Slackware compie 24 anni

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L’elenco delle distrubuzioni linux più citate e longeve normalmente si limita a due: Debian e Red Hat. Il motivo è la diffusione: sono entrambe ampiamente usate in ambito enterprise, e sono entrambe alla base di altre distribuzioni diffuse, anche per uso desktop (Ubuntu o Fedora, solo per citarne due).
Ma esiste anche una mitica distribuzione, l’origine di tutto, il vero punto di riferimento, tanto che distribuzioni che volevano essere le nuove fondamenta di linux (come Arch e Gentoo) hanno preso a modello: Slackware.

Slackware fu creato da Patrick Volkerding nel 1993 come correzione e miglioramento di una delle prime distribuzioni commerciali disponibili, SLS di Peter MacDonald; rappresenta anche uno dei primi casi di scontro tra mondo opensource e closedsource: MacDonald, informato da Volkerding delle modifiche fatte per integrarle nel suo sistema, pretese (una parte di) paternità su Slackware in quanto utilizzati alcuni suoi script di compilazione. Volkerding decise di riscrivere quegli script e dar vita ad una distribuzione autonoma, anche perché ormai i cambiamenti apportati riguardavano tutto il software.

Presto la distribuzione prese piede, e altrettanto velocemente Volkerding diede una dimensione commerciale al progetto: open source e vendita possono andare d’accordo per creare business.

La distribuzione da sempre si basa sulla semplicità, intesa proprio a livello di architettura e software ma non di uso. Ne è un esempio il package manager, che permette installazione, upgrade e rimozione di un pacchetto (spesso da compilare), ma non conosce il concetto di dipendenza: è l’utente a dover sapere quali pacchetti e in che ordine vanno installati o rimossi.
Questa sua spartanità estrema è sempre stata apprezzata dagli utenti più smanettoni, ma in generale rende la vita difficile agli utenti, tanto da aver relegato Slackware in una nicchia per pochi entusiasti.

Nonostante questo, dopo ben 24 anni, la distribuzione rimane viva: è ancora mantenuta dal suo creatore, ed è sempre apprezzata per la sua qualità. Le versioni vengano rilasciate con tempi lunghi (per esempio l’ultima, la 14.2, è dell’anno scorso, mentre la 14.1 è del 2013), la distribuzione risulta moderna (per esempio usa il kernel 4.4 LTS), ma la capacità di eseere una rolling-release permette di installare le ultime patch e aggiornamenti disponibili (e il kernel 4.9 LTS).

Non possiamo che augurare ancora lunga vita a Slackware! Che dite, vale una prova?

P.S. Viste le discussioni e i dissapori su systemd, chissà che la sua mancanza in Slackware non ne segni un ritorno in grande stile! 😉

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.