Gemini CLI di Google si integra con GitHub Actions, l’AI nella CI… Cosa potrà mai andare storto?

Avete presente la questione dell’utilizzo virtuoso dell’intelligenza artificiale? Ultimamente abbiamo raccontato di AUTOSEL, lo strumento usato dagli sviluppatori del Kernel Linux per rendere veloci e precisi i task solitamente tediosi e ne abbiamo apprezzato l’utilizzo sensato.

Giudicherete voi alla fine di questo articolo se siamo di fronte ad una situazione simile.

Google ha recentemente annunciato un’importante evoluzione per il suo Gemini CLI, l’agente AI open-source pensato per essere utilizzato dagli sviluppatori direttamente da terminale, ossia l’integrazione con le GitHub Actions.

Per chi non le conoscesse, le GitHub Actions sono il sistema di automazione integrato in GitHub, utilizzato per creare pipeline CI/CD, eseguire test, build, deployment o qualunque altra operazione che possa essere automatizzata in risposta a eventi come il push di codice, l’apertura di una pull request o la modifica di una issue. In pratica, permettono di costruire veri e propri workflow di sviluppo automatizzati e modulari, sfruttando container isolati per ogni esecuzione.

Bene, il nuovo supporto alle GitHub Actions di Gemini CLI può ora essere invocato automaticamente in risposta a eventi nel repository. Basta, ad esempio, aggiungere un tag in una issue perché Gemini inizi a lavorare in autonomia su quell’attività.

E lo spettro di azioni è veramente ampio: dalla correzione di bug, all’aggiunta di nuove funzionalità. L’agente elabora un piano d’azione, lo propone allo sviluppatore e (una volta approvato) procede passo dopo passo portando a termine il lavoro, con piena trasparenza sulle modifiche effettuate.

Come viene raccontato da The New Stack, questo supporto nasce “dal basso”: dopo il lancio iniziale di Gemini CLI, il team di Google ha ricevuto così tante richieste di funzionalità dalla community da iniziare a sviluppare strumenti interni per automatizzare la gestione dei repository. Di fronte al crescente interesse degli sviluppatori verso questi strumenti, Google ha deciso di renderli disponibili a tutti, presentandoli come un’estensione naturale del proprio agente AI.

A livello pratico, è sufficiente installare Gemini CLI e lanciare il comando /setup-github, che configura il necessario per far interagire l’agente con GitHub. L’uso è gratuito, ma richiede una chiave API di Google API Studio, con eventuali costi legati al superamento della soglia gratuita. Anche l’utilizzo delle GitHub Actions, oltre un certo numero di minuti, è soggetto a tariffazione. Chi già utilizza Vertex AI o possiede un abbonamento a Gemini Code Assist (nei piani standard o enterprise) potrà accedere direttamente alla funzionalità.

Insomma, fin qui appare tutto idilliaco: un collaboratore AI capace di inserirsi nei processi di sviluppo software già esistenti, automatizzando molte delle operazioni quotidiane all’interno di GitHub.

È qui però che vanno fatte alcune considerazioni, che andrebbero valutate da quanti si stanno già fregando le mani a proposito di tutto questo ben di Dio che, sulla carta, è per la maggioranza gratuito:

  • Proprietà del dato (o digital sovereignty): per quanto lo strumento Gemini CLI sia open-source, dove vengono elaborate le analisi che questo veicola? Da chi? In che modo?
  • Privacy: se non sto pagando il servizio, il servizio sono io, quindi come vengono trattate o memorizzate le informazioni che io passo a Gemini CLI?
  • Sicurezza: le GitHub Actions hanno una lunga storia di problemi di sicurezza, tra difetti by design e Actions compromesse, aggiungere la componente AI sicuramente aumenta la superficie di esposizione.

E sono solo le prime tre considerazioni più logiche, ma ce ne sarebbero ovviamente molte altre.

Eppure tutto viene dato per scontato, come se fosse una normale tappa dell’evoluzione degli strumenti di lavoro, ma non è così. Non si spiegherebbero altrimenti le notizie di tentativi di standardizzazione, vedi la donazione che CISCO ha fatto del suo prodotto AGNTCY alla Linux Foundation raccontata da ZDNet, o la presentazione da parte di Microsoft di Wassette, una serie di tool WebAssembly per gli agenti AI.

Un nuovo tool al giorno, eppure gli standard sono in fase di definizione, in un mondo dove gli agenti di ChatGPT cliccano autonomamente sui tasti “Non sono un robot” (magari dicendo anche “giuro!”) e nel Wyoming il consumo energetico per l’intelligenza artificiale ha superato quello delle persone.

Senza essere necessariamente catastrofisti, una riflessione seria sull’argomento andrebbe fatta.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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