Dopo Monaco, anche la Bassa Sassonia abbandona Linux

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Brutte, brutte notizie per il mondo Linux.

Stavolta non si tratta dei soliti Meltdown/Spectre che ormai infestano qualsiasi cosa, ma di un’altra amministrazione pubblica che sceglie di abbandonare il Pinguino.

In passato abbiamo seguito con interesse le vicende legate alla città di Monaco che ha scelto di abbandonare LiMux (la loro personale distribuzione Linux) dopo soli 5 anni dall’epica migrazione da Windows.

Come riporta il sito tedesco Heise, purtroppo Linux si è perso per strada anche tutta l’infrastruttura del Fisco dello stato della Bassa Sassonia, nel nord della Germania.

Una portavoce del Ministero delle Finanze ha confermato che circa 13.000 workstation passeranno da OpenSUSE (prima ancora c’era Solaris!) a Windows 10 per “standardizzare gli ambienti” visto che in ambito finanziario Windows è gia utilizzato “su larga scala”. Il tutto ovviamente nel nome della semplificazione delle procedure e dello sviluppo software.

Per molte aree infatti, la compagnia IT.Niedersachsen che si occupa della gestione IT dello Stato, ha sviluppato il Niedersachsen client basato su Windows 8.1 e Office 2013 per gestire le esigenze amministrative.

Il client, comunque, prevederebbe la possibilità di utilizzare soluzioni open per il normale lavoro d’ufficio (suite da ufficio, browser, mail client). Usiamo il condizionale perché sta poi all’ente scegliere se implementare o meno queste soluzioni… ed abbiamo già intuito l’epilogo.

La portavoce esprime comunque le sue perplessità questionando un po’ l’idea di “soluzione standard”. Standard per chi ed in base a cosa? Ogni dipartimento ha necessità diverse, portando ad esempio le esigenze che potrebbe avere la Polizia rispetto al Fisco.

Parole dure anche da parte di Max Mehl, program manager della Free Software Foundation Europe che, citando il caso di Monaco, sottolinea subito il peso economico di un’operazione simile. Si dice molto rammaricato dal fatto che, invece che cogliere l’opportunità di continuare a sviluppare per Linux, si ritorni nella gabbia del software proprietario finendo in balia delle decisioni dei produttori. Inoltre fa notare che la sicurezza non migliorerà di certo affidandosi a software meno trasparente.

La cosa che lascia più l’amaro in bocca è che la migrazione, secondo dei sondaggi condotti dall’Osservatorio Europeo, era stata ben accolta dalla maggior parte degli utenti che avevano anche partecipato a dei corsi di formazione per utilizzare i nuovi sistemi ed i nuovi strumenti open source. Inoltre, i costi per l’operazione sono stati rispettati e non si sono mai presentati problemi legali di sorta utilizzando software open.

Insomma, il trend (in Germania) sembra un po’ quello di “alla fine Linux richiede troppo effort. Meglio il pre-confezionato standard.”

Delusione.

 

 

Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.

17 risposte a “Dopo Monaco, anche la Bassa Sassonia abbandona Linux”

  1. Avatar Paolobi
    Paolobi

    Che dire, felici aggiornamenti a tutti.

  2. Avatar Userxy
    Userxy

    È inutile girarci attorno, per lavori di tipo ufficio Windows rimane sempre la scelta migliore. E poi smettiamola con la storia degli aggiornamenti fallati che poi dopo se provi ad installare qualche applicativo nuovo e/o qualche periferica devi iniziare ad imprecare perché qualche libreria non è aggiornata per via di qualche fanatico linux ancora convinto che gli aggiornamenti automatici sono autodistruttivi su Windows.

    Inoltre anche su linux ci sono i bug, non è la prima volta che mi è capitato di riformattare le macchine dell’ufficio perché ext4 si è corrotto senza motivo.

