Qualche giorno fa, nella Repubblica Cinese, precisamente nella città di Shenzen, un giudice ha emesso una sentenza per una multa ai danni della compagnia di Shanghai Yingxun Technology, colpevole di aver violato il diritto d’autore. La pena pecuniaria ammonta a 1500 yuan cinesi (circa 195 euro) che dovranno essere versati alla società Tencent, multinazionale specializzata in servizi informatici.
La compagnia è rea di aver “copincollato” un articolo scritto il 20 Agosto del 2018 da un intelligenza artificiale, Dreamwriter, di proprietà di Tencent. Per i curiosi in grado di leggerlo, l’articolo è questo.
È così: in Cina il materiale prodotto dall’ IA è considerato proprietà intellettuale.
Dreamwriter è “un robot” capace di scrivere articoli ad una velocità impressionante: 500.000 articoli all’anno, oltre 80 milioni di parole durante il 2018: migliaia di news al giorno su sport, previsioni meteo, finanza.
Incredibilmente, gli articoli sono considerati comprensibili, ben scritti, chiari e approfonditi. Il tutto è chiaramente merito degli ingegneri di Tencent e ai loro algoritmi, capaci di raccogliere dati, individuare schemi e pattern e trarre citazioni da fonti setacciando materiale sia cartaceo, sia digitale.
Sia chiaro, tutta la produzione è “limitata” ad articoli incentrati su dati o eventi, difficilmente vincerà un Pulitzer (l’unica caratteristica che chi vi scrive condivide con questa IA). Dreamwriter è anche capace di editare video, riconoscere immagini e naturalmente verificare grammatica e ortografia di testi scritti.
Il Paese del Dragone non è tuttavia l’unico ad usare algoritmi per la produzione di testi e per la raccolta dati finalizzata all’informazione. Negli Stati Uniti, AP (Associated Press) utilizza l’intelligenza artificiale per raccontare il baseball grazie a Wordsmith e a Chicago si fa lo stesso in ambito di Business Intelligence grazie a NarrativeScience. Cinque anni fa, uno dei fondatori – Kirk Hammond – ha vaticinato che nel 2020 un robot avrebbe vinto il Pulitzer (l’anno è appena iniziato, c’è ancora tempo) e per il 2030 il 90% delle news sarà prodotto dalle IA.
Gli articoli prodotti dalle IA, accurati e precisi, costano circa 7 dollari l’uno (negli USA) e chi li scrive non necessita di ferie e non supera le deadline, senza contare che impara dai propri errori.
In sostanza, giovani cronisti in erba, tremate! O cominciate a “smanacciare” con TensorFlow e affini, mentre noi nascondiamo questa notizia al creatore di questo blog.
Amministratore di sistema “umile ma onesto”. Inciampato in Linux per caso, è stato l’inizio di una storia d’amore bellissima.
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