Cosmo Communicator: lo Smartphone Android e Linux

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Definire “smartphone” i dispositivi clamshell di Planet Computers è decisamente riduttivo. A scapito di un pochino di portabilità, questi dispositivi presentano un cuore che ricorda i microcomputer di qualche anno fa: tastiera completa e schermo, diventano dei piccoli portatili con cui può essere comodo scrivere qualche riga in più in emergenza.

Con gli ultimi aggiornamenti, il Cosmo Communicator porta però una interessante funzionalità, ovvero la possibilità di avere il multi-boot, permettendo quindi di eseguire sia Android che -rullo di tamburi- alcune distribuzioni Linux (ad esempio Debian o Kali Linux) sullo stesso dispositivo!

Certo, la cosa non è semplicissima poiché bisogna partizionare lo storage e mettere mano al bootloader, ma se avete necessità di avere sempre dietro una piccola Linux per le necessità di tutti i giorni questa potrebbe essere un’ottima soluzione.

Inoltre, a quanto pare, Planet Computers afferma che non si perdono gli update di Android dopo questa operazione, cosa che rimarca l’ufficialità della funzionalità.

La procedura comunque è ben documentata, con screenshot e quant’altro e, seppur siamo lontani al momento da un dispositivo che ci permetta di abbandonare il computer per tutto il giorno (stiamo comunque parlando di un display da 6 pollici), l’avere una tastiera fisica e retroilluminata, una SIM per la connettività ed il nostro amato sistema operativo lo rende particolarmente interessante.

Certo, alcune informazioni restano oscure: i due OS saranno in esecuzione contemporaneamente? Quando utilizzo il sistema Linux, praticamente è come se non avessi lo smartphone? Parrebbe di si, dato che all’avvio del dispositivo si deve scegliere tra Android e Linux. Ma una volta deciso che si può usare Linux rimane ancora qualcosa da snocciolare: la scheda SIM sarà utilizzabile per avere connettività 4G? Sarà supportato un mouse esterno bluetooth? Usare KDE (come consigliano loro) potrebbe essere scomodo con il dito su un display così semplice.

Tutte cose da chiarire, soprattutto considerando il costo non contenuto del dispositivo (siamo a poco meno di €1000). Dovesse però capitare a tiro, sicuramente mi piacerebbe sporcarci le mani sopra.

Voi ne avete avuto l’occasione? Vi potrebbe interessare un dispositivo di questo tipo? Fateci sapere nei commenti.

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.