Raspberry Pi il piccolo PC che fa le cose in grande, quotandosi in borsa e fornendo un kit per l’AI

Tempo di grandi novità in casa RaspberryPi, la cui azienda ha annunciato in pompa magna la quotazione in borsa, celebrando con questa foto il momento:

La borsa in cui l’azienda è stata quotata è quella di Londra, il London Stock Exchange, e le motivazioni sono spiegate nello stesso post:

This is a watershed moment for Raspberry Pi, and the start of a new phase in our evolution: access to the public market will enable us to build more of the products you love, faster. And the money raised by the Raspberry Pi Foundation in the IPO will support its ambitions for global impact in its second decade

È un momento spartiacque per Raspberry Pi e l’inizio di una nuova fase nella nostra evoluzione: l’accesso al mercato pubblico ci consentirà di costruire più prodotti che ami, più velocemente. E il denaro raccolto dalla Raspberry Pi Foundation con l’IPO sosterrà le sue ambizioni di impatto globale nel suo secondo decennio

Forse non tutti sanno infatti che in realtà a governare l’azienda Raspberry Pi è la Raspberry Pi Foundation, di cui la prima è sussidiaria.

La Foundation è un’organizzazione di beneficenza operante nel campo dell’educazione ed il suo scopo principale è promuovere l’educazione informatica, in particolare nelle scuole, e migliorare l’accesso all’informatica in tutto il mondo.

La Raspberry Pi Foundation ha sede nel Regno Unito, da qui la quotazione fatta appunto al London Stock Exchange.

Per quanto il dualismo Foundation/Azienda possa essere passibile di confusione, in realtà le cose sono molto chiare, come spiegano i fondatori del progetto in questo video:

Tempi frizzanti quindi, e questa IPO (Offerta Pubblica Iniziale / Initial Public Offering) porterà alla raccolta di nuovi capitali, utili per finanziare lo sviluppo di nuovi prodotti, espandere le operazioni globali e investire in ricerca e sviluppo.

Ed un esempio pratico lo si vede già all’opera leggendo l’articolo di FOSS Force che descrive il nuovo Kit per l’AI che Raspberry Pi ha costruito insieme all’azienda Hailo, che produce processori AI per l’Edge computing.

Il kit ha queste specifiche:

  • Il modulo Hailo-8L M.2.
  • Una NPU con potenza di 13 TOPS, quindi il dispositivo può eseguire 13 trilioni di operazioni al secondo.
  • Conforme al M.2 2242 form factor, ossia ha delle dimensioni ridottissime (22×42 mm per l’appunto).
  • Tolleranza di temperature da 40 °C a 85 °C.

Insomma, una bomba, e vedendo nell’articolo le cose che può fare, vedi il riconoscimento in tempo reale di oggetti, il limite del suo utilizzo è solo la fantasia.

Concludendo, quelli all’orizzonte sono tempi prosperi e proficui per Raspberry Pi, e speriamo che questo impatti anche sui prezzi e le disponibilità, a giovarne saranno gli utenti!

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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