Dopo l’insuccesso di Ubuntu Phone ed i ritardi annunciati da Purism per il rilascio di Librem 5, un altro produttore hardware si è lanciato nello sviluppo del proprio smartphone Linux.
Parliamo di Pine64, produttore di board ARM economiche, come Pine A64, ma anche di laptop come il Pinebook sempre basato sulla loro A64, acquistabile a meno di 99 dollari!
Nei giorni scorsi si è tenuta ad Edinburgo la Open Source Summit Europe ed allo stand di KDE sono stati presentati uno Slimbook, laptop high-end prodotto dalla compagnia spagnola Slimbook, ed il piccolo ed economico Pinebook.
Ed è proprio in questa occasione che il team di Pine64 ha confermato l’interesse e l’intento concreto di sviluppare tablet e smartphone basati su Linux, rispettivamente il PinePhone ed il PineTab.
Pine64 lavora solo con alcune distribuzioni Linux proprio per fare in modo di mantenere un sistema operativo leggero e che funzioni in modo liscio anche con un hardware “limitato”; tra queste, appunto, KDE Neon.
Al momento sono state confermate le specifiche del developer kit per PinePhone che inizierà ad essere inviato gratuitamente a sviluppatori selezionati a partire dal 1 novembre:
- board PINE A64;
- modulo OSPine;
- display touchscreen da 7″;
- moduli Wi-FI, Bluetooth e camera;
- enclusure Playbox;
- case per batteria Lithium-Ion;
- dongle USB LTE cat 4.
Essendo un kit per gli sviluppatori, escludiamo queste possano essere le caratteristiche finali (specialmente per il pannello da 7″), anche perché è già stata confermata una seconda versione all-in-one del kit (con pannello da 5.45″) che verra presentata poco prima del FOSDEM, a febbraio 2019.
Pine64 conferma pero che il design dello smartphone è già iniziato ma che molto probabilmente non sarà pronto prima del Q2 del 2019, in attesa dei feedback dagli sviluppatori.
Il prezzo si aggirerà intorno ai 100 dollari per uno smartphone con 2GB di RAM e 16GB di storage.
Potrebbe essere l’inizio di una nuova (ennesima) era di smartphone low-cost con Linux… oppure l’ennesima idea morta in partenza?
Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.
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