Tutti i problemi di Bugzilla, lo storico software open-source di tracciamento bug che molti usano e nessuno vuole mantenere

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Vi è mai stata detta la frase “Aprimi un Bugzilla!“? Se sì, siete nell’informatica da molto tempo e potete facilmente ricordare come i termini Bug e Bugzilla siano stati per lungo tempo sinonimi. Aprire un bug in merito al (mal) funzionamento di un programma significava, nella maggioranza dei casi, collegarsi alla piattaforma Bugzilla di quel progetto ed aprire mediante l’interfaccia la segnalazione.

Non che le cose siano troppo differenti oggi, a dire il vero. Volete una lista delle distribuzioni che usano questa piattaforma come fonte della verità per quello che riguarda le segnalazioni di bug & richieste inerenti il funzionamento dei software? Eccola (e la potete consultare nella sua interezza qui):

Mica nomi da niente no? Pensate poi che questo software è stato creato nel millenovecentonovantotto (!) ed è sviluppato con un linguaggio che i più giovani hanno sentito solo nominare e forse mai usato: Perl.

Per tutte queste sue caratteristiche particolari Bugzilla ha sempre avuto una vita travagliata, soprattutto in quest’epoca fatta di interfacce user friendly che prevedono ciò che l’utente sta pensando. Anzi, per dirla tutta Bugzilla era considerato dal suo maintainer storico, Dave Miller, un dead man walking, tanto da aver provato ad affidarlo ad altre persone per diverse volte negli ultimi dieci anni, senza mai trovare qualcuno che se ne potesse occupare a lungo termine.

Risultato: non ci sono state nuove release del software per almeno due anni.

Almeno questa era la situazione prima di questo post dello stesso Miller, che ha annunciato novità inerenti proprio una nuova versione del software che dovrebbe uscire. Infatti Miller, in questa fase della sua vita, può tornare ad occuparsi di Bugzilla e quindi, sebbene sia alla ricerca di aiuto per gestire alcune aree critiche (documentazione e compliance), esiste una pianificazione per le prossime release.

Chiaramente tutto è subordinato a quanto Miller potrà continuare a gestire il progetto. In ogni caso stupisce che le aziende (che potremmo certamente definire big tech) non abbiano polmone per contribuire ad un progetto che, volente o nolente, gestisce uno degli aspetti più critici della gestione delle distribuzioni che producono.

Quindi il problema rimane. Come si diceva la tecnologia su cui Bugzilla si basa, Perl per l’appunto, è poco attrattiva e non c’è da biasimare gli sviluppatori che, come racconta devclass.com, si chiamano fuori da potenziali collaborazioni:

I love Bugzilla … I can’t, however, actually expect or recommend with a straight face that anyone deploy or work on it, considering it’s a foreign codebase written in Perl, so it’s not something I want to do myself, either

Amo Bugzilla… Tuttavia non posso onestamente consigliare a nessuno di lavorarci, considerato che la codebase è basata su Perl, qualcosa su cui io per primo non voglio lavorare

Gli si può dare torto?

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.