
Il 17 maggio 2025 si è concluso l’Eurovision Song Contest, un evento musicale partito nel 1956 che l’Italia, a parte gli ultimi anni, ha sempre snobbato in virtù degli eventi musicali nostrani, Festival di Sanremo in primis, su cui peraltro l’ESC pare sia basato (o almeno così dice Wikipedia).
A vincere quest’anno, dicono dalla regia, è stato JJ, un cantante e cantautore austriaco, con una canzone che si intitola Wasted Love, ed a questo punto la maggioranza di voi si starà chiedendo “ma sono ancora su Mia Mamma Usa Linux oppure son finito su un sito sbagliato?!“.
Niente paura, è tutto corretto.
La premessa era però d’obbligo per quanti (come il sottoscritto) hanno pochissima idea di cosa sia l’Eurovision, ma che, dopo aver letto l’articolo apparso su Open Source Observatory nel quale si parla dell’infrastruttura open-source che ha retto l’evento, son diventati curiosi.
L’articolo descrive come l’European Broadcasting Union (EBU), l’organizzazione dietro all’Eurovision Song Contest, utilizzi software open-source per gestire alcuni aspetti tecnici della trasmissione, come le grafiche in sovrimpressione e la produzione audio di qualità.
Nello specifico, ad essere utilizzati, sono questi software:
- CasparCG (indicato erroneamente nell’articolo come CaspErCG), ossia un software per grafiche live sviluppato dalla TV pubblica svedese e che si occupa delle scritte e delle transizioni che mostrate in TV.
- EarProductionSuite, una serie di plugin VST open-source (chi si è mai occupato di produzione musicale conosce come VST rappresenti lo standard per sviluppare i plugin che estendono le funzionalità dei DAW, le Digital Audio Workstation) per migliorare il suono.
Poco? Tanto? Sicuramente questa è una buona notizia perché conferma come l’open-source possa funzionare anche in ambiti complessi, e pure sotto i riflettori. Niente di rivoluzionario sia chiaro, sono componenti tecniche dietro le quinte che certamente rappresentano un esempio virtuoso da seguire.
Non solo, un aspetto fondamentale di questa notizia risiede nell’approccio utilizzato dalla European Broadcasting Union. Non è infatti per una questione ideologica che i software in questione vengono utilizzati, bensì perché funzionano. Per giunta in un contesto dove l’affidabilità e la flessibilità sono determinanti.
Poi certo, c’è il discorso della gratuità e dell’assenza di vendor lock-in, ma sono riflessioni successive. Il motivo principale è che queste tecnologie funzionano.
Abbiamo anche scoperto che per l’Italia partecipava Lucio Corsi con la canzone “Volevo essere un duro“, fosse stata “Volevo essere open” l’avremmo anche votata!
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.
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