Tutti i video della DebConf24 e la presentazione di quello che sarà il futuro di APT, Solver3

Dal 28 luglio al 4 agosto 2024 si è svolta a Busan, in Corea del Sud la venticinquesima conferenza Debian che tutti conoscono come DebConf, il momento annuale che contributori, sviluppatori e maintainer usano per condividere progressi e definire il futuro della distribuzione community per eccellenza.

Come annunciato via Linkedin i numerosi contributi video provenienti dall’evento sono stati condivisi all’interno dello spazio pubblico https://meetings-archive.debian.net/pub/debian-meetings/2024/DebConf24/ all’interno del quale tutti i video, identificabili da delle descrizioni che aiutano a capirne il contenuto, possono essere scaricati e visionati.

Tra le novità più importanti che sono state annunciate ve n’è una che si riferisce ad APT (Advanced Package Tool), lo storico strumento che consente di gestire in maniera automatizzata le dipendenze dei pacchetti che si vogliono installare all’interno della distribuzione.

A descrivere nel dettaglio la portata dei cambiamenti che avverranno ci pensa questo articolo di The New Stack, dove viene presentato nella sua interezza Solver3, creatura dello sviluppatore Julian Andres Klode, il cui scopo dovrebbe essere quello di ridurre il tempo necessario per aggiornare le dipendenze necessarie ai pacchetti e consentire agli amministratori di prendere decisioni migliori su quali siano i pacchetti software correlati ai propri software.

L’ultima release di APT, la 2.9.3, include Solver3 in versione alpha/sperimentale ed una versione beta dovrebbe essere pronta per Trixie, l’uscita Debian pianificata per febbraio 2025. Se tutto procederà come previsto Solver3 sarà il risolutore predefinito nella successiva release Forky, ossia Debian 14, in uscita il prossimo agosto.

Il cambiamento è importante, poiché arriva vent’anni dopo l’introduzione di APT che è sempre stato uno degli elementi differenzianti di Debian rispetto alla concorrenza. Come correttamente citato dall’articolo, a voler ben vedere APT è stata la ragione per cui distribuzioni derivate come Ubuntu (per dirne una) hanno avuto vita facile nello sfruttare la base dei pacchetti Debian su cui poi personalizzare i propri pacchetti.

Chiaramente le cose si sono evolute nel tempo e Solver3 si pone come baluardo per adeguare quelle che sono le nuove esigenze dell’era cloud-native per lo storico gestore dei pacchetti. Nella pratica ciò che questa componente software fa è determinare, mediante un algoritmo, quali pacchetti devono essere aggiunti come dipendenze quando un nuovo pacchetto applicativo viene aggiunto all’ambiente e gestire anche l’opposto, ossia quali dipendenze vanno rimosse quando non sono più richieste da alcun pacchetto.

L’ottimizzazione rispetto ai processi attuali riguarda soprattutto i tempi, come dice Klode, citato nell’articolo:

So what happens is that it actually traverses all the dependencies in the archive, and checks if everyone is satisfied or not. It’s just an enormous waste of time, which worked, I guess, 26 years ago, because there weren’t a lot of packages and even much less dependencies in the archive. But these days, things are way too complicated to do every dependency in the archive.

Quindi, ciò che accade è che in realtà [APT] attraversa tutte le dipendenze nell’archivio e controlla se sono soddisfatte o meno. È solo un’enorme perdita di tempo, che ha funzionato, credo, 26 anni fa, perché non c’erano molti pacchetti e ancora meno dipendenze nell’archivio. Ma oggigiorno, le cose sono troppo complicate per fare ogni dipendenza nell’archivio.

Il lavoro su Solver3 ridurrà le tempistiche di processo delle dipendenze all’interno delle build dal 45% attuale a solamente il 15%, oltre a migliorare anche altri aspetti generali del processo di build.

Insomma, un balzo in avanti necessario che porterà ancora una volta Debian a mantenere il proprio status di distribuzione innovativa ed al passo coi tempi.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

15 risposte a “Tutti i video della DebConf24 e la presentazione di quello che sarà il futuro di APT, Solver3”

  1. Avatar Pippo Linux
    Pippo Linux

    Debian tutta la vita! Sono tanti anni che la uso e devo dire che la ritengo la migliore, forse per specifiche applicazioni non lo è ma in generale è la migliore anche per la filosofia open che la contraddistingue.

