Saturday’s Talks: avete mai sentito parlare di TechDebts? Dovreste, perché rischiano di rovinare la vostra azienda

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Prima di tutto una definizione. Il Technical Debt è quella condizione in cui pur di raggiungere uno scopo, che nell’ambito I.T. potrebbe essere l’uscita di un prodotto o la pubblicazione di una release, si decide di tralasciare la soluzione di alcuni problemi o l’implementazione di funzionalità annotando la cosa nella categoria “lo farò dopo”.

L’impatto di questi “pagherò” nell’immediato risulta nullo, ma mai parola fu più azzeccata di pagherò: nel lungo termine i Technical Debts (TechDebt per gli amici) possono avere effetti devastanti sul business e sulle aziende. Non è un caso se nel giro di pochi giorni due interessanti articoli sono stati pubblicati sul tema.

InfoQ spiega come “Technical Debt Isn’t Technical: What Companies Can Do to Reduce Technical Debt” il debito tecnico, di tecnico in realtà non ha nulla. È il frutto del sondaggio State of Technical Debt 2021 che ha ingaggiato oltre 200 ingegneri analizzando lo stato percepito dei TechDebts:

  • Il 52% degli ingegneri crede che i TechDebts abbiano un impatto negativo sul morale del loro team. Oltre il 60% degli ingegneri pensa che i TechDebts causino bug, interruzioni e rallentamenti nel processo di sviluppo.
  • Mediamente un ingegnere spende sette ore alla settimana (circa un giorno) per occuparsi di TechDebts.
  • La maggioranza degli ingegneri (66%) crede che il team potrebbe procedere fino al 100% più velocemente se esistesse un processo di gestione dei TechDebts.
  • Nonostante il fatto che gli ingegneri siano convinti dell’impatto negativo dei TechDebts sul business, il 58% delle aziende non ha ancora un processo per la loro gestione.

Sono dati piuttosto impressionanti. Più TechDebts significano più bug, più problemi di performance, più downtime, aumento dei tempi di delivery, poca capacità di predire eventuali problemi… Insomma, un dramma.

Allo stesso tempo l’esito del sondaggio dimostra come i TechDebts rappresentino un nemico molto subdolo da combattere, poiché non rappresenta nell’immediato qualcosa di estremamente evidente, ma si accumula nei ritagli del tempo che potrebbe essere speso altrove. Il debito tecnico, in sostanza, è nemico dell’efficienza e, lo dimostra il sondaggio, molti, se non tutti, ne sono affetti.

Economicamente poi, come racconta TheNewStack, i numeri sono spaventosi. Lo scorso anno era stato calcolato come i TechDebt avrebbero “pesato” 1.3 migliaia di miliardi di dollari entro il 2030. Ebbene, il nuovo report stilato dal Consortium for Information and Software Quality ha rivisto la stima a… 5 migliaia di miliardi. Numeri da capogiro, che fanno venire voglia di prendere quel “pagherò” e stracciarlo per risolvere subito le questioni in sospeso.

E voi? Mai fronteggiato questo avversario? Come lo avete combattuto?

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

7 risposte a “Saturday’s Talks: avete mai sentito parlare di TechDebts? Dovreste, perché rischiano di rovinare la vostra azienda”

  1. Avatar Geek Falcon
    Geek Falcon

    Ormai rilasciano solo software che un tempo sarebbe stato considerato beta oppure alfa, tanto si può aggiornare in seguito perchè l’utente e il dispositivo è connesso. Tempo fa quando rilasciavi un software non c’era possibilità di fare aggiornamenti quindi o lo rilasciavi bene oppure te lo restituivano e finivi in bancarotta.
    La questione è che è meno costoso rilasciare un software immaturo e poi fixarlo, perchè i risparmia sui test e si rilascia più velocemente. Non importa se fai una figuraccia col cliente, perchè tanto tutti fanno così, è normale non trovi più software maturo.

  2. Avatar Rickyx
    Rickyx

    Le traduzioni dei grandi numeri sono un casino.
    Sicuri che siano “trilioni”?

    https://it.wikipedia.org/wiki/Scala_lunga_e_scala_corta#Comparazione

  3. Avatar sabayonino
    sabayonino

    Purtroppo spesso è lo stesso cliente che preme per avere le cose subito , e funzionanti (tanto ha pagato) .
    Vedo spesso questo ragionamento :

    Io ti caccio i soldi , lo voglio pronto per “domani” e funzionante. Poi sono caxxi Vostri se qualcosa non funzuiona a dovere.
    Riesci a darmi questo prodotto con le tempistiche da me richieste ? No ? Bene , mi rivolgo a qualcun’altro .

  4. Avatar Raoul Scarazzini

    Devo ammettere che son rimasto in dubbio fino all’ultimo. Ma ho optato per triliardi perché se billions è miliardi… ma si accettano correzioni 🙂

  5. Avatar Rickyx
    Rickyx

    Quante volte capita. La cosa più “divertente” (con ironia e tristezza…) è che poi il anche il qualcun altro non consegna in tempo. Le richieste sono naïve e senza nessuna analisi sulla fattibilità e sulle tempistiche:

    Voglio l’app per le prenotazioni del vaccino! È facile!

    Certo che è facile, 3 giorni ed è pronta 😉

  6. Avatar Rickyx
    Rickyx

    Dovrebbero essere “bilioni”, cioè 1 000 000 000 000 dollari (mille miliardi), secondo Wikipedia (Scala_lunga_e_scala_corta).
    🙂

  7. Avatar Raoul Scarazzini

    va bene, alla fine ho optato per “migliaia di miliardi” 🙂

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