La certificazione OSHWA, ossia l’associazione per l’hardware OpenSource, era stata presentata durante il summit del 2016, dopo più di un anno e mezzo di discussioni all’interno della community.
Dopo due anni, l’associazione presenta la certificazione 2.0, sempre basata sulle definizioni a cui i produttori devono attenersi ed orientata all’utente finale, per rendere pubblico e comprensibile il prodotto e soprattutto se questo rispetta il credo OpenSource. In particolare:
The certification logo gives users confidence that they will be able to access, build upon, and hack any hardware that they receive.
Il logo di certificazione da agli utenti la garanzia che questi saranno liberi di accedere, costruire e modificare qualsiasi hardware essi ricevano.
Quanti sono oggi i produttori che partecipano al progetto? Al momento si contano 170 progetti distribuiti in 18 paesi attraverso i 5 continenti. Niente male per un’associazione “open”.
C’è da scommettere che al prossimo summit a Cambridge in Massachusetts, molte saranno le novità e chissà se per allora questi numeri saranno destinati ad incrementare.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
Lascia un commento