ALP, il nuovo Linux per l’enterprise secondo SUSE, è disponibile per i test

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SUSE, la famosa e longeva azienda open-source di origine tedesca, ha annunciato in un recente post la disponibilità del prototipo di ALP, acronimo che sta per Adaptable Linux Platform ed il cui principio di funzionamento si discosta dal classico modello UNIX-Style che conosciamo bene per farsi più vicino ad un approccio più incentrato sulle applicazioni.

L’intento è quello di separare la gestione hardware del sistema operativo lato host e la gestione applicativa (basata sui container) per fornire una piattaforma di erogazione immutabile ed i relativi ambienti runtime.

Il nome del prototipo pubblicato è “Les Droites” e presenta queste componenti, enfatizzate nel blog post:

  • Supporto software: una corposa selezione preinstallata unita ad Ansible, disponibile nei repository, per consentire agli utenti di configurare e/o gestire i sistemi ALP in modo flessibile e agile.
  • Supporto hardware: la baseline dell’architettura per ALP è impostata su x86_64-v2. La precedente considerazione di x86_64-v3 è stata rifiutata dopo il round di feedback iniziale. Stiamo valutando il supporto di x86_64-v3 e possibilmente v4 tramite la funzionalità hwcaps.
  • Crittografia completa del disco: il prototipo presenta una Full Disk Encryption (FDE) che, sebbene potrebbe non essere la soluzione definitiva, è utile per capire e saggiare lo stato attuale della tecnologia.

In questa fase “prototipo” SELinux non è implementato in maniera rigida, ma verrà incorporato nelle versioni future. Per l’erogazione dei container è possibile fare affidamento su Podman e K3s.

Ma veniamo al punto che immagino tutti si siano chiesti all’inizio della lettura di questo articolo: tutto bello, ma che differenza passa tra questa ALP e, ad esempio, SUSE Enterprise Linux?

Per rispondere a questa domanda, non avendo ancora provato il prototipo, possiamo basarci su quanto indicato nei vari annunci: il tentativo è quello di creare una distribuzione che sia ottimizzata per carichi di lavoro moderni (è di fatto container-centrica) e funzioni sul principio dell’immutabilità, in cui le modifiche da fare al sistema operativo sono poche e non dirette, un approccio funzionale soprattutto per i contesti enterprise che hanno nei numeri il loro limite di gestione più grande.

Da quel che è dato di leggere il concetto è forse assimilabile a CoreOS, parte della scuderia Red Hat dal 2018, ma per avere certezze c’è solo una cosa da fare: provarla. Se qualcuno dei lettori però si è già misurato con ALP siamo all’ascolto!

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.