IANA riserva l’errore 418: I’m a teapot

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Tutto ha inizio nel 1998, quando Larry Masinter rilascia la prima versione del protocollo HTCPCP, acronimo di Hyper Text Coffee Pot Control Protocol, specificato nella RFC 2324, completato poi nel 2014 con il supporto completo alle teiere (RFC 7168). Il protocollo si occupa di gestire le caffettiere da remoto, uno standard assolutamente necessario in un mondo dove qualunque device è connesso ad Internet, specialmente se si occupa di caffè.

Any attempt to brew coffee with a teapot should result in the error code “418 I’m a teapot”. The resulting entity body MAY be short and stout.

Ogni tentativo di preparare del caffè con una teiera dovrebbe causare l’errore “418 sono una teiera”. Il risultato POTREBBE essere corto e robusto.

Ovviamente si trattava di un pesce d’aprile, creato per sottolineare il fatto che venissero spesso proposte delle pessime estensioni HTTP (ma nel corso degli anni è stato riproposto come Easter egg in software come Node.js, ASP.NET e Go).

Recentemente Mark Nottingham dell’IEFT (Internet Engineering Task Force) ha cercato di far rimuovere questo inutile pezzo di codice dal protocollo visto che non è effettivamente uno status code HTTP.

Risposta di Internet? save418.com (sempre meglio che cercare di salvare Flash!). Retro front dunque! Nottingham ha deciso di riservare l’errore 418:

This document changes 418 to the status of “Reserved” in the IANA HTTP Status Code registry to reflect that. This indicates that the status code cannot be assigned to other applications currently. If future circumstances require its use (e.g., exhaustion of all other 4NN status codes), it can be reassigned to another use.

Questo documento assegna all’errore 418 lo stato di “riservato” nel registro IANA dei codici di errore HTTP. Questo significa che questo codice di errore non può essere assegnato ad altre applicazioni. Se situazioni future richiederanno il suo utilizzo (ad esempio l’esaurimento dei codici di errore 4NN), potrà essere riassegnato ad altro utilizzo.

Considerando la crescita esponenziale (e buggata) del mondo IoT, si potrebbe pensare anche di iniziare effettivamente ad utilizzarlo!

Affascinata sin da piccola dai computer (anche se al massimo avevo un cluster di Mio Caro Diario), sono un’opensourcer per caso, da quando sono incappata in Mandrake. Legacy dentro. Se state leggendo un articolo amarcord, probabilmente l’ho scritto io.

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