E se l’alternativa a CentOS dopo l’abbandono di Red Hat fosse… Ubuntu? In Canonical sono convinti di sì!

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L’immagine che vedete qui sopra è presa (letteralmente linkata) dall’articolo pubblicato sul blog di Ubuntu dal titolo più che eloquente:

Why is Ubuntu Linux the leading choice to replace CentOS for Finserv infrastructure?

Perché Ubuntu è la principale scelta per rimpiazzare CentOS all’interno di infrastrutture che erogano servizi finanziari?

Già perché, al netto di tutte le alternative per così dire “uno a uno” a CentOS, e si sta parlando di Rocky Linux o AlmaLinux che condividono la stessa struttura base di codice e gli stessi rpm, si potrebbe prendere in considerazione anche soluzioni per certi versi radicalmente opposte, come Ubuntu per esempio.

Citando i punti di forza della distribuzione di casa Canonical l’articolo di Kris Sharma esplora come, a partire dall’affidabile schedulazione delle release (il termine è usato con molta cognizione di causa), la scelta di Ubuntu potrebbe rivelarsi più che saggia:

Forte dei dati storici di Ubuntu, c’è poco da obiettare: in termini di LTS le tempistiche sono state sempre mantenute e rispettate, oltrettutto il dato più rilevante, forse sconosciuto ai più, è che la maggioranza delle installazioni Ubuntu sul mercato è proprio di tipo LTS. Il 95%.

La stabilità, il mantenimento e la full stack compliance sono gli aspetti del sistema che l’autore sottolinea come critici nella scelta di Ubuntu rispetto alle concorrenti. Oltretutto la comprovata posizione di dominanza sul cloud garantisce per il nome e, sebbene l’articolo si riferisca specificamente all’ambito finanziario la vera domanda è: dove gli aspetti e le esigenze illustrate non sono essenziali?

Che sia quindi Ubuntu la vera alternativa a CentOS? In Canonical sono convinti di sì e, ad onor del vero, va anche aggiunto che da nessuna parte nell’articolo c’è sottolineato un aspetto piuttosto essenziale: proprio come CentOS, Ubuntu non costa.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

7 risposte a “E se l’alternativa a CentOS dopo l’abbandono di Red Hat fosse… Ubuntu? In Canonical sono convinti di sì!”

  1. Avatar carlo coppa
    carlo coppa

    Ma perché i vari blog che si occupano di Linux vogliono trovare a tutti i costi un sostituto di CentOS ?
    Non vi viene in mente che le esigenze sono diverse e c’è di passerà a Rocky, chi a CentOS stream, chi opterà per RedHat chi per SUSE chi per openSUSE e perché no … chi per Ubuntu o Debian.
    Non è che tutti gli utenti di CentOS faranno la stessa scelta, questo è sicuro !

  2. Avatar sabayonino
    sabayonino

    A me sembra che in Ubuntu & C. siano spesso convinti in qualcosa 😀

  3. Avatar michele
    michele

    Forse, più che trovare il sostituto, si fa l’elenco delle posibilità. Ovviamente un’azienda o un professionista o un semplice appassionato che usavano centos decideranno in autonomina non basandosi sui blog, ma dai blog possono ottenere informazioni che magari gli mancano per fare la scelta miglore.

  4. Avatar carlo coppa
    carlo coppa

    Certo questo lo avevo capito, ma fatico a credere alcune cose che si dicono in giro…ad esempio fatico a credere che esistano aziende che si affidano a una distribuzione comunitaria e quindi senza garanzia. Ho lavorato per qualche azienda e ho sempre visto utilizzare le note distribuzioni enterprise da Red-Hat a SUSE a Ubuntu, non ne ho mai trovata una che utilizzasse Mint o Fedora o CentOS. Certo CentOS è molto utilizzata in ambito server da privati oppure è usata al fianco di Red-Hat per lavorare e avere una compatibilità binaria. Non metto in dubbio che qualche azienda usa CentOS per risparmiare, ma è un errore farlo.
    Le aziende dovrebbero sempre usare distribuzioni enterprise, anche perché in questo modo contribuiscono anche economicamente al mantenimento del software libero, che non è dato per opera dello spirito santo.

  5. Avatar Raoul Scarazzini

    @carlocoppa:disqus posso garantire per esperienza (personale e decennale) che non è assolutamente così. Se hai know-how interno e la garanzia che la code base è la stessa identica della controparte enterprise (ossia il presupposto che c’era prima alla base di CentOS), allora il risparmio sensibile che ottieni dalle sottoscrizioni diventa irrinunciabile. Quindi no, non è assolutamente vero che “le aziende dovrebbero sempre usare distribuzioni enterprise”.
    Quanto allo spirito santo poi, la cosa è bivalente: è vero che senza l’enterprise buona parte dei contributi ai progetti open mancherebbe, ma l’enterprise senza la community non esisterebbe proprio, quindi…

  6. Avatar Raoul Scarazzini

    Nessun autogol, ma calcolo ponderato e ragionato. Perdi qualcosa in termini di “purezza”, ma guadagni sensibilmente sulle revenue, che a dispetto di quanti molti credono è la base di tutto.
    Business is business.

  7. Avatar carlo coppa
    carlo coppa

    …non lo escludo, io parlavo per quanto riguarda la mia piccola esperienza lavorativa, CentOS era molto utilizzato dai dipendenti, ma le aziende nella mia esperienza usavano RHE, ed era comodo dal momento che era lo stesso code base. Non escludo che si fossero aziende ad usarla, per ottimizzare i costi, si è disponibili a prendere qualche rischio. Una distribuzione comunitaria come tu saprai certamente, non ha alcun onere da rispettare, dall’oggi potrebbe chiudere. Quindi si,… potrebbe fare risparmiare soldi, ma se ti va male puoi rimetterceli. Insomma è un azzardo e io non esporrei mai la mia azienda ad un rischio del genere. Ovviamente c’è azienda e azienda..

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