  3. Avatar Maurizio Tosetti
    Maurizio Tosetti

    Gli aggiornamenti automatici di Windows non sono autodistruttivi, invece rallentano il pc in modo vistoso e non si riesce a lavorare.

  4. Avatar Userxy
    Userxy

    Dipende anche come lo si tiene il sistema. Il problema spesso e volentieri é causato da un installazione di Windows non ottimale, basta prendere come esempio l’80% dei portatili e preassemblati che montano una licenza originale di windows a 64bit con un hdd meccanico a 5400 rpm con 8mb di cache e 4gb di Ram. Con specifiche del genere qualsiasi sistema con architettura x64 diventa un macinino. Per queste risorse é sempre meglio restare sui 32 bit. Si puó ragionare a 64 a partire da 8gb di RAM ed SSD o in alternativa hdd a 7200 rpm e 32 mb di cache. La cosa bella é che ti sbattono in faccia l’i5 e l’i7 di turno per indurti ad acquistare ma appena apri un paio di finestre in più e i 4gb di Ram si Saturano ecco che inizia a swappare sull’harddisk e inizi ad imprecare turco XD

  5. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Io faccio lavori abbastanza da ufficio (slide, report, mail, …) e non ho ancora trovato nulla di più produttivo di org-mode (Emacs) sopra a NixOS… Mi capita di veder piallare macchine con ogni OS per ogni problema, ad oggi solo NixOS offre orchestration e provisioning built-in, più un’architettura (comune con GuixSD) che rende ogni aggiornamento sicuro, nel senso che se non funziona torni al vecchio senza problema alcuno né prodotto di terze parti necessario alcuno né hack alcuno. Ad oggi sono gli unici due sistemi (distro, per la precisione) che mi sento di aggiornare da una release all’altra senza fresh-install.

    Su Windows se solo mettiamo in campo:
    – telemetrie
    – ramsonware
    – malware vari
    – aggiornamenti assai poco gestibili
    – …
    credo sia migliore solo per alcuni: quelli che ci guadagnano sopra vendendolo o vendendo il suo supporto e parlo seriamente non per vena polemica.

    In Germania c’è un livello medio di corruzione, politica in particolare, di poco inferiore all’UK (che grossomodo è alla pari con l’Italia), c’è anche una dipendenza politica dagli USA non indifferente (anche se ben poco pubblicizzata, anzi) quindi non mi stupisce che arrivino queste decisioni, da parte di politici non di tecnici. Contestate dai loro tecnici, non poco.

  6. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Concordo, mi spiace solo che l’elettore medio non abbia abbastanza il polso di chi fa cosa e di quanto gli viene a costare perché una delle poche cose che ancora funziona bene nel sistema tedesco sono proprio le elezioni…

  7. Avatar Userxy
    Userxy

    Certo se devi trascrivere un documento sul TUO PC e navigare qualsiasi SO va bene persino windows me.

    Quá si parla di intercompatibilitá tra vari standard e protocolli. Voglio vedere se riesci a trovare almeno un gestionale open-sources su dietro linux che possa interagire col 99,9% delle periferiche di stampa e scansione in circolazione senza dover imprecare turco quando devi configurare i parametri.

    E per la cronaca i ransomware e malware esistono anche su linux e mac, il problema è sempre l’utente che come al solito da liberi accessi e permessi di scrittura ed esecuzione a qualsiasi cosa si scarica da internet.

    Non diciamo eresie.

  8. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    OpenBravo? Odoo (ex OpenERP)? SugarCRM? Alfresco o Nuxeo? Di che gestionali parli, è un termine vagamente generico per rispondere. In effetti un “gestionale” di un’azienda come un comune non ha da stampare nulla e manco da scansionare nulla.

