Rilasciato Systemd 247, novità per OOMKiller

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Nei giorni scorsi è stata rilasciata la nuova versione di Systemd, la 247, e come tutte le sue release, include moltissime nuove funzionalità.

Una delle novità che spicca in Systemd 247, è l’utilizzo di systemd-oomd come demone per la gestione dell’out-of-memory.

Al momento chi si occupa della questione è l’OOM killer che, in base ad un oom_score, sceglie quale processo fermare, di solito quello che sta consumando più memoria ma che non è importante per garantire stabilità al sistema (tipo un antivirus…).

Inizialmente sviluppato da Facebook e poi esteso all’ambito desktop, systemd-oomd dovrebbe migliorare questo tipo di gestione tramite l’utilizzo di cgroup per monitorare il carico o l’utilizzo della swap da parte di un determinato processo.

Essendo una funzionalità ancora in fase sperimentale, non sarà abilitata di default ma va abilitata durante la compilazione con il flag -Dmode=developer.

Oltre a systemd-oomd, systemd 247 include:

  • Btrfs con systemd-homed di default;
  • i servizi systemd supportano la logica delle “credenziali” per passare informazioni sensibili ad altri servizi in maniera sicura;
  • i record JSON di systemd-homed supportano le “recovery keys” come passphrase secondarie per lo sblocco degli account o delle home directory;
  • le dipendenze run-time di alcune librerie vengono caricate tramite dlopen() quando presente sul sistema. Questo consente di ridurre al minimo le dipendenze necessarie a systemd e per avere immagini del sistema operativo più ridotte;
  • systemd-dissect si sposta in /usr/bin per passare ufficialmente ad essere un tool supportato con un interfaccia stabile;
  • systemd-repart supporta il dump in formato JSON.

Curiosi di provare qualcosa? Il codice di Systemd 247 è disponibile su GitHub.

Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.

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