Il team di Docker ha recentemente annunciato docker init, una nuova CLI (Command Line Interface) presentata come beta che semplifica la creazione e l’aggiunta di Docker ad un progetto o, se vogliamo, la dockerizzazione di un progetto.
Introdotto con la versione 4.18 di Docker desktop, docker init fornisce una serie di automatismi per creare, sulla base dell’analisi della directory del progetto in cui viene lanciato, i file che normalmente rendono possibile la creazione dei container, quindi i vari Dockerfile, .dockerignore e docker-compose.yml.
Il tutto fornendo un’interfaccia a command line interattiva attraverso la quale è possibile confermare o modificare le rilevazioni effettuate dal comando.
Il dettaglio del funzionamento è presentato in questo video, che con un esempio pratico mostra come utilizzare docker init :
La versione attuale che, lo ripetiamo, è ancora una beta, supporta Go, Node e Python, ma come recita l’annuncio a questi linguaggi se ne aggiungeranno altri nel breve, tra cui Java, Rust e .NET.
Inserendosi nel filone degli automatismi, magari in aggiunta a GitHub Copilot, docker init potrebbe rientrare nella categoria degli strumenti che ci fanno domandare quanto ancora serva la figura umana negli sviluppi, ma la realtà è chiaramente diversa.
L’intento primario di questo strumento non è tanto quello di sostituire il lavoro effettivo dello sviluppatore, quanto piuttosto di diminuire il rischio di errori ed inconsistenze nella produzione di container, permettendo di concentrarsi su ciò che conta davvero, ossia la qualità.
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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