JingOS: la distro Linux pensata per i tablet

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Nonostante i tablet forse non abbiano ancora trovato il loro posto nell’ecosistema digitale che ci circonda, negli ultimi anni sono diventati sicuramente molto più presenti nelle nostre case.

Dal lancio del primo iPad che, volente o nolente, ha iniziato a convincere le persone ad aver bisogno di un tablet, molti si sono succeduti, ed al momento le scelte sono di base due: o il già citato iPad di Apple, o uno dei vari tablet Android presenti sul mercato che – purtroppo – spesso peccano di breve vita, soprattutto se valutiamo la parte aggiornamenti.

Arrivano nelle nostre case, vengono mantenuti qualche mese (se va bene, un anno) e poi il produttore si dimentica della loro esistenza, senza correggere bug, senza portare le innovazioni al sistema e soprattutto lasciandoci in mano un dispositivo che – pian piano – diventa sempre meno “invitante” nel suo uso quotidiano. Soprattutto considerando che in questo panorama le applicazioni sono davvero tante e, molto spesso, non ottimizzate per un uso su tablet.

Quello che manca realmente nel panorama, che ci permetterebbe – forse – di avere un sistema in evoluzione, usabile, personalizzabile al 100% e con una vita a livello di update più lunga, è una reale alternativa open-source, magari basata su Linux.

A colmare questo limite ci sta provando una distribuzione che, seppur già annunciata, dovrebbe essere disponibile a breve (il 31 Gennaio di quest’anno, per l’esattezza): JingOS.

L’idea di base è quella di creare una distribuzione Linux che abbia un paradigma di interfaccia simile a quello ben conosciuto ed apprezzato di iPadOS, mantenendo però la piena libertà di un sistema Linux sottostante.

La distribuzione viene fornita con una serie di applicazioni native pensate per l’uso sul tablet, come il calendario, il gestore dei file, o il media player ma, ovviamente, è in grado di eseguire qualsiasi applicazione disponibile per Linux, come (ad esempio) VisualStudio Code o LibreOffice. Certo, in questo caso l’interfaccia non è ottimizzata per l’uso con le dita, ma sicuramente avere un sistema completo permetterà di rendere ancora più utile il dispositivo da divano per eccellenza.

Completa il tutto il pieno supporto alle gesture multitouch del trackpad, cosa che lo rende ancora più utile anche nel momento in cui dovessimo collegarci tastiera e mouse, rendendo di fatto il tablet un pc Linux completo come quelli che siamo abituati ad utilizzare tutti i giorni.

Al momento il sistema è stato testato e viene dato come funzionante su due dispositivi, il Surface Pro 6 di Microsoft ed il Huawei Matebook 14 con touch screen. Viene giustamente fatto notare che è possibile installare JingOS su qualsiasi PC x86, ma ovviamente avere uno schermo multitouch migliorerebbe di gran lunga l’esperienza d’uso.

Personalmente trovo molto interessante l’idea, e son curioso di provarla: chissà che sia la volta buona di riuscire ad avere un dispositivo open-source, funzionale, e che offra una reale esperienza tablet.

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

Una risposta a “JingOS: la distro Linux pensata per i tablet”

  1. Avatar floriano
    floriano

    potrebbe servire per far risorgere il Surface RT e l’ASUS Eee Pad Transformer TF101, chissà se esiste solo per processori x86/x64 o c’è anche per arm…

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