Open Source per contrastare un Internet of Things proprietario

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La Linux Foundation si è fatta promotrice a dicembre di un progetto chiamato “AllSeen Alliance”: ha preso un framework sviluppato da Qualcomm chiamato AllJoyn e lo ha reso disponibile alla comunità open source dando supporto infrastrutturale e organizzativo. Questo piccolo pezzo di codice C++ compatibile con quasi qualunque sistema operativo e chipset permette di connettere due dispositivi che lo utilizzano, realizzando il primo passo verso l’Internet delle Cose: un futuro ormai prossimo dove i dispositivi intorno in nostro possesso comunicano e si interfacciano continuamente per renderci la vita più semplice.

Qual è il freno alla realizzazione di questa visione? Non la tecnologia, non la creatività, ma la mancanza di interoperabilità tra dispositivi di diversi produttori; ogni vendor sta cercando di realizzare questa integrazione tra i propri prodotti con protocolli proprietari. Proprio per questo la Linux Foundation incoraggia la partecipazione alla AllSeen Alliance, proponendo anche che i prodotti che ne faranno uso abbiano dei marchi che li identifichino e permettano al consumatore di capire il valore di acquistare un prodotto connettibile con molti altri, piuttosto che con i soli dello stesso brand. Questi dispositivi potrebbero arrivare sugli scaffali nel 2015; difatti l’alleanza vede già la partecipazione di grandi player dell’industria tecnologica quali LG, Panasonic, Sharp e Qualcomm tra i maggiori, ma manca ancora la presenza dei grandi colossi Samsung e Apple, che sicuramente non hanno alcun interesse a salire sul carro.

Una risposta a “Open Source per contrastare un Internet of Things proprietario”

  1. Avatar Antonio Bianco

    Finalmente qualcosa si muove! È molto stressante rifilare ai clienti i prodotti con quella che io chiamo “incompatibilità programmata”.

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