Nuove restrizioni con WhatsApp? Perché non provare l’app OpenSource Signal?

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Da qualche settimana, in cima alla classifica dei download sui vari store online è apparsa una “nuova” app di messaggistica, pronta a dare battaglia e insidiare i colossi più conosciuti del settore come Telegram e WhatsApp.


L’app in questione si chiama Signal, è stata sviluppata nel lontano 2013 dalla omonima azienda no-profit statunitense Signal Technology Foundation.
Come mai sta riscuotendo questo enorme successo ?
Le ragioni vanno ricercate soprattutto sulle differenze nella gestione della privacy dei dati, che nel ultimo periodo sono più marcate per via delle modifiche che le varie aziende stanno apportando su questa tematica.


Una prima ragione è il cambio di rotta che recentemente WhatsApp ha deciso d’intraprendere suscitando non poche polemiche.
Tale modifiche riguardano le proprie policy d’utilizzo imponendo agli utenti la condivisione di alcuni dati sensibili con Facebook per scopi di marketing e profilazione.
Se non si accettano queste nuove modifiche non si potrà più utilizzare l’app.
Ed è da qui che Signal inizia a prendere piede e a ritagliarsi per ora come un ottima alternativa, con la mission di salvaguardare la nostra privacy impegnandosi a trattene il meno possibile i nostri dati e a non elaborarli per altri scopi.


Un’altra differenza più tecnica è la gestione del codice: seppur come le altre app competitor, Signal utilizza sofisticati sistemi di crittografia end-to-end per proteggere le conversazioni (Curve25519, AES-256, HMAC-SHA256) il suo codice è open-source.
Questo è un notevole vantaggio, in questo modo tutti possono constatare la veridicità delle sue affermazioni e il senso di trasparenza che vuole trasmettere all’esterno.
Discorso analogamente inverso per WhatsApp il cui codice è proprietario e dunque bisogna per forza “fidarsi” di ciò che dichiara nei suoi termini di servizio, senza essere mai a conoscenza di ciò che realmente l’applicativo esegue sotto i nostri occhi.


Tali scelte politiche aziendali, i recenti avvenimenti politici negli USA, la sensibilità sempre più crescente degli utenti sul tema sicurezza informatica e alcuni supporters di Signal con una certa rilevanza mediatica come il CEO di Tesla Elon Musk, stanno iniziando a tracciare un cambio di rotta, sopratutto nel nuovo continente.

La nuova politica di WhatsApp entrerà in vigore negli States il prossimo 7 Febbraio creando così questo fuggi-fuggi di massa dall’app verde.
Situazione diversa da noi in Europa dove le nuove policy non dovrebbero cambiare di molto per via delle stringenti normative GDPR.

Il mondo informatico e non, sta iniziando ad avere molta più sensibilità e consapevolezza sulla salvaguardia dei propri dati, definiti da molti il nuovo oro informatico per via del business che essi generano.
Che il mondo stia prendendo un’altra piega ? Che sia la fine dei vecchi titani per far spazio alle nuove realtà più sostenibili e trasparenti ?
Staremo ad assistere, per ora la tendenza e i numeri parlano chiaro: Signal tra il 6 e il 10 gennaio è stata installata 7,5 milioni di volte e giorno dopo giorno accumula sempre più utenti attivi.
Solo il tempo ci dirà se è solo un fuoco di paglia o una realtà stabile che andrà a dominare il mercato delle app di messaggistica istantanea.


Signal è disponibile per Android, iOS e ha una versione desktop per Linux, Mac e Windows.
Voi l’avete già scaricata ?

Interessato al mondo dell’informatica sin da piccolo, mi piace guardare e interessarmi su tutti i suoi aspetti e applicazioni, specialmente se si parla di server e security.
Se c’è qualcosa che non conosco, adoro approfondire e fare tesoro di ciò che imparo.

4 risposte a “Nuove restrizioni con WhatsApp? Perché non provare l’app OpenSource Signal?”

  1. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    mha… si fà presto a dire “privacy”… anche volendo, comunque Signal usa i google play services su android e sicuramente qualcosa di similare su Ios. Poi magari i loro server girano su cloud AWS o Google o Microsoft… Lasciamo perdere Telegram si cui si sà ancora meno (se avete informazioni diverse fatemelo sapere), perchè, certo magari grazie alla cifratura e2e non potranno leggere il contenuto dei messaggi che ci scambiamo, ma comunque permette loro di raccogliere metadati…. del tipo a che ora hai mandato un messaggio e a chi, la posizione gps mentre lo mandavi, se stavi usando una rete wifi e quale etc.etc… a dirla tutta non mi pare proprio poco.

  2. Avatar davide
    davide

    Almeno nel loro transparency report scrivono chiaramente che l’app è fatta per minimizzare la raccolta di metadati specificando quali e in che modo vengono processati… non mi pare poco visto che nessun’altro lo fa.

    “We’ve designed the Signal service to minimize the data we retain about Signal users, so the only information we can produce in response to a request like this is the date and time a user registered with Signal and the last date of a user’s connectivity to the Signal service.

    Notably, things we don’t have stored include anything about a user’s contacts (such as the contacts themselves, a hash of the contacts, any other derivative contact information), anything about a user’s groups (such as how many groups a user is in, which groups a user is in, the membership lists of a user’s groups), or any records of who a user has been communicating with.”

    https://signal.org/blog/sealed-sender/

  3. Avatar Shiba
    Shiba

    XMPP o niente.

  4. Avatar JustATiredMan
    JustATiredMan

    sul camminare bardato no…. sul buttare il telefono…. bhe… non sarebbe una idea così brutta.

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