Saturday’s Talks: più lavoro svolto significa sempre più ore spese a lavorare?

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È sabato, ci si può rilassare e riposare. La settimana è finita e, per quanto lunga, oggi si può pensare ad altro. Quindi di che cosa vogliamo parlare? Di lavoro, naturalmente 🙂

Lo spunto arriva da questo interessante articolo di Itamar Turner-Trauring del blog https://codewithoutrules.com. Il titolo è eloquente:

There’s always more work to do—but you still don’t need to work long hours

C’è sempre dell’altro lavoro da fare—ma non è necessario lavorare più ore

Il paradigma proposto è semplice: se un progetto parte con dei presupposti ed il cliente che lo ha commissionato ad un certo punto incrementa le richieste, allora bisognerà lavorare di più per soddisfarle. Poiché il cliente paga ed il cliente, si sa, ha sempre ragione.

Come se ne esce quindi? Ecco la proposta:

  1. Definire le priorità del lavoro
  2. Lasciare degli spazi per eventi inaspettati
  3. Definire le scadenze di tempo inferiori alla stima reale
  4. Se finisce il tempo scartare le parti di lavoro meno importanti

I dettagli di ciascun punto sono raccontati nell’articolo, ma il punto è: può funzionare?

La regola comunicata serve per sottolineare l’intento dell’articolo: Long hours are the wrong solution. Ma è applicabile al mondo reale?

L’interessante riflessione mi ha ricordato la regola che uno dei miei primi superiori, parlando di calcolo di scadenze, mi aveva svelato (e che da allora ho sempre applicato con successo): il giusto calcolo dei tempi per un lavoro è la stima che hai in mente portata all’unità di misura superiore, diviso a metà. Complicato? Un esempio: se per un lavoro io stimo che ci metterò una settimana, al cliente comunicherò due settimane che è il risultato della seguente equazione:

Una stettimana -> unità di misura superiore -> Un mese -> diviso due -> due settimane (o metà mese)

Che ne pensate? Nel frattempo svelo un segreto: questo articolo l’ho scritto ieri per… Risparmiare tempo 🙂

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

4 risposte a “Saturday’s Talks: più lavoro svolto significa sempre più ore spese a lavorare?”

  1. Avatar Massimo Luciani

    Mi ricorda la regola che applicava Scotty per calcolare i tempi delle riparazioni dell’Enterprise. 😉

  2. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Si solo che lì in realtà le tempistiche le definiva Kirk 😉

  3. Avatar Massimo Luciani

    Eheheh anche Kirk conosceva quella regola e ricalcolava le tempistiche di conseguenza. 😀

  4. Avatar Kim ALLAMANDOLA

    Mh, io propongo un’osservazione storica: il grafico della produttività media oraria del lavoratore per paese. È CROLLATA in tutto il mondo man mano che si sono adottati modelli di business manageriali anglofoni. Prima di ciò il paese più produttivo in assoluto al mondo era la Francia, l’Italia non era messa malaccio ed era davanti alla Germania, gli USA rigorosamente in coda all’intero occidente.

    Ancora oggi la Francia e l’Europa in genere sono più produttive, pur di poco, del resto del mondo ed in particolare del mondo anglofono dove si lavora MOLTO di più.

    In sintesi per quanto mi riguarda non è lavorando di più che si realizza qualcosa di buono ma lavorando meglio e dividendo meglio il lavoro. Banalmente se oggi abbiamo disoccupazione significa che l’offerta di lavoro è inferiore alla domanda, la cura OVVIA sarebbe lavorare tutti meno, non lavorare di più, alzare l’età pensionabile ecc. Al contrario il mito del “lavoro duro” calvinista è a ben vedere usato da sempre nella storia per imporre regimi dittatoriali. E se guardate bene altri segnali come la spinta dei tecnici contro i licei (presente da sempre in tutte le dittature, passate ed attuali), la spinta lontano dall’umanesimo, la demolizione della cultura, la deresponsabilizzazione e centralizzazione del potere sono tutti passaggi di OGNI dittatura. Fate i vostri conti.

    Informaticamente parlando pensate solo a come sono lucchettati oggi i nuovi PC, andate solo in un negozio e guardate la foresta di laptop, sono abbastanza certo che il 100% (al massimo il 99.999%) di questi non permetterà di avviare qualsiasi altro OS salvo quello OEM installato, Windows, senza passare da un oscuro percorso interno a quest’ultimo. Lo stesso “firmware” della macchina è sempre più mostruoso, tentacolare e fuori dal nostro controllo. Pensate solo alle recenti vulnerabilità Intel e a quel vecchio film anni ’90, non ricordo il titolo, del giovane hacker che scopre una truffa di borsa proprio attraverso una vulnerabilità delle CPU di un megavendor ultra-noto… Pensate solo al recentissimo “merge” del login Google (GMail&c) e di Chrom{e,ium}, pensate solo all’evoluzione dei mezzi di comunicazione e dell’IT: da decentralizzato a centralizzato su piattaforma proprietaria (UUCp, BBS, usenet, mail => WhatsApp, webmail, slack, discourse, discord, …).

    ‘Somma il punto è che pochi ci vogliono far lavorare per non lasciarci il tempo per pensare e vivere la nostra vita in autonomia come individui. Questo è l’work-life balance che stà passando, GTD&c sono strumentali a questo non a nostro vantaggio.

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