    La parte scansioni negli uffici è fatta dai fw delle stampanti che in genere offrono una share di rete (samba ed nfs, sono in genere GNU/Linux embedded) dove i “client”, iow i PC copiano nello spooler quel che han da stampare e ciucciano dal volume di rete le scansioni pronte. L’acquisizione documentale in genere è SOLO software libero, spesso sviluppato in forma commerciale, spesso sotto forma di mostri Java che han un solo scopo auto-catalogare documenti eterogenei per schiaffarli in un DMS che di nuovo nella quasi totalità dei casi è un ibrido OpenSource/commerciale. Lo sviluppo di workflow (noto anche come BPM o procedure o maschere nel gergo ufficiesco italico) gira in genere in parti uguali su soluzioni FOSS o proprietarie, per lo più mostri java su GNU/Linux o Solaris, qualche volta legati ad Oracle o Postgres e imbullonati sull’ERP di turno o sul DMS di turno. In altri termini in aziende medio-grandi tolti i client non ci sono server Windows.

    Per la cronaca in anni di sysadmining non ho ancora visto un solo ramsonware per GNU/Linux e non ho manco visto malware, al di la di POC e cose patchate da prima che nascessero…

    Domanda: ma tu usi GNU/Linux? Hai mai frequentato di vista i sistemi informativi di un’azienda medio-grande o grande? Lo chiedo senza intenti polemici né offensivi perché quel che scrivi appare più la descrizione della Rossi&Bianchi sas con 4 pc e un nas, NON esiste su scale diverse.

  9. Avatar Userxy
    Userxy

    I malware esistono su linux anche se sono più rari. Killdisk è un ransom creato a posta per i server linux che rende inaccessibile il disco previo riscatto.
    Anche io sono sysadmin e faccio utilizzo di linux, precisamente dietro CentOS, Fedora e Redhat dovendo lavorare per un azienda che sviluppa software e gestisce siti.

    In base alla mia esperienza posso dire con ferma convinzione che per un lavoro prettamente di ufficio Windows è ancora la scelta migliore. Vuoi per la compatibilità delle periferiche, dei software gestionali quali ebridge (uno dei più usati qui in italia) easyfatt Albatros e altri che ora mi sfuggono.
    Vuoi per la velocitá e facilità per la prima configurazione (Installi Windows, installi i drivers, installi il software applicativo e dai tutto al cliente che bene o male può giá iniziare a lavorare da solo in quanto già conosce l’ambiente operativo).
    Su linux puoi fare la stessa cosa? Ti rispondo io certamente, peccato che per trovare la giusta configurazione e soprattutto che il cliente abbia la volontà di imparare un ambiente operativo completamente diverso da quello che è stato abituato fino adesso senza che ti chiama ogni 5 minuti per chiederti dove si trovano i documenti o come faccio a stampare devi perderci almeno il quadruplo del tempo.

  10. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Interessante: quanti server colpiti conosci? zero? Anch’io posso scrivere un “ransonware”, per es. uno script che se lo esegui cifra con una chiave gpg tutta la tua home e poi cancella se stesso e la chiave. Il problema è come lo faccio eseguire dal bersaglio.

    Di GNU/Linux super-vulnerabili ce ne sono tonnellate: NAS, router domestici, PND, smart*, ovvero tutti gli usi commerciali. Di server seri ce ne sono assai pochi, i pochi sono quelli messi su via DevOps dal sedicente admin sottopagato di turno.

    Ho capito la tua esperienza, non a caso hai citato gestionali per *piccole attività*, tipicamente studi da 3/4 persone, senza un IT interno, senza una sala macchine, persone che vanno dal negozio vicino a farsi fare le parti attive della LAN dopo che l’elettricista gli ha tirato, magari solo l’anno scorso del cat5 (nota il numero). Questo è un altro mondo rispetto ad una media o grande azienda con IT interno. I nomi diffusi di gestionali sono ad es. SAP (proprietario, han recentemente perso un progetto by Lidl, dopo che questa ci aveva investito 500M di euro), OpenBravo (OpenSource/commerciale), Odoo (meno diffuso un po’ meno “commerciale” di OB), Compiere/Adempiere (OpenSource/commerciale), ERP5 (OpenSource/commerciale). Poi hai vari lato BI, CRM, DMS, … tutti un mix di OpenSource e commerciali e tutta roba che l’utente usa via web con al massimo fetecchie aggiunte per integrarle nel filemanager o in altre applicazioni preesistenti. Ogni cliente si fa sviluppare le personalizzazioni che gli servono, grafica con logo aziendale inclusa, BPM incluso (form con procedure dietro, es. alla ricezione di un ordine via portale parte un messaggio al magazzino di preparare l’ordine, alla ricezione del pagamento viene auto-inviata alla mail del cliente la fattura, archiviata nel DMS aziendale, vengono aggiornati gli stock e le relative statistiche, il magazziniere impacchettato il tutto si trova un form davanti dove inserisce alcune informazioni, …) in altri termini automazione cucita su ciò che l’azienda fa, roba che “generica” non può esistere.

    In questi scenari l’OS che hai lato client conta ZERO. L’utente non ha da imparare OS alcuno ma l’applicazione aziendale che essendo appunto cucita su misura richiede training in ogni caso, anche perché la quasi totalità dei sarti diciamo che non ci si impegna molto a prender le misure…

    Non c’entra driver alcuno, software applicativo alcuno. L’utente usa un browser o specie nel mondo bancario un emulatore di terminale IBM quindi ho lavora su webapp o lavora su TUI stile ncurses. Non ci sono “stampanti o scanner” da configurare, sono macchine con un print-server integrato che spesso dialoga con un print-server centrale, lato client c’è solo lo spooler, diciamo grossomodo l’ip della stampante (che in genere è pdf o pcl, quindi non richiede comunque driver (ppd/rasterizzatori) specifici.

    Il mondo che dici te è del piccolo ufficio e ha un’infrastruttura completamente diversa.

  11. Avatar Userxy
    Userxy

    Guarda ti darei ragione se non fosse per il fatto che nei comuni della mia zona e in alcune aziende anche spa utilizzano ancora un infrastruttura IT (se la si puó chiamare così) strutturata come ufficio da 3 o 4 persone. Il discorso tuo lo feci anche io e mi risposero semplicemente che a loro non serve una roba cucita a mano e strutturata ad hoc. Basta solo che sanno come navigare e vedere le email e che tutto sia sotto windows perché così chiunque può capirci qualcosa senza che mi debbano chiamare ogni volta.

    Per non parlare del discorso licenze che preferisco sorvolare per ovvie ragioni.

    Paradossale? Certo.
    Da masochismo? Non lo metto in dubbio.

    C’é anche da dire che io sono della Campania dove il massimo dell’Infrastruttura IT che puoi trovare é un workgroup Windows XP based quindi a meno che non riesci a farti notare in qualche software house dove si ragiona veramente da IT il massimo che puoi ottenere negli uffici é lo scenario che ti ho descritto.

    Le aziende medio/grandi come dici tu affidano sempre la loro infrastruttura IT a terzi proprio per non avere un reparto interno da pagare a parte.

    Questa é la mentalitá italiana, e da come si legge nell’articolo non é che all’estero la situazione sia tanto diversa.

  12. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Non lo metto in dubbio, non ho ancora visto un “gestionale” che non si possa bollare come mostro, spazzatura e roba simile, rispetto all’Italia nei paesi che ho visto meglio (Svezia e Francia) la grossa differenza è il ferro perché la policy è in genere che ogni macchina si cambia allo scadere della garanzia quindi il ferro, pur spesso sottodimensionato, pur spesso di infima qualità è comunque praticamente sempre recente. Comunque i comuni di cui parli e le aziende di cui parli immagino siano per il pubblico tra i più grandi produttori di scandali vari d’Italia (e per inciso molti sono Lombardi e Veneti, non solo del sud) e le aziende siano comunque piccole, pure spa ma piccole. Perché aziende distribuite sul territorio (es. gdo, corrieri ecc) o grandi NON possono vivere altrimenti, specie oggi dove c’è un centralismo assoluto, dove ogni “responsabile” ha le mani legate e per qualsiasi cosa deve far muovere la sede centrale. In questi contesti Windows su desktop è molto comune, GNU/Linux o Solaris o AiX su server sono molto comuni, ma nessuno chiede Windows o GNU/Linux od altro, ti chiedono l’workflow o la UI di turno, su cosa giri non importa a nessuno. Il manager o la segretaria berceranno che vogliono Windows e magari lo avranno anche, ma tutti gli altri l’OS manco lo vedono, dal bancario al magazziniere si trovano all’avvio una qualche sso e l’intero schermo è o un browser o un emulatore di terminale.

    Le aziende che dico a terzi affidano in genere lo sviluppo dell’infrastruttura e scaricano su computers altrui (cloud) gran parte dei sistemi avidi di risorse o web-centrici ma hanno un IT interno e non possono vivere senza.

  13. Avatar Userxy
    Userxy

    Purtroppo non ho mai avuto, fino ad ora, la fortuna di entrare in grandi strutture IT, ecco perché ti parlo come esperienza prettamente lato client/desktop dove li Windows domina indiscussamente.

    Solo nell’ultimo anno sono entrato a far parte di una software house e qui ho potuto acquisire esperienze più su lato Server.

    In ogni caso il punto del discorso è che È inutile spalare sterco su un sistema o l’altro perché tutti hanno i propri Pro e Contro.

  14. Avatar Userxy
    Userxy

    Il lato positivo di aver fatto principalmente esperienze lato client/desktop è che bene o male riesco a cavarmela sempre con qualche sciocchezza da 5 minuti con Windows, sempre se non trovi il classico client configurato dal ciarlatano di turno che è ancora convinto che gli aggiornamenti automatici sono l’Anticristo e che la cosa migliore è installare un antivirus third-party che non fa altro che appesantiti la macchina.

    Penso comunque di essere incappato nella “fortuna” che mi hai descritto dove una piccola realtá si mette in gioco con nuove tecnologie e si mantiene aggiornata e ora finalmema sto acquisendo nuove esperienze ma ripeto dopo tante buttate di sangue passando per situazioni lavorative dove si rasentava il ridicolo e la mera stupidità IT in scenari che ho descritto nei commenti precedenti.

    Ognuno giustamente parla in base alle proprie esperienze vissute.

  15. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Ognuno tira l’acqua al suo mulino, il “nostro” mulino di “tecnici” o anche di “geek” è avere software libero col quale possiamo lavorare con calma, senza problemi né magagne particolari. Se ti è capitata un’azienda che ha sia Windows che GNU/Linux, magari come servizi che rivende a terzi osserva la dicotomia tra le assistenze dei due SO: la parte Windows hai sempre stress e incertezza, c’è sempre qualcosa che non va e non sai mai a priori quanto tempo ci vorrà per sistemare, di abbastanza esperto da saper veramente padroneggiare l’OS e l’infrastruttura ce n’è uno su n e quell’uno in genere è sempre impegnato a sistemare i disastri altrui, gli altri sono per lo più clicchettatori di varia esperienza che col tempo han imparato come cavarsela ma realmente non conoscono gli internals. Lato GNU/Linux hai in genere relax; le cose si guastano certo, ma nella stragrande maggioranza dei casi sai quanto tempo di metterai (a spanne, ok) a risolvere, se hai messo su una discreta automazione stai abbastanza comodo e al di fuori di interventi extra-orario programmati le sorprese di quelle che ti fan sudare sono MOLTO ma MOLTO rare, inoltre hai in media un ambiente dove c’è sempre quello esperto e quello casinista ma mediamente la preparazione è sufficiente ad andar d’accordo o non aver paura di delegare qualcosa a qualcuno. Il supporto è mediamente ottimo, specie quello della community ecc.

