Primi effetti su Wine per Oracle vs Google… E se Microsoft decidesse qualcosa di simile?

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Solo poco tempo fa, nel caso che vede Google contrapposta ad Oracle, abbiamo dato la notizia della decisione della corte di ritenere le API di Java sotto copyright, e il loro uso (con reimplementazione su altri sistemi) da parte di Google illegittimo; ora i primi effetti – la paura – di quella sentenza si cominciano a vedere.

Domenica 1 aprile (Pasqua), nella newsletter di Wine, è comparso un messaggio:

Does anyone know exactly how much this ruling affects Wine? Can we ask the SFC for a legal opinion?

Qualcuno sa esattamente in che misura questa sentenza impatta Wine? Possiamo interpellare l’SFC [Software Freedom Conservancy] per un parere legale?

La preoccupazione nasce dal fatto che Wine rende trasparenti le chiamate alle API per il programma (pensato in origine per funzionare nativamente sotto Windows) e si teme quindi che Microsoft possa intentare una causa simile a quanto fatto da Oracle contro Google. Con un precedente simile la vittoria sarebbe molto probabile.

Come potete ben capire l’analogia è molto forte, tanto che il comitato di gestione di Wine venerdì ha risposto di essere già in contatto con la Software Freedom Conservancy:

The committee has been in contact with Conservancy about this.

Il comitato ha già preso contatto con la Conservancy a questo riguardo.

La Software Freedom Conservancy è un’organizzazione nata nel 2006, che (come la Free Software Foundation) ha l’obbiettivo di promuovere e difendere l’esistenza di software gratuito, libero e open source (FLOSS – Free, Libre, Open Source Software). Conta ormai più di 40 progetti, compresi Git, BusyBox, Boost, Inkscape, QEMU e – appunto – Wine.

Quindi?

As of now, what we’ve learned is that it’s too early to know the effect the decision will have. It’s important to note that the decision isn’t binding on any other courts in the country, and it could be years for the appeals process to complete.

Per ora, quel che sappiamo è che è troppo presto per sapete che effetto avrà la sentenza. È importante notare che la sentenza non lega alcuna altra corte del Paese, e che potrebbero volerci anni per completare il processo di appello.

Insomma, non è ancora stata detta la parola fine. Al meglio, rimandato di qualche anno. Chissà che per allora Microsoft non abbia deciso di regalare le API di Windows alla comunità Linux, di cui ormai fa parte… 😉

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.

3 risposte a “Primi effetti su Wine per Oracle vs Google… E se Microsoft decidesse qualcosa di simile?”

  1. Avatar carlo coppa
    carlo coppa

    Mi dispiacerebbe…ma da quando sono passato a Gnu/Linux non ho mai avuto bisogno di wine per mia fortuna e se posso evito come la peste applicazioni non native. Posso anche capire che per qualche utente è importante, ma vedo che spesso gli utenti ne abusano installando roba che ha una controparte nativa anche migliore.

  2. Avatar Marco Bonfiglio
    Marco Bonfiglio

    Per molte attività la penso come te, ma ci sono casi in cui non si hanno alternative. Per esempio, la release di Teamviewer per linux – usatissimo per avere accesso desktop remoto (anche per fornire/ricevere assistenza) – è composto da un demone nativo e l’installer -automatizzato- windows per l’esecuzione dell’interfaccia; si porta dietro wine per essere sicuro di poterlo trovare ed usare. Questo assicura la stessa interfaccia per l’utente indipendentemente dalla piattaforma e semplifica la vita agli sviluppatori (che per linux dovranno pensare solo al demone specifico, mentre svilupperanno una sola volta l’interfaccia).
    Oltre al problema pratico (l’uso di un’applicazione specifica), c’è un problema più filosofico: un’API, che (semplificando, ma nemmeno troppo) è un mero indice delle cose che un software può fare, è giusto che sia non replicabile (ovvero sotto copyright)? Per me no. È come dire che se esiste una panetteria che vende pane (offerta al cliente, la API), non può esisterne un’altra perché avrebbe la stessa offerta, il pane. Per me potrai mettere sotto copyright la ricetta (il codice che implementa quelle API), e quindi nessun’altra panetteria potrà offrire quel pane, ma il concetto stesso di pane (il nome dato alle funzioni) deve essere riutilizzabile da chiunque.
    Spero di esser stato chiaro. 😉

  3. Avatar carlo coppa
    carlo coppa

    …se non sbaglio da poco è stata rilasciata una versione nativa per Linux di Teamviewer, senza quindi la necessità di wine. Comunque si in alcuni casi, non molti ci può essere la necessità. Fortunatamente io anche per lavoro non ho mai dovuto ricorrere a wine.

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