Google saluta Ubuntu e da il benvenuto a Debian

1

E’ arrivata la conferma ufficiale da parte di Google: per i client presenti nell’azienda, Big G ha deciso di abbandonare Goobuntu, sviluppata internamente e basata sul famoso Ubuntu di Canonical, in favore di gLinux, basa sul ramo testing di Debian.

Anche in questo caso la decisione di Google è stata quella di prendere un prodotto open source, introdurci delle variazioni – ogni pacchetto di Debian Testing viene preso, ricompilato testato e sistemato, introducendo modifiche o patch, prima di aggiungerlo ai repository utilizzati da gLinux – ed utilizzarlo solo internamente, senza rilasciare alcunchè pubblicamente.

Quindi non perdete tempo cercando di scaricare Goobuntu o gLinux, sono di Google e vivranno solo per Google.

La parte interessante è che Google ha rilasciato anche un whitepaper in cui mostra le scelte architetturali per la gestione di un parco client così ampio (stiamo parlando di circa un quarto di milione di macchine): viene utilizzato il sistema Puppet in modalità Masterless!

Sono quindi i client stessi che scaricano da un punto centralizzato le configurazioni puppet e le applicano in locale sulla macchina. Insieme all’uso di PXE e TFTP per l’installazione via rete di queste immagini.

Quindi, grazie a Puppet ed alla combinazione PXE+TFTP, Google è in grado di reinstallare un qualsiasi client all’interno della sua rete in meno di 30 minuti, in maniera autonoma e senza necessità di intervento umano di qualsiasi tipo.

Il tutto per avere un bel desktop con release recenti del software con un’interfaccia grafica GNOME supportata da Wayland.

Non male insomma, anche se a me piacerebbe mettere le mani su uno di questo OS per dare un occhiata sia al lavoro fatto dall’IT di Google, sia a quanta innovazione NON viene riversata nella comunità.

Siete interessati?

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

Una risposta a “Google saluta Ubuntu e da il benvenuto a Debian”

  1. Avatar Erlembaldo
    Erlembaldo

    Eh sì, mi sembra un’ottima idea: prendo Debian, frutto del lavoro volontario e gratuito di migliaia di persone, lo modifico per i fatti miei e non ridistribuisco ciò che modifico, sebbene sia basato, come detto precedentemente, per il 90% sul lavoro, sempre rigorosamente gratuito, di volontari … Ottima prova di civiltà, grazie Google. Mi devono pagare se vogliono che prenda ancora un telefono con sistema operativo Android.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *