Mantenere l’identità di Ubuntu utilizzando GNOME: ecco la sfida di Canonical

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Sono passati due anni ormai dall’inizio della transizione di Ubuntu da Unity, l’ambiente grafico custom che Canonical aveva creato appositamente, a GNOME, il progetto community da sempre default in distribuzioni come Debian e Red Hat.

Come procedono le cose? Secondo Will Cooke, director of engineering di Canonical intervistato da TechRepublic, molto bene. Tutto progredisce secondo i piani, sebbene non manchino delle divergenze da affrontare, dettate principalmente dal fatto che l’obiettivo di Canonical vuol essere quello di mantenere la propria identità pur utilizzando un ambiente grafico usato anche altrove, perdendo quindi i tratti distintivi che consentivano ai più di riconoscere a vista d’occhio (loghi a parte) la distribuzione creata da Mark Shuttleworth.

We’re a distribution and we distribute GNOME. But we also are Ubuntu, we’re a recognized brand. We want to… ensure that what we provide our users is what they want.

Siamo una distribuzione e distribuiamo GNOME. Ma siamo anche Ubuntu, siamo un marchio riconosciuto. Vogliamo… esser sicuri di fornire agli utenti ciò che ci chiedono.

E per fare questo i tecnici di Ubuntu si sono basati sulle risposte al sondaggio effettuato a suo tempo, quando veniva paventato lo switch del sistema desktop.

Ciò che emerse chiaramente furono alcuni aspetti che gli sviluppatori stanno tenendo presente in questa fase di transizione come il launcher sulla sinistra e le icone sul desktop. E proprio aspetti come questi portano Canonical a “scontrarsi” con quelli che sono gli ideali di GNOME.

Pertanto tutto proseguirà come sta andando ora e c’è da scommettere che un driver potente come Canonical, pur generando scontri all’interno della community, non potrà che avere un effetto positivo sulla qualità finale del prodotto.

Infatti se una critica si può muovere a quel che oggi è GNOME 3 è che sì, è funzionale, sì è moderno, ma diversi suoi aspetti sono imposti proprio dagli ideali sopra citati.

Aggiungere promiscuità e possibilità di scelta non potrà che giovare a tutti.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

6 risposte a “Mantenere l’identità di Ubuntu utilizzando GNOME: ecco la sfida di Canonical”

  1. Avatar Erlembaldo
    Erlembaldo

    Sicuramente aggiungere più alternative aumenta la possibilità di scelta. Tuttavia, vorrei rivolgere questa ovvietà agli sviluppatori di GNOME, i quali, a quanto pare, reputano l’eventuale presenza di icone sul desktop un particolare indegno di essere offerto (alla faccia della scelta). Poi, va bene che esistono estensioni che permettono ciò ma, come ho già detto in un’altra discussione, esistono elementi ineliminabili del desktop che, ormai, si sono cristallizzati (e domandatevi il perché: le icone sul desktop servono a qualcosa? Sì, ecco perché esistono, o meravigliosi geni di GNOME, negatori delle più scontate ovvietà).

    Detto questo, non sono d’accordo con la “identità Ubuntu” da difendere a tutti i costi attraverso due o tre estensioni applicate di default a GNOME. L’identità di Ubuntu si difende con il suo punto di forza: la compatibilità estesissima e la facilità d’uso a prova di utonto (io stesso appartengo a tale categoria). Ebbene, io, accanito balzellatore di distribuzioni, ogni volta mi sono sempre ritrovato a dover tornare ad Ubuntu per una qualche necessità (durata della batteria, riscaldamento della CPU incontrollato, funzionamento di periferiche, ecc…). E vi dico che sono anche rimasto per qualche anno su Fedora che giudico ancora la migliore distribuzione che io abbia mai utilizzato… tuttavia, ha i suoi difetti, grandi difetti per l’utente medio-basso, come lo sono io.

  2. Avatar Rickyx
    Rickyx

    Se vuoi fare un commit con Git devi scrivere un commento: il software non suggerisce, ti obbliga.

    Così come Gnome ti obbliga a mettere a posto i file… 😉

    https://duckduckgo.com/?q=messy+desktop+windows&t=ffab&iax=images&ia=images

  3. Avatar amedeo lanza
    amedeo lanza

    Io non tengo icone sul desktop; in parte poiché nauseato dalle foreste di icone che trovo sui desktop della maggior parte dei clienti (che usano windows), in parte per evitarne la proliferazione (difficilmente evitabile se si inizia) che le renderebbe inutili. Posso però capire che tanti possano trovare utile avere alcune icone per velocizzare l’accesso a cartelle o documenti utilizzati frequentemente.
    Quello che impedirei è la creazione di cartelle e documenti, permettendo solamente dei link.

  4. Avatar Fabio Indiana Liuk Bonf

    La rimozione delle icone dal desktop, non è stata fatta incoscientemente.
    Purtroppo capita che nel lungo periodo si paghino scelte di design progettuali non sempre felicissime.
    Il risultato di quelle scelte ha portato alla necessità di rimuovere l’attuale implementazione che forniva le icone sul desktop.
    Vedi…
    https://gitlab.gnome.org/GNOME/nautilus/issues/158

    Ma questo non vuol dire che GNOME cerchi di boicottare a tutti costi una metafora di UI familiare agli utenti da più di 20 anni.

  5. Avatar Roberto Braga
    Roberto Braga

    E come se decidessero di non costruire più case con il giardino perché la maggior parte della gente non taglia l’erba e lo usa come deposito delle cose che non entrano in casa… Ma io de mio giardino avrò il diritto di farne ciò che voglio? Mica chiedo allo sviluppatore gnome di venire a sistemare il mio desktop

  6. Avatar Erlembaldo
    Erlembaldo

    Esattamente, sono del tuo parere.

    La presenza di icone sul desktop, come ho già detto, dovrebbe essere la norma. Un utente può scegliere se tenerle o meno… non può invece rassegnarsi a non averle e basta.

    Anche il fatto che si facciano scelte che hanno un prezzo… ma davvero siamo arrivati al punto di effettuare – ancorché in maniera sofferta – scelte che eliminino scelte? Mi spiego: la bandiera del software libero è sempre innalzata al vento de “l’utente è libero di scegliere” e, secondo il mio parere, per quel che GNOME tira fuori dal cilindro versione dopo versione, tale scelta va sempre più a farsi benedire…

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