Hashicorp cambia la licenza di Terraform e fratelli da MPL a BSL, che di open-source ha poco e niente

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È sempre bene non distrarsi troppo nel periodo estivo, o si finisce in meno di due settimane (il periodo di pausa estiva degli articoli del portale) con il trovare notizie inaspettate. È il caso di Hashicorp la quale, precisamente il 10 agosto 2023, ha pubblicato il blog post HashiCorp adopts Business Source License spiegando come per tutti i prodotti sviluppati internamente (quindi Terraform, Vault, Vagrant e via dicendo) la vecchia licenza Mozilla Public License v2.0 (MPL 2.0) verrà accantonata in favore della Business Source License (BSL) v1.1.

Come spiegano le FAQ, la BSL viene così definita:

BSL is an alternative to closed source or open source licensing models. Under BSL, the source code is publicly available. Non-production use of the code is always free, and the licensor can also make an Additional Use Grant allowing production use under specific restrictions. Source code is guaranteed to become open source at a certain point in time. On a specified Change Date, or the fourth anniversary of the first publicly available distribution of the code under the BSL, whichever comes first, the code automatically becomes available under the Change License. Our current Change License for HashiCorp projects is MPL 2.0.

BSL è un’alternativa ai modelli open-source e closed-source. Sotto la BSL il codice sorgente è pubblicamente disponibile. L’utilizzo non commerciale del codice rimane libero ed il licenziatore (Hashicorp stessa, ndr) potrebbe anche decidere di consentire alcuni utilizzi commerciali entro specifici limiti. Il codice sorgente ha la garanzia di diventare open-source in un momento successivo. As una specifica Change Date o al quarto anniversario della distribuzione pubblica del codice sotto BSL, qualunque delle due situazioni avvenga prima, il codice diventerà disponibile nella Change License. La nostro attuale Change License per i progetti Hashicorp è MPL 2.0.

Quindi la differenza sostanziale rispetto ad un modello pienamente chiuso è che “solo quando lo dirà Hashicorp” il codice diventerà open-source. Quindi se ci state pensando la risposta è comunque no, questa non è una licenza minimamente open-source.

Il motivo di questo cambiamento di rotta è facilmente intuibile. Hashicorp è un’azienda che deve generare profitto ed ha rilevato come l’attuale modello di sviluppo fosse poco vantaggioso per il proprio business, da qui l’esigenza di ottimizzarne i profitti (che sono comunque enormi, con un +29% nel primo quarter del 2023), modificando la licenza.

Chiaramente le reazioni alla mossa sono state molteplici, quasi tutti infastidite dal cambiamento di rotta (o volta faccia rispetto all’open-source, che dir si voglia), ma tutte concordanti nell’apprezzare la chiarezza, senza se e senza ma. Nessuna volontà da parte di Hashicorp di giustificare la propria scelta, che anzi con chiarezza sottolinea essere solo ed esclusivamente business.

La mossa quindi è pensata infatti per impattare principalmente la concorrenza, come illustra il sempre solerte Steven J. Vaughan-Nichols su The New Stack.

Joe Duffy, CEO di Pulumi (prodotto concorrente nell’ambito Infrastructure As A Service, quindi Terraform), ha affermato di aver cercato da sempre di collaborare con Hashicorp proponendo upstream miglioramenti ai provider Terraform (che rimarranno tutti con licenza open-source, ndr) finendo a mantenere dei fork, a causa delle difficoltà di accettazione delle patch. Secondo Duffy, Hashicorp ha perso il proprio DNA open-source parecchio tempo fa e questo cambiamento di licenza ne è solo la definitiva conferma.

Dello stesso avviso è Adam Jacob, di System Initiative, il quale afferma come la decisione sia la naturale conseguenza dell’incapacità da parte di Hashicorp di costituire una community che le avrebbe consentito di essere la lingua franca del cloud e della necessità di monetizzare quanto più possibile.

C’è infine Richard Brown di SUSE, il quale si dice felice della scelta di Hashicorp poiché l’inclusione dei suoi prodotti in openSUSE è sempre stata complicata ed il doversene finalmente dimenticare lo rasserena.

Sia quel che sia, ad oggi il valore di mercato di Hashicorp è 5,61 miliardi (con un fatturato nel 2022 di 394,60 milioni di dollari) e le stime per il 2023 parlano solo di aumenti.

L’open-source forse no, ma in Hashicorp certamente il business lo sanno fare.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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