Ecco perché RedHat ha adottato systemd, parola di Jim Whitehurst (CEO dell’azienda)

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Nel corso dell’ultima sessione di Q&A (Questions and Answers) tenutasi in occasione del ventitreesimo anniversario della prima release di Red Hat Linux, Jim Whitehurst (CEO dell’azienda) ha risposto a diverse domande da parte degli utenti di Slashdot.

Moltissimi i temi, diverse le risposte, ma una in particolare su tutte ha catalizzato l’attenzione:

Systemd, WTF???

Molto chiara e palese nella sua essenza, peraltro poi motivata tecnicamente dall’autore (se qualcuno ha utilizzato il mount NFS al boot con systemd ha idea del problema) ed usata dallo stesso CEO di Red Hat come ombrello per tutte le domande relative a systemd che sono state, manco a dirlo, molte.

La risposta risultante è stata articolata, cliccando sul link sopra la potete leggere nella sua interezza, ma l’estratto dei punti chiave è il seguente:

  • System V init ha fatto il suo tempo;
  • Pur considerando ogni alternativa per RHEL (compreso upstart di Canonical) systemd è risultato l’unico progetto semplice, estendibile e scalabile: un’interfaccia ben definita su cui poggiarsi per il futuro;
  • Era inevitable che il cambiamento risultasse impattante per molti, ma la collaborazione di Red Hat con le diverse tipologie di utenti, come ad esempio quelle di telecomunicazione e dei dispositivi embedded, ha provato come in realtà systemd sia stato adottato senza problemi;
  • Per un nuovo utente imparare systemd non è dissimile da System V;
  • I falsi miti (lettura consigliata) ed il fatto che il dibattito su systemd sia stato valutato ed accettato dalla community Debian comprovano come non sia una tecnologia Red Hat centrica;
  • Ci sono degli oggettivi vantaggi come il tracciamento dei processi a livello di servizio, la possibilità di uccidere i demoni in maniera appropriata, l’utilizzo semplice dei cgroups per assegnare risorse ed infine l’effettiva risoluzione del problema relativo alla gestione dei servizi dipendenti uno dall’altro;

In sostanza, se ci fosse stato bisogno di una conferma definitiva, systemd sarà ancora al centro degli investimenti di Red Hat almeno finché non esisterà una reale e convincente alternativa, parola del capo!

E voi che ne pensate?

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

4 risposte a “Ecco perché RedHat ha adottato systemd, parola di Jim Whitehurst (CEO dell’azienda)”

  1. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Non penso proprio. Certo tra 10 anni Linux non sarà quello che è oggi, ma sono convinto che systemd sarà sicuramente ancora lì.
    Chi si oppone a prescindere a systemd non trovo abbia un approccio lucido. Migliorabile? Certamente. Software migliori? Al momento non ce ne sono.

  2. Avatar sabayonino
    sabayonino

    mamma mia,,, che drasticità 😀

  3. Avatar Paolo
    Paolo

    io eviterò systemd finché posso, poi vedremo il futuro come sarà.

  4. Avatar Ivan Linty
    Ivan Linty

    molto bacato e poco unix compliant. se farà troppo schifo morirà da solo.

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