Mir si avvicina alla versione 1.0.0

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Nonostante l’abbandono di Unity da parte di Canonical, lo sviluppo di Mir non si è arrestato – e questa è una buona notizia per MATE et similia. Ma forse la sopravvivenza ancora non è garantita.
Il grande debutto del nuovo sistema grafico è previsto con  Ubuntu 17.10, ma ancora il server non è stato rilasciato. Certo, sulla pagina di stato per la release 1.0.0 appare aperto ancora soltanto un bug, segno che ormai il codice è quasi pronto, ma andrà ben testato e preparato: difficile che sia abbastanza maturo per un uso reale.

La funzione principale di Mir è diventata fornire il supporto ai client Wayland, in origine il grande antagonista. E magari farlo usando il supporto di Vulkan (molto desiderato dai videogiocatori): al momento questa caratteristica non c’è, e visto il ridimensionamento del ruolo non è detto che verrà mai implementata.

Rimane una piccola questione, però: come alternativa a Wayland, Mir avrebbe implementato un nuovo protocollo dei client. E questa implementazione è presente nel nuovo server: quando è stato deciso il cambiamento di missione, visto l’abbandono di molti sviluppatori, è stato deciso di adattare il server a Wayland senza toccare quanto già presente. Ottime notizie per UBports, la community che ha deciso di continuare il lavoro su Unity. Ma per rendere il protrocollo Mir compatibile con Mesa (i driver video attuali più diffusi) sull’attuale server X, sono necessarie delle patch dei driver stessi che ancora non sono state pubblicate.

Insomma, il ridimensionamento del ruolo e delle novità portate dal server Mir potrebbero rendere inutile tutto il lavoro fatto, preferendo rivolgersi ad una soluzione più diffusa e supportata dalla comunità. Come successo con Unity e Gnome. Stavolta, ancor prima della prima release.

Ho coltivato la mia passione per l’informatica fin da bambino, coi primi programmi BASIC. In età adulta mi sono avvicinato a Linux ed alla programmazione C, per poi interessarmi di reti. Infine, il mio hobby è diventato anche il mio lavoro.
Per me il modo migliore di imparare è fare, e per questo devo utilizzare le tecnologie che ritengo interessanti; a questo scopo, il mondo opensource offre gli strumenti perfetti.

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