Kubernetes e l’open source dominano la scena container

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L’azienda Sysdig sviluppa un software open source specificatamente pensato per il monitoraggio di container. Con un’interfaccia simile a quella fornita dal famoso comando top, permette di avere un’idea nel dettaglio di cosa sta succedendo nei container presenti sulla nostra macchina e/o infrastruttura. Questo oltre ad un sistema in-cloud per il monitoraggio dei container che non eroghiamo direttamente.

Grazie ad un parco clienti molto elevato, riesce ad avere un’idea di come si sta muovendo l’ambiente dei container, sia riguardo la distribuzione degli stessi sui singoli host, sia sulle tecnologie utilizzate.
E proprio da un analisi effettuata in questa prima parte del 2017 sono usciti alcuni dati interessanti.

Per prima cosa, nonostante l’uso dei container permetta di sfruttare meglio le risorse del singolo server (rispetto alle VM), la media di distribuzione è di circa 10 host per macchina; il tutto con dei picchi interessanti che vanno da host che erogano un singolo container, ad altri che ne erogano 95 insieme.

Per quanto riguarda i sistemi di orchestration dei container, il vincitore assoluto risulta essere Kubernetes, il software inizialmente creato da Google e donato alla Cloud Native Computing Foundation: circa il 43% degli utenti Sysdig utilizzano proprio questo sistema; questa percentuale comprende anche le soluzioni più complesse che, alla base, utilizzano proprio questo software, come OpenShift di RedHat e Tectonic di CoreOS.

Abbiamo poi un 9% che utilizza Mesos o DC/OS, ed un limitato 7% che utilizza la soluzione integrata di Docker, Swarm. Infine, ci sono realtà che sviluppano la propria soluzione di orchestration o che, semplicemente, usano i container in maniera indipendente. Nonostante ci sarà sempre chi utilizza i container in “manuale”, Sysdig afferma che nel tempo il numero di realtà che non usano sistemi di orchestration risulta sempre minore, e che la tendenza sembra andare su queste soluzioni.

Infine, un analisi sulle immagini di container più utilizzate sono gli elementi open source degli attuali stack applicativi: PostgreSQL (database), Elastic (ricerca ed indicizzazione), Redis (cache), MongoDB (NoSQL), etc.

Ovviamente, Apache ed Nginx si trovano anch’essi tra i primi della lista, insieme ad un altro progetto open, Fluentd, che viene utilizzato spesso dagli orchestrator come sistema di logging centralizzato (di fatto, è un componente di Kubernetes stesso).

L’ambiente è sempre in evoluzione, dunque, anche se i player sembrano ormai definiti e stabili, sentendone parlare oramai da diversi anni. Vedremo se il futuro ribalterà la situazione, o se i vincitori sono oramai definitivi.

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

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