Mastodon: l’uccellino in salsa open source

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Oramai di social network ne abbiamo in tutte le salse, dai giganti Facebook e Twitter, a quelli utilizzati da specifiche categorie di persone (come Ello, particolarmente in voga tra i cosiddetti “creator”).

Iniziati -quasi- tutti con lo scopo di mettere in contatto le persone, sono oramai diventati una fonte quotidiana anche di notizie di qualsiasi tipo, e spesso anche il modo più rapido per parlare direttamente con le aziende ed i vari servizi clienti.

Quello che hanno in comunque questi social network è che, se anche molto spesso utilizzano, promuovono e contribuiscono all’open source, il codice stesso di questi software è in mano alle aziende che ci stanno dietro, che si guardano bene dal condividerlo. E, sempre come conseguenza di questo, i server su cui alla fine vengono ospitati i nostri dati sono anch’essi in mano a queste aziende.

In questo periodo stanno nascendo diverse alternative, con lo scopo di rendere l’ambiente social più decentralizzato e libero rispetto all’attuale: da quelli che riutilizzano feature già consolidate del web come i feed rss, a veri e propri progetti ex novo.

Uno di questi, di cui si sta parlando particolarmente negli ultimi tempi, è Mastodon. Il progetto stesso si descrive in questo modo:

Mastodon is a free, open-source social network. A decentralized alternative to commercial platforms, it avoids the risks of a single company monopolizing your communication

Mastodon è un social network libero ed open-source. Un’alternativa decentralizzata alle piattaforme commerciali, evita il rischio che una singola compagnia monopolizzi le tue comunicazioni

Parte dai concetti di base di Twitter, ovvero la possibilità di seguire ed essere seguiti, oltre alla pubblicazione di contenuti con un numero di caratteri limitato (su Mastodon sono 500 per “toots”, l’equivalente di un tweet), ma a differenza del famoso social dell’uccellino, questo ha un’architettura decentralizzata, ovvero chiunque può mettere in piedi il proprio server Mastodon ed utilizzarlo, sia in maniera indipendente, sia nel network di tutti gli altri sistemi.

Ed, ovviamente, questo è possibile grazie al fatto che l’intero codice è disponibile su GitHub, permettendo a chiunque di vedere come le cose vengono fatte per davvero, e magari personalizzarsi il proprio server 😉

Insomma, in questi giorni sta riscuotendo molta attenzione, al punto che il primo sito (quello da cui tutto è partito, ovvero mastodon.social) non accetta al momento nuove iscrizioni causa elevato carico sulle macchine; fortunatamente la sua natura decentralizzata fa si che il tutto continui a funzionare, basta accedere ad una delle altre istanze. Qui trovate una lista di tutte le istanze ordinate per uptime e disponibilità di registrazione.

Con 421 istanze conosciute e più di 140000 utenti già iscritti, il progetto sembra promettente. Solo il tempo ci dirà se l’open source avrà la meglio.

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

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