Submelius, un malware che colpisce Chrome

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Se siete tra gli utenti che utilizzano Chrome per guardare contenuti in streaming su portali non propriamente leciti, abbiamo una brutta notizia per voi: Submelius.

Il team di ESET ha recentemente notato un drastico aumento della diffusione di JS/Chromex.Submelius, un trojan che effetua un redirect nel browser, re-indirizzando l’utente ad una pagina che presenta contenuti malevoli.

Fin qui nulla di originale, chiunque frequenti questo genere di siti sa benissimo che deve sorbirsi milioni di pop-up, pubblicita’ discutibili, warning ridicoli, prima di riuscire finalmente ad accedere al contenuto. Submelius si differenzia dagli altri perche’ reindirizza l’utente su una pagina che richiede di cliccare su “Accetta”; a questo punto si viene rimandati al Chrome Web Store (vero!) e ad installare alcune piccole estensioni per visionare quello che interessa. Queste estensioni sono pressoche’ inutili ma i permessi che utilizzano permettono al trojan di accedere, leggere e modificare tutti i dati che passano nel browser durante la navigazione. In breve, il vostro PC sembrera’ perfettamente in salute, ma qualcuno da qualche parte si sta appuntando i dati della vostra carta di credito/Paypal o qualsiasi altro dato sensibile.

Tutto questo sembra davvero una non-notizia visto che nel 2017 si da praticamente per scontato che nessuno clicchi o installi cose con tale leggerezza (e, onestamente, anche palesemente sospette). Purtroppo dalle analisi di ESET si apprende che, per quanto riguarda l’Europa, l’Italia e la Spagna sono in assoluto le piu’ colpite, con picchi che arrivano al 45% delle minacce totali rilevate!

Non ci sono antivirus che possano difenderci quando manca ancora in modo cosi’ evidente una consapevolezza tra sedia e tastiera.

 

Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.

7 risposte a “Submelius, un malware che colpisce Chrome”

  1. Avatar davide
    davide

    Brutta roba anche perchè è totalmente cross-platform… Sconsiglio sempre lo streaming online proprio per via di questi rischi (oltre che personalmnete non riesco a sopportare l’idea di passare per mille redirect, pubblicità e quant’altro prima di arrivare al vero e proprio stream). Meglio scaricarsi i torrent ma per reperirli sul web si va praticamente incontro agli stessi problemi, l’unica salvezza sono i client torrent con ricerca integrata tipo qBittorrent

  2. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    L’unica salvezza è acquistare regolarmente i contenuti, siano film, serie, partite o altro 🙂

  3. Avatar davide
    davide

    Si infatti è quello che faccio personalmente… Però visto che l’argomento è tecnico, ho scritto quale a mio avviso è l’unica soluzione tecnica…

  4. Avatar golden
    golden

    Al di là del discorso “legalità”…

    Dovendo scegliere tra torrent e streaming ho sempre preferito i torrent! Soprattutto da quando ho scoperto la funzione “scarica in ordine sequenziale” in qbittorrent, che praticamente mi fa vedere i video come se fossero in streaming.

    Per il fattore comodità (ma solo per film/serie in ligua originale sottotitolate in italiano), ti segnalo due bei programmini:
    – popcorn time (occhio però a scaricare solo la versione ufficiale su https: // popcorntime. sh, e non altre versioni dalle dubbie origini)
    – stremio

    Open source, basati sui torrent e comodissimi.

  5. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Io rimango comunque dell’idea che oggi tra Amazon prime, netflix o anche lo stesso Sky per assurdo, con annessi abbonamenti da 7 euro al mese è abbastanza sciocco doversi districare tra Torrent e siti poco affidabili.

  6. Avatar golden
    golden

    Purtroppo o per fortuna, il digitale è intrinsecamente “open source” (nel senso più ampio del termine), anche nei contenuti, per quanto cerchino chiuderli.

    Se la gente continuerà a condividere film e musica, tanto vale che lo faccia con sistemi affadabili, ed i torrent lo sono certamente di più dei siti di streaming.

    D’altro canto, se oggi abbiamo netflix o spotify con abbonamenti a 7 euro al mese, lo dobbiamo anche (se non soprattutto) a napster e successori 😉

  7. Avatar Kim Allamandola
    Kim Allamandola

    Mi fa piacere prender spunto da questo per proporre una riflessione: non vi viene in mente che tutte queste “architetture” plug-in/extension/…-based siano state create in risposta ad un problema “banale”: non abbiamo package manager adatti ai moderni bisogni?

    Voglio dire, se avessimo una buona soluzione per gestire i pkgs perché useremo TeXLive via “tlinstall”, Emacs con Elpa/el-get/…, Python con pip&c, Perl con CPAN, Ruby con Gem, … Chrome con le estensioni? A ben guardare nei pkg-man delle varie distro/OS abbiamo alcune “estensioni” pacchettizzate ma alla fine per “le cose serie” non le usiamo.

    Non sarebbe il caso anziché puntare sullo stile Windows-iano dove ognuno fa quel che vuole ed il concetto stesso di package management è aleatorio (ogni riferimento a snaps, flatpack, PBI, … NON è puramente casuale) mettersi a discutere di un progetto di lungo periodo per cambiare in meglio i nostri package managers? Dopotutto son stati inventati proprio perché senza non si viveva bene e a quanto mi consta questo bisogno permane tutt’ora…

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