Intel PFRUT: non riavvieremo più i nostri sistemi?

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Sempre in esecuzione, sempre pronti!

Rispetto ad alcuni anni fa adesso i nostri sistemi possono essere riavviati sempre meno. Da l’accortezza nella gestione della memoria, a processi di update gestiti dal package manager sempre più “trasparenti”, per quanto riguarda il software difficilmente viene richiesto il riavvio del nostro amato sistema operativo.

Certo, alcune cose “storicamente” richiedono ancora il fantomatico reboot, come ad esempio l’update ed il patching del kernel e/o dei firmware delle nostre amate macchine. Per quanto riguarda il kernel, pero’, seppur il cambio di versione richiede ancora il riavvio, il patching oramai può essere gestito a caldo. Grazie all’arrivo di tecnologie come il Live Patching, anche tener aggiornato -per lo meno a livello di patch- il cuore del nostro sistema operativo può essere fatto senza disservizi.

E per quanto riguarda i firmware? Beh, li dipende, soprattutto se parliamo di componenti un pochino fondamentali come il BIOS o l’UEFI, questo è demandato dal componente stesso. Certo, troviamo tool di aggiornamento per i più famosi sistemi operativi, ma in genere questi si limitano a caricare il necessario per l’aggiornamento sul dispositivo hardware interessato, richiedere un riavvio e sarà poi il dispositivo stesso ad occuparsi del suo aggiornamento.

Per quanto riguarda il mondo server Linux, però, le cose potrebbero cambiare a breve grazie ad Intel. Si evince da una patch per il Kernel 5.17 committata dall’azienda di chip che porta nel driver ACPI un componente chiamato PFRUT: Platform Firmware Runtime Update and Telemetry. Il tutto condito anche da un tool da riga di comando che permette di utilizzare questo componente per aggiornare a caldo il BIOS.

Tutto questo facendo seguito ad un documento di specifiche sul tema degli aggiornamenti a runtime di firmware rilasciato, sempre da Intel, ad Agosto di quest’anno.

Al momento la patch sembra essere indirizzata ai soli sistemi server, ed Intel stessa non ha minimamente accennato alla parte consumer, ma sicuramente a livello tecnologico è un bel passo avanti. Sarà interessante però vedere se prima o poi questa funzionalità arriverà anche “nelle nostre case”, sicuramente il parco macchine ad uso personale è decisamente più ampio rispetto a quello “da sala macchine”, ma i vantaggi di poter aggiornare ed eseguire il patching del BIOS senza dover chiudere le nostre amate applicazioni è bello alto.

Un nuovo anno ricco di speranza dunque.

Utente Linux/Unix da più di 20 anni, cerco sempre di condividere il mio know-how; occasionalmente, litigo con lo sviluppatore di Postfix e risolvo piccoli bug in GNOME. Adoro tutto ciò che può essere automatizzato e reso dinamico, l’HA e l’universo container. Autore dal 2011, provo a condividere quei piccoli tips&tricks che migliorano il lavoro e la giornata.

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