Un recente commit all’interno progetto systemd ha introdotto una nuova componente denominata consoled.
consoled, che dall’autore stesso viene considerato sperimentale ed in continua evoluzione, si propone come interfaccia per l’erogazione di terminali di sessione, in poche parole come strumento utilizzato dal login-manager scelto (/bin/login, gdm o qualsiasi altro) al fine di ottenere un’interfaccia.
Al di là degli aspetti tecnici, per i quali si dovrà mettere in conto di dover gestire un nuovo demone chiamato appunto systemd-consoled, la riflessione che nasce spontanea alla luce di quanto scritto è: quanto in la si spingerà systemd? Al momento infatti si è perso il conto di quante componenti systemd stia inglobando (udev, cron, syslog su tutti) e quello che buona parte dell’opinione pubblica open si chiede è: ma è davvero necessario?
In questo caso specifico, parlando della console, i pro ed i contro si equivalgono:
- Pro: attualmente mettere mano alla gestione dei virtual terminal (che sono gestiti dal Kernel) è una cosa complicata che in genere porta più problemi che benefici. Gestendo i terminali in userspace questo livello di complessità verrebbe chiaramente eliminato.
- Contro: quando le cose vanno male, se si spacca qualcosa in userspace il terminale rimane l’ultimo baluardo per avere ancora operatività. Ma se a sua volta questo si rompe?
Perciò, c’è da scommetterci, le discussioni in merito andranno avanti per molto tempo. Rimane un fatto certo, e cioè che lo sviluppo di systemd procede attivamente e velocemente, il che comporterà sempre più ad un’integrazione serrata di questa componente con il sistema. Per farla breve: si potrà ancora scegliere se usare Linux senza systemd?
Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
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