOLO competitor non sarebbe stato male. Magari associarsi ad un solo produttore, dare garanzie ai clienti (se acquisti questo telefono ti garantiamo che per 5-10 anni almeno lo manteniamo) e cercare di fare davvero la differenza con qualcosa di innovativo (penso a qualcosa di specifico, tipo console, ssh, quelle cose che a noi informatici interessano) magari avrebbe aiutato.
    Amen, sarà per la prossima!

  3. Avatar Paolo
    Paolo

    uè gente, Sailfish Os esiste ancora 😉
    http://www.sailfishos.org
    jolla.com

  4. Avatar Erlembaldo
    Erlembaldo

    Canonical, nonostante le scelte assai discutibili, ha fatto molto per il mondo Linux… per esempio, è riuscita, tramite la distribuzione Ubuntu, a far migrare i miei 70enni genitori da Windows a Linux definitivamente. A parte la storia locale, penso che Canonical abbia dato un po’ di sprint allo sviluppo in direzione desktop per gli utenti meno abili… cosa che, se permettete, un’azienda molto più danarosa e storica come Red Hat non ha mai fatto. Tuttavia, rimane sempre il problema che ha da sempre colpito il mondo Linux: l’eccessiva dispersione delle forze. Ubuntu Touch era un ottimo progetto… è un peccato che sia nato in un momento durante il quale non se ne avvertiva affatto il bisogno. Io, personalmente, avrei sognato una Canonical che si sarebbe presa cura di Debian e lo avrebbe aiutato ad essere ancora migliore… un po’ come fa Red Hat con Fedora (del resto, è la base del suo business). Invece, pare proprio che Debian debba fare sempre tutto da solo, con Canonical che perde tempo a rincorrere chimere telefoniche e ad abbellire un’interfaccia grafica della quale nessuno sentiva la mancanza…

  5. Avatar Gabriele
    Gabriele

    Ti faccio notare, però, che ci sono ampi settori dove, al di la della mancanza di App ritenute “fondamentali” conta molto di più poter avere garantita la privacy ed il fatto che i propri dati/comunicazioni non siano in mano, da una parte o dall’altra a colossi esclusivamente americani. Quando il Ministero della Difesa italiano (mica un’azienda privata) migra tutti i propri PC su un sistema operativo che oltre ad essere chiuso, prevede nelle EULA il fatto che possa fare a piacimento la trasmissione di dati e gli aggiornamenti senza il preventivo consenso dell’utente utilizzatore, significa a mio modesto parere, che del problema della sicurezza dei dati frega poco. Cavolo, il Ministero della Difesa italiano, ha, sostanzialmente, la gestione dei propri PC da remoto in mano ad un’altra nazione…. fate voi

  6. Avatar Andrea della rocca
    Andrea della rocca

    Peccato speriamo che qualcun’altro o un azienda produttrice di cellullulari e smarthphone prenda in mano il progetto e lo gli porti nuova linfa di idee ,mercato e businness

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