IBM ci ha preso gusto: OpenPOWER sarà parte della Linux Foundation

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Non sappiamo se è opera di un processo più lungo e radicato negli anni, se qualche Linux Evangelist di Red Hat si è dato molto da fare, se ha iniziato a vedere gli incredibili vantaggi che una politica di apertura può portare, o semplicemente se ci ha preso gusto, ma dopo gli annunci di poco tempo fa del rilascio di diversi progetti software open-source, ora è il turno dell’hardware.

E quando si parla di hardware IBM, mettiamo da parte laptop, desktop e torniamo al cuore: i processori Power Series; basati sull’architettura RISC, famosi prima per essere processori ad alte prestazioni usati su Mainframe e macchine specifiche per il rendering, e poi per essere utilizzati per anni da Apple come cuore per tutti i suoi dispositivi, hanno mantenuto mercato per quanto riguarda la serie Power di mainframe IBM, ancora ampiamente utilizzati e basati su processori, appunto, PowerPC.

Già da anni diverse specifiche di questi chip erano state rese open finendo nella OpenPOWER Foundation, con un obiettivo ben specifico:

The goal of the OpenPOWER Foundation is to create an open ecosystem, using the POWER Architecture to share expertise, investment, and server-class intellectual property to serve the evolving needs of customers and industry.

L’obiettivo della OpenPOWER Foundation è di creare un ecosistema aperto, usando l’architettura POWER per condividere competenze, investimenti e proprietà intelletuali di classe server per servire le necessità di evoluzione dei clienti e dell’industria.

In questi giorni però IBM ha annunciato una grande novità: la OpenPOWER Foundation continuerà ad esistere, ma sotto il controllo della The Linux Foundation e, durante lo stesso annuncio, ha anche aperto ulteriori specifiche sull’architettura proprietaria.

We are taking the OpenPower Foundation, and we are putting it as an entity or project underneath The Linux Foundation with the mindset that we are now bringing more of an open governance approach and open governance principles to the foundation

Stiamo prendendo la OpenPower Foundation, e la stiamo mettendo come un’entità o progetto all’interno della The Linux Foundation con l’ottica di portare più principi ed approcci di gestione open alla fondazione.

Questo permetterà di velocizzare molto il lavoro di ingegneri e sviluppatori che, mantenendo il loro progetto sotto la The Linux Foundation, avranno la possibilità di interfacciarsi direttamente anche con chi progetta e costruisce i chip, togliendo parecchia frizione al processo di innovazione su quella specifica architettura.

Oltre a questo, Big Blue ha aperto anche ulteriori specifiche, fra cui anche le OpenCAPI (Open Coherent Accelerator Processor Interface) e le OMI (Open Memory Interface), tecnologie non legate a specifiche architetture che servono a massimizzare l’ampiezza di banda della memoria tra i processori ed i dispositivi ad essi collegati, ottimizzando quei i colli di bottiglia più noti nel processare carichi di lavoro parecchio pesanti -come quelle per le reti neurali o, più in generale, per le AI.

L’annuncio è stato dato ieri in due diverse occasioni, l’Open Source Summit organizzato dalla The Linux Foundation e l’OpenPower Summit a San Diego.

Vedremo un ritorno dell’architettura RISC sui nostri sistemi? Utilizzate quelle architetture per lavoro e vi risulta particolarmente interessante come annuncio? Fateci sapere nei commenti.

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.