La musica è finita: proteggere con il diritto d’autore tutte le possibili melodie in una sola volta

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I nomi Damien Riehl e Noah Rubin non dicono molto, tuttavia potrebbero essere i protagonisti al centro di una vera a propria rivoluzione all’interno del mondo della produzione musicale.

Damien non solo è un programmatore e musicista, ma anche un avvocato esperto in diritto d’autore. Noah non condivide la stessa passione per le toghe e i codici legislativi, ma quella per la musica e gli algoritmi si. In una video intervista raccontano di come siano riusciti, potenzialmente, a salvare tutti i musicisti indipendenti dalla grinfie degli avvocati delle etichette discografiche a caccia di presunti plagi.

Da quello che ci raccontano, l’idea iniziale è nata una sera, mentre i due erano fuori per un drink. “Sarebbe possibile fare brute-forcing di tutte le melodie possibili?
Fosse la scena di in un film, immaginiamo l’inquadratura fissa sui bicchieri ancora mezzi pieni lasciati sul tavolo, con loro fiondati sul primo computer a disposizione per fare un tentativo.

Una melodia non è altro che una sequenza di note ben definita, da buoni informatici hanno pensato subito a produrre file di tipo MIDI: una descrizione delle note usate (quale nota e con che durata) invece del suono direttamente. Più pratico, ma soprattutto più preciso: il punto è proprio la sequenza di note. Sarà poi un sintetizzatore a leggere il file e produrre i suoni.

Supponendo una lunghezza “media” per una melodia di 10 note, tutte della stessa lunghezza, e utilizzando tutti i tasti di un pianoforte comune (88 tasti), è apparso subito chiaro il problema: il numero di combinazioni possibili è enorme. In effetti, 88 elevato alla decima è un numero che difficilmente vedrete in giro (liberi di provare, ma dovrete scendere a patti con la vostra calcolatrice). Insomma, difficilmente perseguibile sia per limiti di tempo, sia per limiti di spazio.

Ma poter rendere tangibile la propria produzione musicale (si legga “incidere un disco“) è lo step fondamentale per tutelarsi con il diritto d’autore. Quindi, l’unica opzione possibile era ridimensionarsi: prendendo in considerazione una sola ottava, dal DO al DO sulla tastiera (12 tasti), sono scesi a circa 68 miliardi di combinazioni. Forse gestibile.

Con gli strumenti informatici di cui disponevano, ci sono voluti circa 6 giorni per generare e produrre i file MIDI di tutte le combinazioni possibili (2.6TB circa, compressi in una tarball). Il tutto è stato salvato su un hard disk e pubblicato successivamente online sotto una licenza libera, dando i natali al progetto All the Music.

Il frutto di questo lavoro è la consapevolezza che, al di là del valore artistico, le melodie sono sequenze matematiche con le note al posto dei numeri. Messa in questi termini, pare strano pensare a come si possa “possedere” una melodia. Suonerebbe altrettanto strano pensare di possedere il diritto d’autore su una sequenza numerica, no?

Grazie ad un algoritmo, una licenza di tipo “public domain” e un repository git, questi due programmatori-musicisti sono riusciti a dare una chance a tutti coloro che fanno musica e che non sono legati ad una grande etichetta discografica, ovvero la tranquillità di poter creare la propria musica senza lo spauracchio di una causa per plagio nel remoto caso in cui due melodie fossero (troppo) simili tra loro.

Vi lasciamo al discorso TEDx Talk che il nostro Damien ha tenuto a Minneapolis, ma soprattutto alla possibilità di partecipare al progetto!

Amministratore di sistema “umile ma onesto”. Inciampato in Linux per caso, è stato l’inizio di una storia d’amore bellissima.

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