Arriva finalmente il repository Linux di Hashicorp, la mamma di Terraform

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Per quanto possa essere specifico il tema di questo articolo, farà piacere sapere ai moltissimi fruitori che, finalmente, Hashicorp, l’azienda che tra le altre cose produce Terraform, ha annunciato la disponibilità di un repository Linux dei propri software.

Per quanti non sapessero di cosa stiamo parlando, Terraform è diventato di fatto lo standard per il deploy di infrastrutture cloud da codice, insomma lo strumento principe per la gestione IaC, Infrastructure As Code. Mediante Terraform, creando file appositamente compilati, è possibile effettuare il deploy di infrastrutture complete sui tanti ambienti cloud disponibili, in maniera totalmente automatizzata.

Dove sta la notizia, direte voi? Se avete avuto a che fare con i prodotti Hashicorp vi sarete resi conto di come al momento l’unica via per installarli è quella di scaricare il binario direttamente dal sito dell’azienda. Nel caso specifico di Terraform si scarica uno zip che contiene la CLI che consente l’utilizzo di quanto descritto sopra.

Avere un repository di riferimento consentirà di agevolare enormemente l’installazione dei prodotti, come mostra quest’immagine che arriva direttamente dal post di Hashicorp:

Non sarà quindi più necessario organizzarsi per installare i binari (come facciamo nel nostro repository mmul-it/ansible a proposito proprio di Terraform).

Unica “pecca”? Al momento i pacchetti disponibili nel repository sono relativi unicamente a tre prodotti: Vault, Consul e Nomad. Niente Terraform per ora quindi, ma nell’ultima sezione del post l’arrivo dei pacchetti di Terraform, Packer e Vagrant è dato per scontato ed a breve.

Basterà quindi aspettare. Nel frattempo la vita per gli utenti Hashicorp è già un pochino più facile.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

4 risposte a “Arriva finalmente il repository Linux di Hashicorp, la mamma di Terraform”

  1. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    Bello per carita’, ma mi sembrano tools molto piu adatti a chi gestisce grandi infrastrutture di paas/saas etc.
    Per il gestore it di una media o piccola impresa sono robe abbastanza lontane dalla quotidianita’

  2. Avatar Raoul Scarazzini
    Raoul Scarazzini

    Se stiamo parlando dell’azienda che anziché tenere un server in casa lo butta sul cloud, usandolo tale e quale, allora posso essere d’accordo. Ma indipendentemente dalla grandezza dell’azienda, abbia questa 10 o 100 macchine per come la vedo io avere una solida base IaC è imprescindibile. È una cosa che noi (di MMUL dico) stiamo toccando con mano ogni giorno, per quello abbiamo sviluppato l’automazione ansible per la gestione di terraform (https://github.com/mmul-it/ansible/tree/master/roles/terraform al momento limitato ad Azure). Insomma, ci crediamo fermamente.

  3. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    se come appunto ti riferisci a 10 o 100 macchine gestite sul cloud, magari dislocate su diverse piattaforme, allora posso anche intuirne l’utilità. Se invece parliamo di 10 o 100 (ma direi anche molto meno… da quello che ho visto in giro, una media azienda, difficilmente supera i 20-30 server) server i quali magari sono virtuali su piccoli cluster di 3-4 nodi ed un paio di storage sincronizzati su per l’HA (quando va bene) magari sviluppati nel corso degli anni, per esigenze specifiche non sempre legate a internet… allora non saprei… bisognerebbe capire meglio cosa offre l’introduzione di una iac su una infrastruttura preesistente che si è strutturata nel tempo.

  4. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    si posso anche essere d’accordo, ma non stiamo sempre parlando di una infrastruttura che si crea dall’inizio. Mediamente le aziende medio-piccole hanno costruito l’infrastruttura nel corso del tempo, installando o upgradando macchine, sistemi, e software, in base alle necessità che si sono presentate nel corso degli anni.
    Onestamente per quel poco che ho visto, il vero cancro è semmai la mancanza documentazione su cosa si è installato, e sul come si è configurato. In molti casi, per come dici tu, per dare modo al responsabile IT (interno o esterno che sia) di mantenere una certa “indispensabilità” all’azienda, in altri, semplicemente per pigrizia.

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