Debian promuove un biohackaton contro il COVID-19

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Sulla mailing list ufficiale di debian.org è arrivata la chiamata alle armi: dal 5 all’11 Aprile il Debian Med Team invita tutta la comunità (e chiunque ne abbia voglia e le capacità) a migliorare il parco software libero utilizzato in ambito biomedico e relativi strumenti e librerie.

Non è necessaria alcuna conoscenza di tipo medico, è stato richiesto tutto il supporto possibile per debugging, testing, documentazione e localizzazione, ma anche contributi al codice.

Nel messaggio originale trovate tutti i link dei progetti, per comodità vi linkiamo la lista dei bug e quella dei pacchetti.

Le raccomandazioni da parte del Debian Med Team sono le solite:

  • evitare sforzi inutili da parte degli altri utenti, segnalando su cosa si sta lavorando;
  • notificare gli autori in caso di code-contribution;
  • concentrarsi sull’architettura amd64 poiché quella più utilizzata;

Per tutte le domande su come dare il proprio contributo, vi rimandiamo anche noi alla pagina con la linea di condotta del Debian Med Team.

Non è l’unica iniziativa di questo tipo, in questi tempi difficili: vi ricordiamo il progetto Folding@home di cui vi abbiamo parlato qualche tempo fa per prestare il potere computazionale della vostre workstation alla comunità, ma degna di nota è anche l’iniziativa Call For Code di IBM, che dovrebbe raccogliere (fino al 27 di Aprile, data dopo la quale verranno selezionate le migliori submission) le idee degli sviluppatori in giro per il mondo finalizzate alla creazione di nuove soluzioni nell’ambito del lavoro agile e della remote education. Anche le Istituzioni del nostro Paese sembrano aver gradito il clima di cooperazione dello scenario open source, e qui trovate un repository git con i dataset relativi all’Emergenza Coronavirus.

Amministratore di sistema “umile ma onesto”. Inciampato in Linux per caso, è stato l’inizio di una storia d’amore bellissima.

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