  2. Avatar Valerio
    Valerio

    Ho usato prima RedHat e poi Ubuntu dalla 08.04 alla 18.04, ma ogni volta che segnalavo un baco, mi dicevano che era upstream e dove, in Debian. Complice il passaggio di Ubuntu a Snap, sono passato a Debian e mai tornerei indietro

  3. Avatar Antonio Salsi
    Antonio Salsi

    Ho usato debian dal 2003 fino al 2023 gran distro… ma alla fine ho ceduto ad Arch 🙂

  4. Avatar Raoul Scarazzini

    Penso l'aspetto della velocità sia solo una parte delle motivazioni di Solver3. L'obiettivo è quello di snellire e migliorare un processo che ormai ha una ventina d'anni.

  5. Avatar (YouTube) All'occhio del Frank

    Eh speriamo, è ancora tutto da vedere insomma. Debian è sempre un mix strano tra tradizione ed innovazione. Troppo o troppo poco sia da un lato che dall'altro a volte

  6. Avatar Giok
    Giok

    Parafrasando un noto spot pubblicitario: chi prova Debian non lo lascia più 🙂

  7. Avatar Valerio
    Valerio

    si perché non correggevano i bachi se non li correggeva upstrream. Alla fine prendono solo il lavoro di altri e ci mettono l'installer. Poi da quando Debian distribuisce anche i firmware non liberi, Ubuntu non ha più senso, è più facile da usare Debian di Ubuntu.

  8. Avatar Giok
    Giok

    Io ho iniziato su Slackware e poi sono passato a Debian e da allora non ho mai più avuto esigenza di cambiare

  9. Avatar Valerio
    Valerio

    avevo fatto le prime prove con Linux dal 1996 al 2007 con la RedHat, poi ho ri-provato CentOS e Fedora di recente per questioni lavorative, ma che fatica a trovare i pacchetti. Saranno anche supportate da aziende, ma per gli utenti privati meglio Debian. Al limite concepisco Arch se vuoi i pacchetti ultimissima versione per chi lo usa con i giochi

  10. Avatar Valerio
    Valerio

    avevo fatto le prime prove con Linux dal 1996 al 2007 con la RedHat, poi ho ri-provato CentOS e Fedora di recente per questioni lavorative, ma che fatica a trovare i pacchetti. Saranno anche supportate da aziende, ma per gli utenti privati meglio Debian. Al limite concepisco Arch se vuoi i pacchetti ultimissima versione per chi lo usa con i giochi

  11. Avatar Alessandro Scarozza
    Alessandro Scarozza

    da utente debian sid lo sto usando da quando è uscito: la differenza piu importante secondo me non è stata messa in evidenza da nessuno:

    mastodon .social/ @xanScale/112440317600534553

    in pratica il nuovo sistema è piu minimalista e cerca di minimizzare il numero di pacchetti installati, andando a scegliere 1 sola dipendenza quando ce ne sono varie in OR

  12. Avatar Raoul Scarazzini

    Ottimo a sapersi, grazie per la precisazione.

  13. Avatar Ivan Guerreschi
    Ivan Guerreschi

    Bellissimo APT, dopo aver installato fuse perché altrimenti i pacchetti Appimage non funzionano, magicamente non avevo più l'app File di Gnome e riavviando il boot si è bloccato sull'avvio di GNOME Display Manager, e non è la prima volta che succede installando o rimuovendo pacchetti. Con DNF mai successo una cosa simile.

  14. Avatar Raoul Scarazzini

    Con dnf (o yum) che dir si voglia, mi ricordo un commit sbagliato sul repository puppet in cui veniva messo uno `yum remove -y` che aveva messo totalmente in ginocchio un’infrastruttura di rete. In quel caso il problema non era il tool, ma ciò che stava tra la tastiera e la sedia, ossia io 😀

  15. Avatar Ivan Guerreschi
    Ivan Guerreschi

    Sicuramente è stato un mio errore non controllare attentamente cosa stava per combinare APT lezione imparata spero, ma con Ubuntu queste cose mi capitano ogni volta con Fedora ho sempre avuto meno problemi con la gestione dei pacchetti, sarà che DNF mi invoglia di più a leggere il suo output invece di un semplice muro di testo.

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