Nel corso dell’OpenStack Summit in corso Berlino, Jonathan Bryce, l’Executive Director del progetto ha spiegato come questo sarà l’ultimo Summit con questa denominazione e verrà rimpiazzato dall’Open Infrastructure Summit.
Come racconta ZDNet la motivazione va ben al di là del nome. Le evoluzioni del progetto lo rendono infatti abile a coprire lo spettro completo di esigenze cloud e, pertanto, limitarsi al solo ambito IaaS (Infrastructure As A Service) è ormai limitante. Basti pensare ai vari annunci avvenuti nel corso dell’evento: Red Hat ha annunciato la versione 14 di Red Hat OpenStack Platform, totalmente incentrata sul provisioning baremetal e sull’integrazione con OpenShift. La volontà è perciò quella di rendere OpenStack il perfetto ambiente per far funzionare… OpenShift!
La fotografia degli attuali trend di mercato è tutta qui: container con Kata Containers e Airship (un frontend di Kubernetes), edge computing con StarlingX e continuous integration/continuous delivery (CI/CD), mediante Zuul.
Confusi? Troppi nomi? Siete ancora alla ricerca del modo di far scalare la vostra architettura LAMP a cui eravate tanto affezionati e queste nuove tecnologia vi fanno tutte paura? Bene, sappiate che una buona notizia in tutto questo c’è: non siete soli.
E non vi preoccupate, MMUL si sta predisponendo per aiutarvi 🙂
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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