    ‘Somma io dovessi lavorare con Windows cercherei altri mestieri, agricoli inclusi. Poi che al commerciale piaccia, per intuibili ragioni, più qualcosa di commerciale dove “si sente a casa”, ha interlocutori che parlano la sua lingua e magari lo conosce a livello di superficie perché ce l’ha anche a casa non lo dubito, ma il mio lobbismo va certo in altri lidi 🙂

    Ps sulla “fortuna”, se vai in posti grossi vedi cose interessanti in media, ma hai anche una burocrazia interna decisamente indigesta, con un mucchio di seccature inutili o dannose che devi comunque sorbirti. IMO se sei veramente, ma veramente “fortunato” riesci a imboscarti in una realtà *piccola* che fa cose high-tech reali (ovvero non quelle che vedi in pubblicità) dove conosci i tuoi colleghi, superiori e sottoposti e la burocrazia principale è la stretta di mano…

  16. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Considera che lo scenario IT, ad es. di una catena di supermercati, non è limitato alle casse (acquisizione e trasmissione telematica degli scontrini all’AdE, registrazione aq. in base alle tessere fedeltà, aggiornamento stock di magazzino ecc) e al massimo il “PC” in mano al direttore locale per 4 cavolate. Hai bisogno, solo per la videoanalisi (eye tracking e behavioral analysis) di ingenti risorse di calcolo, anche con buona intelligenza a bordo camera servono banda e storage adeguati, sia “centrali” che nel punto vendita. La BI consuma una paccata di risorse di suo, la mera analisi predittiva dello stock per decidere che prodotti acquistare e come/quanto/quanto inviarli ai singoli punti vendita, il layout del punto vendita (percorso obbligato, semi obbligato, circolare, isola, …) e il posizionamento negli scaffali prendono una paccata di risorse questo senza passare al come caricare sui camion i prodotti perché vengano sballati e trasferiti senza perdere tempo, come/quanti sacchetti (a peso) spedire, come fare i pallets ecc è tutto informatizzato con ML, test di Montecarlo ecc e questo richiede una gran massa di dati, non spazzatura, costantemente disponibili, raccolti, aggiornati. Oggi l’IT come versione “nuova” di archivio e macchine da scrivere esiste ancora in piccole realtà ma è scomparso altrove.

    Puoi delegare, e di solito si delega, pezzi di questo puzzle ma il controllo dell’infrastruttura, ovvero l’integrazione, scelta, gestione dei vari pezzi è per forza interna, banalmente perché è qualcosa di continuo, non di “ecco ho installato l’impianto, mo stà li per i prossimi 10 anni”. Non sosterresti materialmente il costo né avresti un risultato a delegare a terzi il 100% della tua infrastruttura IT. In questo scenario non c’è molto spazio per il cuggino esssperto che installa Windows crackato a tutto il vicinato. Ci sarà anche lui in un angolino, ma non è lui che decide o fa o può fare altro. Gli scenari stupidi penso sempre ci saranno, ma di stupidità diversa da quella dell’akaro domestico 🙂

    ‘Somma l’OS diventa rilevante solo per il tecnico, sistemista o programmatore che sia, che sopra ci deve lavorare, all’azienda interessa l’insieme, questo livello di dettaglio è troppo fine perché possa arrivare alla scrivania del manager di turno. Almeno, questa è la mia limitata esperienza e proprio per questo faccio lobbismo ad ogni occasione perché Windows o Linux per molti “decisori” è come dire gessato o monocolore, qualcosa che dal loro punto di vista è abbastanza irrilevante, dal mio pesa parecchio…

  17. Avatar May I Survive
    May I Survive

    Non diciamo fesserie, sto leggendo solo luoghi comuni qui, di qualcuno che lavora DA SOLO sul suo pc, senza interfacciarsi con il mondo

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