In passato ci sono stati diversi enti pubblici che sono passati all’open source ma che, nonostante i grandi investimenti, hanno deciso di ritornare a Microsoft, come successo a Monaco, ed altri che – per ora – sembrano soddisfatti della scelta, come Barcellona.
Stavolta è il turno della municipalità più grande dell’Albania: Tirana.
Ermir Puka, a capo del reparto ICT, è convinto che, nonostante l’iniziale resistenza del personale al cambiamento ed alle varie problematiche legate alla migrazione, affidarsi a software free ed open source sia la scelta migliore negli interessi del cittadino.
Dopo essere migrati con successo a Nextcloud, il progetto di rinnovo dell’infrastruttura IT secondo gli standard open continua con l’adozione di LIbreOffice.
La migrazione è partita dal reparto delle risorse umane dove viene fatto largo utilizzo di documenti e fogli di calcolo. Questo è stato anche un banco di prova per rilevare i problemi durante e dopo il passaggio a LibreOffice, prima di procedere con il resto degli uffici.
Al momento, quasi tutti i 1000 computer della pubblica amministrazione di Tirana usano LibreOffice.
Puka crede così fortemente in questo progetto che i manuali di LibreOffice Writer e Calc sono stati tradotti in albanese per facilitarne la comprensione a tutti gli impiegati e lo staff IT è al lavoro per preparare dei corsi online sviluppati su Moodle, la piattaforma di e-learning già utilizzata dalla municipalità.
Oltre all’enorme lavoro del reparto ICT, anche le community locali impegnate nell’open source stanno dando il proprio contributo tramite gli Open Labs.
Confidiamo che Tirana diventi un altro esempio che dimostri che affidarsi a soluzioni open source non è poi una cosa così impensabile!
Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.
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